Mondiali DH: l'azzurra Alessia Missiaggia iridata tra le Junior. Ai britannici Atherton e Hart i titoli Elite
Formidabile impresa dell’azzurrina che porta all’Italia l’oro del Downhill staccando nettamente la statunitense Kingshill e la francese Lesoin, 4^ Beatrice Migliorini. Nella finale uomini Bianciotto è settimo, titolo al canadese Finnley Iles. Bis consecutivo e quinto oro di Rachel mentre Danny torna iridato cinque anni dopo. Marcellini e Widmann 6^ e 7^, Colombo 31°.
Sabato aveva già fatto segnare il miglior tempo nelle prove cronometrate, praticamente replicato oggi in finale (solo quattro millesimi di differenza): 4’20”187.
Il podio è completato dalle altre due protagoniste del sabato ma a posizioni invertite. La francese Myriam Nicole finisce in crescendo una stagione travagliata (a lungo fuori per infortunio) con la conquista dell’argento iridato a 3”114 da Rachel Atherton. Il terzo gradino del podio è invece occupato dall’australiana Tracey Hannah, più staccata a 9”453 e non in grado di replicare l’ottimo tempo delle prove cronometrate quando aveva impensierito la stella britannica, staccata di soli 597 millesimi di secondo.
Il podio è completato dalle altre due protagoniste del sabato ma a posizioni invertite. La francese Myriam Nicole finisce in crescendo una stagione travagliata (a lungo fuori per infortunio) con la conquista dell’argento iridato a 3”114 da Rachel Atherton. Il terzo gradino del podio è invece occupato dall’australiana Tracey Hannah, più staccata a 9”453 e non in grado di replicare l’ottimo tempo delle prove cronometrate quando aveva impensierito la stella britannica, staccata di soli 597 millesimi di secondo.
Ai piedi del podio la sorpresa di giornata Marine Caribou, 19enne francese al primo anno tra le Elite e vincitrice del mondiale juniores 2015 in Andorra. Fuori dai giochi per motivi diversi due possibili outsider. La britannica Tahnée Seagrave ha chiuso quinta staccatissima (+25”299) mentre la connazionale Manon Carpenter (campionessa del mondo nel 2014) si è ritirata a causa di una brutta caduta pochi secondi dopo la partenza.
Una scivolata ha penalizzato anche l’azzurra Eleonora Farina. La trentina ha chiuso al 16° posto, mentre le altre due nostre portacolori Alia Marcellini e Veronika Widmann hanno conquistato rispettivamente la 6^ e la 7^ posizione.
UOMINI ELITE – Il Campionato del Mondo Mtb Val di Sole 2016 non poteva avere una chiusura più spettacolare di quella regalata dalla gara Elite maschile. Il pubblico è impazzito quando uno dei super favoriti della vigilia, lo statunitense Aaron Gwin, l’ultimo atleta a scendere sulla mitica Black Snake, ha rotto la ruota posteriore all’atterraggio del salto Val di Sole Jump a due terzi di gara, quando peraltro aveva fatto segnare il sesto tempo al secondo intermedio. Il vincitore della World Cup 2016 è stato costretto a un mesto ritiro, mancando ancora una volta la conquista dell’unico titolo che gli manca, l’alloro iridato. Ma questa non è stata l’unica sorpresa delle finali dell’Elite maschile: il campione del mondo 2015, il francese Loic Bruni, è finito fuori dai giochi per il progressivo afflosciarsi di una gomma, che l’ha fatto finire anche contro i paletti che delimitano la pista nella Chill Zone. Altri possibili outsider, l’australiano Troy Brosnan e il sudafricano Greg Minnaar, non sono mai stati convincenti nelle loro run: hanno chiuso rispettivamente 4/o (+5”877) e 7/o (+7”124).
