Lizzie Armitstead: bis in maglia iridata a Cittiglio
CITTIGLIO (VA) – Splende l’iride di Lizzie Armitstead sulle strade di Cittiglio. L’inglese della Boels Dolmans, campionessa del mondo in carica, si impone nello sprint a ranghi ristretti e bissa il successo ottenuto dodici mesi fa in Valcuvia e il trionfo nella seconda edizione delle Strade Bianche poche settimane fa a Siena. Alle spalle della Armistead trovano posto sul podio la statunitense Megan Guarnier, compagna di squadra della vincitrice, e l’elvetica Jolanda Neff (Servetto Footon AluRecycling).
Da quando la gara organizzata dalla Cycling Sport Promotion di Mario Minervino è entrata a far parte della massima categoria mondiale (dal 2008 Coppa del Mondo, da quest’anno Women’s World Tour) mai un’iridata aveva trionfato a Cittiglio. L’ultimo successo di una campionessa del mondo risale al 2006, quando vinse la tedesca Regina Schleicher. Ma era tutta un’altra corsa. Indossare in gruppo la maglia di campionessa del mondo è una responsabilità non indifferente. Un onore ed un onere che Lizzie Armitstead, in queste prime gare della stagione 2016, sta interpretando con classe ed eleganza, che la contraddistinguono in gara e al di fuori dalla competizione. Successo nella Omloop Het Nieuwsblad nella gara di esordio. Bis nelle Strade Bianche nella corsa successiva. E il Trofeo Binda oggi. Un trittico di successi nello spazio di un mese ottenuti da una delle atlete più rappresentative e vincenti del panorama mondiale femminile degli ultimi 2-3 anni.
In conferenza stampa, seduta accanto al connazionale Brian Cookson, numero uno dell’Uci, la Armitstead ha spiegato con semplicità e schiettezza come ha costruito il successo nel corso del quinto ed ultimo giro del circuito finale di Cittiglio. Con Jolanda Neff (Servetto Footon) in fuga verso il successo, Lizzie Armitstead si è sentita in dovere di inseguire la battistrada in prima persona, anche in virtù della maglia iridata che porta per poi superarla di slancio lungo il rettilineo finale.
Un momento senza dubbio d’oro per la britannica, che con grande determinazione punta più a conquistare l’oro alle imminenti Olimpiadi di Rio piuttosto che assurgere a dominatrice del ciclismo femminile mondiale per i prossimi cinque anni.
28 squadre, 164 partenti con il forfait all’ultimo minuto di Evelyn Stevens (Boels Dolmans), 123,300 km da percorrere sul tracciato parzialmente inedito con partenza da Gavirate e il reinserimento della storica salita di Casale Alto. Sulla linea di partenza, accanto alle immancabili autorità, due personaggi fondamentali per le due ruote: il presidente della FCI Renato Di Rocco e quello dell’UCI Brian Cookson, che negli scorsi giorni aveva già presenziato ai mondiali paralimpici su pista a Montichiari e visitato il cantiere per la ristrutturazione del Vigorelli.
Una caduta poco dopo il via inizia a frantumare il gruppo, che ripassa da Gavirate visibilmente allungato. Il primo attacco porta la firma dell’americana Carmen Small (Cervelo Bigla) che, in coppia con la fiamminga Ann-Sophie Duyck (Topsport Vlaanderen) allunga sulla salita del Brinzio. Il duo di testa rimane in avanscoperta per diversi chilometri prima di essere riassorbito dal gruppo nel corso della secondo passaggio a Orino. Le acque si calmano un po’, ma la corsa è pronta per entrare nel vivo da un momento all’altro. Nel corso della penultima tornata iniziano a muoversi le migliori. Si avvantaggiano in otto: Elizabeth Armitstead e Megan Guarnier (Boels Dolmans), Anna Van der Breggen e Karatzyna Niewiadoma (Raboliv Women), Jolanda Neff (Servetto Footon), Emma Johansson (Wiggle High5), Alena Amialiusik (Canyon Sram Cycling) e Annemiek Van Vleuten (Orica AIS).
Le otto battistrada sfiorano il minuto di vantaggio all’inizio dell’ultimo giro nel corso del quale sale sugli scudi la giovane svizzera Jolanda Neff. La ventitreenne della Footon Servetto diretta in ammiraglia da Dario Rossino attacca in discesa e guadagna rapidamente secondi sulle compagne di fuga. Il distacco aumenta sulla salita di Orino e sale a circa 40”. Sembra fatta per la bionda campionessa rossocrociata, ma l’iridata Armitstead non ci sta e conduce in prima persona l’inseguimento.
A meno di due chilometri dall’arrivo Lizzie Armitstead raggiunge la Neff. Le due sbucano appaiate dall’ultima curva, ma la Armitstead regola nettamente in volata la diretta avversaria. Nel frattempo, alle spalle delle due contendenti per la vittoria, le altre attaccanti lanciano la volata. Anche la Guarnier riesce a superare la Neff prima della linea e firma la doppietta Boels. Con il successo odierno la Armistead si riappropria della maglia di leader del World Tour, mentre la polacca Katarzyna Niewiadoma (Rabo Liv Women), settima al traguardo, è prima nella classifica delle giovani. La prima italiana è Giorgia Bronzini (Wiggle High5), decima.
Le dichiarazioni della vincitrice: “Ho lavorato un po’ di più di quello che mi diceva il ds ma non volevo perdere il contatto con la Neff. Tenevo d’occhio anche Giorgia Bronzini che oggi era molto forte. Io dovevo lavorare per Megan Guarnier ma poi ho provato un attacco ed è andata bene. Vincere in Italia con la maglia iridata ha un sapore molto particolare perché la maglia iridata è più apprezzata che in altre nazioni. L’obiettivo più importante quest’anno è vincere le Olimpiadi e realizzare un sogno. Rispetto alla pista la strada è la mia passione vera. Il ciclismo mi dà la sicurezza perché riesco a vincere quando sono determinata a vincere”.
ORDINE D’ARRIVO:
1. Lizzie Armitestead (Boels Dolmans) km 123,3 in 3h11’10” media 38,699 km/h
2. Megan Guarnier (Boels Dolmans) a 1″
3. Jolanda Neff (Servetto Footon) a 4″
4. Emma Johansson (Wiggle High5)
5. Alena Amialiusik (Canyon Sram Racing)
6. Anna Van der Breggen (RaboLiv)
7. Katazyna Niewadowa (Canyon Sram Racing) a 11″
8. Annemiek Van Vleuten (Orica-Ais) a 39″
9. Lauren Kitchen (Hitec Products) a 1’06”
10. Giorgia Bronzini (Wiggle High5)
(Servizio a cura di Fabiano Ghilardi)