#AMOLABICI – Viaggiare in bicicletta, un fenomeno quasi di massa
Forza dell’allenamento. Scopro l’acqua calda, vero. Però ogni volta mi stupisce: leggere di Nibali che sulle prime rampe della salita del Tour de San Luis, il Cerro El Amago, e in pochi chilometri perde più di cinque minuti dal primo (Eduardo Sepulveda) fa effetto. Fa pensare. All’importanza dell’allenamento, appunto. Perché Vincenzo è di sicuro sempre fortissimo, ma in questo primo scorcio di stagione ancora non è pronto, la sua preparazione punta alla forma molto più in là e quindi… e quindi riflettiamo ancora una volta tutti, giovani che sperano di diventare professionisti, amatori, cicloturisti, a quanto sia importante una preparazione puntuale, regolare, meditata con attenzione affinché tutti quanti si possiamo raggiungere i rispettivi obiettivi, piccoli o grandi.
E rimanendo alla corsa a tappe argentina è bello parlare di Jorge Bravo che a 48 anni ancora corre con i professionisti! Jorge Bravo è nato nel 1967, corre nella selezione del suo Paese, l’Uruguay. Non ha mai vinto gare eclatanti, ma ha partecipato per ventisei volte alla Vuelta Uruguay, il giro del suo Paese, riuscendo a vincerlo nel 2007, quando aveva già 39 anni… Oggi gareggia insieme ad atleti che potrebbero essere suoi figli. Tanto di cappello, Jorge. Impossibile non notare che porti lo stesso nome di Papa Francesco.
In questo primo scorcio dell’anno si corre dappertutto. Dal Qatar, all’Argentina, all’Australia, alla Spagna. Frutto della globabilizzazione anche questo? Il pianeta si restringe, diventa sempre più piccolo, si viaggia da un capo all’altro della Terra per ogni ragione, in poco tempo. Viaggiano gli uomini, viaggiano le merci. Il mondo ci va stretto. Forse anche per questo stiamo riscoprendo il viaggiare a piedi, l’andare in bicicletta. Forse anche per questo sempre più persone prendono zaino e scarponi e partono, vanno a fare la Francigena, vanno a Santiago de Compostela. A piedi. Raccontano che camminare è meraviglioso, che noti i dettagli dei luoghi, gli alberi, la terra, le case, le persone: con le persone ci si guarda, ci si saluta, ci si parla. Si conosce tanta gente.
E poi ci siamo noi ciclisti. Una volta se andavi a Roma in bicicletta facevi notizia, ti mettevano sul giornale. Oggi nessuno ci fa caso. Oggi per fare notizia devi andare a Capo Nord d’inverno. O fare il giro del mondo. Significa che il viaggiare in bicicletta è abbastanza normale, che quasi quasi sta diventando un fenomeno di massa.
Bene. Nel mio piccolo, sogno un Brennero-Marsala. Per raccontare l’Italia vera, non quella delle autostrade. E farne un libro. Ce la farò?
Buone pedalate!