La medaglia d’oro è così tornata sul collo del britannico Danny Hart cinque anni dopo la precedente vittoria di Champery (Svizzera) nel 2011. Questa è stata la stagione della svolta per il talento in forza al team MS Mondraker, con ben quattro vittorie di fila tra gli ultimi tre round di Coppa e questo mondiale così tanto voluto. “Non ci ho creduto fino a quando non ho visto il tempo visualizzato sul maxi schermo. È stata una gara incredibile e sono emozionatissimo. Sono anche contentissimo per il mio compagno di team Laurie Greenland, sapevo che poteva far bene ma non mi aspettavo di trovarlo sulla hot set quando ho tagliato il traguardo” ha dichiarato un visibilmente commosso Danny Hart a fine premiazioni.
Una scivolata ha penalizzato anche l’azzurra Eleonora Farina. La trentina ha chiuso al 16° posto, mentre le altre due nostre portacolori Alia Marcellini e Veronika Widmann hanno conquistato rispettivamente la 6^ e la 7^ posizione.
UOMINI ELITE – Il Campionato del Mondo Mtb Val di Sole 2016 non poteva avere una chiusura più spettacolare di quella regalata dalla gara Elite maschile. Il pubblico è impazzito quando uno dei super favoriti della vigilia, lo statunitense Aaron Gwin, l’ultimo atleta a scendere sulla mitica Black Snake, ha rotto la ruota posteriore all’atterraggio del salto Val di Sole Jump a due terzi di gara, quando peraltro aveva fatto segnare il sesto tempo al secondo intermedio. Il vincitore della World Cup 2016 è stato costretto a un mesto ritiro, mancando ancora una volta la conquista dell’unico titolo che gli manca, l’alloro iridato. Ma questa non è stata l’unica sorpresa delle finali dell’Elite maschile: il campione del mondo 2015, il francese Loic Bruni, è finito fuori dai giochi per il progressivo afflosciarsi di una gomma, che l’ha fatto finire anche contro i paletti che delimitano la pista nella Chill Zone. Altri possibili outsider, l’australiano Troy Brosnan e il sudafricano Greg Minnaar, non sono mai stati convincenti nelle loro run: hanno chiuso rispettivamente 4/o (+5”877) e 7/o (+7”124).
La medaglia d’oro è così tornata sul collo del britannico Danny Hart cinque anni dopo la precedente vittoria di Champery (Svizzera) nel 2011. Questa è stata la stagione della svolta per il talento in forza al team MS Mondraker, con ben quattro vittorie di fila tra gli ultimi tre round di Coppa e questo mondiale così tanto voluto. “Non ci ho creduto fino a quando non ho visto il tempo visualizzato sul maxi schermo. È stata una gara incredibile e sono emozionatissimo. Sono anche contentissimo per il mio compagno di team Laurie Greenland, sapevo che poteva far bene ma non mi aspettavo di trovarlo sulla hot set quando ho tagliato il traguardo” ha dichiarato un visibilmente commosso Danny Hart a fine premiazioni.
La sua vittoria non è stata così scontata perché il suo connazionale, il 19enne Greenland, ha fatto la gara della vita facendo segnare un tempo incredibile: 3’35”411, in linea con quello ottenuto da Hart nelle prove cronometrate del sabato. Un argento che vale oro vista la sua giovane età, da affiancare a quello junior vinto nel 2015. Il francese Florent Payet è stato in grado di avvicinarsi al crono di Greenland (+2”120), rimanendo seduto a lungo sul secondo gradino del podio virtuale. Il transalpino aveva però già impressionato durante le prove cronometrate del giorno primo quando aveva fatto segnare il terzo tempo. Ma è stato impossibile per tutti battere Danny “Redcar Rocket” Hart che ha fermato il crono a 3’32”484, con Greenland e Payet che sono scivolati dietro al britannico mettendosi comunque al collo un argento e un bronzo insperati alla vigilia.
Il migliore degli italiani è stato il ligure Francesco Colombo, 31° a 21”250 dalla vetta. Seguono Johannes Von Klebelsberg,36°, Carlo Caire, 40°, Gianluca Vernassa 53°, e Mario Milani 89°. Ritirato Loris Revelli.
Il migliore degli italiani è stato il ligure Francesco Colombo, 31° a 21”250 dalla vetta. Seguono Johannes Von Klebelsberg,36°, Carlo Caire, 40°, Gianluca Vernassa 53°, e Mario Milani 89°. Ritirato Loris Revelli.
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(fonte: Federciclismo.it)