#AMOLABICI – La passione e le pedalate di Romano Capitanio
Aveva deciso di partire perché aveva bisogno di restare solo con se stesso, e forse con la sua bicicletta. Aveva scelto di affrontare la Via Francigena, da Bergamo fino a Roma, di attraversare vie secondarie, viottoli, con la sua Bianchi di qualche anno fa, con dietro i borsoni per un carico di diciassette chili. “Ho scelto di andare da solo perché arrivato alla mia età” aveva detto “viene un desiderio di raccogliersi, di pensare, di uscire dal rumore di fondo della quotidianità”.
Romano Capitanio ha settantacinque anni suonati e una passione per la bicicletta davvero straordinaria. E’ uno degli ormai pochi sempre presenti alla gran fondo Felice Gimondi. Tre anni fa con due amici andò fino a Marsala, circa duemila chilometri, da Bergamo, in otto giorni. Grande ciclista. Stavolta è partito da solo, con le sue sacche, alla ricerca della solitudine. E quando è tornato ha detto: “E’ stato impossibile, continuavo a incontrare persone, camminatori, altri ciclisti e con tutti c’era qualcosa da dire, con tutti parole che cominciavano da un semplice “Come va?” oppure da un ‘Ha bisogno di qualcosa?’ e così si cominciava a chiacchierare, ed era un dialogo subito intenso, anche intimo. E’ stata un’esperienza diversa da quello che pensavo, è stata davvero meravigliosa”.
E nel suo peregrinare, in un bar di un paesino della Toscana, Romano ha visto appese fotografie di un ciclista, addirittura uno sprint in cui questo ciclista batte Eddy Merckx… era Vittorio Armani, ottimo ciclista degli Anni Settanta, dei tempi di Merckx, Gimondi, Dancelli, Zilioli, Maertens, Ocana, Fuente… E Vittorio Armani era lì, per caso, nel bar e così hanno chiacchierato, si sono conosciuti, Armani ha promesso che volentieri verrà alla crono che organizzano a Casazza, quella dello Zambetti, la cronometro a quattro corridori, tre amatori e un ex professionista.
Bene. Io ho ripreso le mie pedalate, come dicevo, a fine agosto e ieri mi sono spinto fino alla chiesa di Valsecca, tre chilometri di salita dura da S. Omobono. In origine volevo arrivare soltanto alle fonti di S. Omobono, ma poi ho pensato che potevo fare un po’ di salita. E’ andata anche bene… ma che fatica!
A un certo punto ho visto il computerino indicare 9 chilometri orari… Non perdiamoci d’animo. Al ritorno ho incontrato degli amatori di Monza e Vimercate, più giovani di me, da Fontana abbiamo salito i Torni e sbucati alla Marianna, in Colle Aperto e non mi sono nemmeno staccato. Era una bella domenica mattina, aveva piovuto durante la notte e il cielo era pieno di nuvole e l’umidità saliva dal bosco… si sentiva profumo di funghi.
Buone pedalate a tutti.