"Zona Nicolò": e se diventasse un'abitudine in tutte le gare giovanili?
MASSA (MS) – La scorsa domenica di Pasqua, la prima edizione della Primavera Cup a Massa ha aperto la stagione agonistica toscana degli Esordienti e degli Allievi.
Più che sull’aspetto agonistico, questa volta vogliamo porre l’attenzione su “Zona Nicolò”, una bella iniziativa sposata dalla società organizzatrice, la Montignoso Ciclismo, per volontà di Andrea Peschi, che è anche componente della Commissione Strada della Struttura Tecnica Nazionale della Federazione Ciclistica Italiana.
“Zona Nicolò” è nata qualche anno fa da un gruppo di persone che operano nel ciclismo spinti dalla passione e dalla volontà di migliorare un aspetto criticamente importante: la sicurezza dei ragazzi e la regolamentazione del traffico stradale durante quel periodo pericoloso, ma spesso sottovalutato, che è il riscaldamento prima della gara soprattutto per gli atleti più giovani.
Il nome “Zona Nicolò”, vuole ricordare Nicolò Ferrari, un giovane ciclista esordiente emiliano morto il 29 giugno 2008, investito da un camion ad un incrocio, prima di una gara, mentre si stava riscaldando insieme ai compagni di squadra sulla strada. A promuovere questa iniziativa anni fa era stato Fausto Piccinini, l’idea è stata adottata da qualche manifestazione, soprattutto in Emilia Romagna, ma non ha mai preso davvero piede.
Siamo onesti: fino a ieri non la conoscevamo nemmeno noi. L’abbiamo scoperta ascoltando un’intervista ad Andrea Peschi. L’abbiamo trovata un’iniziativa molto bella e intelligente che potrebbe avere un’importanza decisiva in termini di sicurezza. Per una volta non solo chiacchiere, ma anche fatti concreti. E vorremmo, per cominciare, che fosse adottata anche da altre organizzazioni in giro per l’Italia. Anzi vorremmo che la Federazione si impegni perché la “Zona Nicolò” diventi un’abitudine per le corse ciclistiche dei giovani. E un messaggio che ci sentiamo di lanciare per sensibilizzare i rappresentanti della Fci, le società organizzatrici, i direttori sportivi, i genitori e gli atleti.
“Conoscevo da tempo questa iniziativa e mi ero sempre ripromesso che il giorno che avessi organizzato una corsa avrei adottato la “Zona Nicolò”, ovvero l’esigenza di individuare una zona chiusa al traffico per permettere agli atleti di allenarsi in sicurezza prima della gara”, ha spiegato Andrea Peschi.
“Nel nostro caso domenica scorsa a Massa abbiamo individuato una ciclabile che correva lungo il viale d’arrivo. Abbiamo consigliato ai direttori sportivi di far allenare i ragazzi in questa area delimitata da cartelli “inizio/fine zona Nicolò” per un tratto di circa un chilometro. E abbiamo previsto già un’ora prima della corsa la presenza del medico, dell’ambulanza e di personale A.S.A. Una scelta che ha inciso di 50 Euro in più sul bilancio dell’organizzazione, una spesa praticamente nulla, ma che credo permetta a tutti di stare più tranquilli”.
Peschi che per la prima volta si è calato nelle vesti di organizzatore e anche componente della Stuttura Tecnica Nazionale è sottolinea: “Come Federazione non facciamo mai abbastanza per sensibilizzare tutte le componenti del mondo ciclismo sul tema della sicurezza”. La “Zona Nicolò” non è solo sicurezza: “Deve essere un luogo sicuro, ma anche un luogo di socializzazione dove i ragazzi di squadre diverse si ritrovano e stanno insieme prima della gara senza esasperazioni e pensando a divertirsi”, conclude Peschi.
Un bel messaggio di cui ci piaceva l’idea di farci cassa di risonanza, con la speranza di poter vedere da oggi in poi, sempre più “Zone Nicolò” in giro per le gare d’Italia e magari un impegno maggiore anche da parte della Fci per fare in modo che questo avvenga.
(Servizio a cura di Giorgio Torre)