Processo "Paga e corri": tutti assolti. Per la FCI: "Commenti intempestivi"
ROMA (RM) – La Federazione Ciclistica Italiana in relazione ai commenti pesantemente negativi comparsi sugli organi di stampa a seguito della lettura del dispositivo della decisione del Tribunale Federale che ha assolto i sigg.ri Angelo Citracca, Bruno Reverberi e Gianni Savio dalle accuse a loro ascritte dalla Procura Generale del CONI, rileva come l’atteggiamento degli organi di stampa appaia quantomeno intempestivo atteso che ancora non si conoscono le motivazioni della sentenza che saranno rese note e depositate nei prossimi giorni.
Fa presente che la Procura Federale non aveva chiesto il rinvio a giudizio non ritenendo sussistenti validi elementi di prova.
Ricorda ancora che la FCI, a differenza di altre federazioni, ha scelto, con il nuovo Regolamento di Giustizia, di adottare il sistema della libera elezione dei componenti degli Organi di Giustizia, proprio per garantire la loro indipendenza ed autonomia.
Ancora una volta ci si trova di fronte ad atteggiamenti precostituiti e diretti a dare, ingiustamente, una pessima immagine del mondo del ciclismo.
comunicato stampa FCI
LA VICENZA – Bruno Reverberi, team manager della Bardiani-CSF; Gianni Savio, team manager della Androni Sidermec; Angelo Citracca, team manager della Wilier Southeast e il professionista Marco Coledan, tutti gli imputati per il processo “Paga e corri”, sono stati assolti dopo il processo che si è svolto presso la Commissione disciplinare della Federciclismo, presieduta da Salvatore Minardi. La Procura generale del Coni aveva chiesto l’inibizione da tre mesi fini a due anni. L’inchiesta sportiva aveva preso avvio dopo alcuni articoli firmato da Marco Bonarrigo sul Corriere della Sera. Secondo le testimonianze raccolte dal giornalista, era pratica comune in alcune società professionistiche di chiedere compensi in denaro in cambio di un posto in squadra.
In merito abbiamo sentito il dottor Manuel Sandoletti dello studio DCF Sport Legal: “È una sentenza certamente inaspettata, se si considerano le pesanti accuse che erano state mosse nei confronti dei deferiti. Tuttavia, va assolutamente rispettata e bisognerà attendere che vengano depositate le motivazioni del provvedimento per comprendere le ragioni che hanno orientato la decisione dei Giudici di primo grado nonché per valutare se sussistano gli elementi per una eventuale sua impugnazione avanti la Corte d’Appello Federale”.
“L’inchiesta era stata promossa a seguito di alcune dichiarazioni, mediante le quali alcuni soggetti appartenenti al panorama ciclistico italiano erano stati accusati di presunti comportamenti contrari ai principi generali dell’ordinamento sportivo che, purtroppo, in linea generale, spesso ricorrono nella maggior parte delle discipline nazionali ed a qualsiasi livello – prosegue il legale -. Ritengo che simili condotte siano di facile realizzazione a causa della mancanza di un congruo sistema di prevenzione alla commissione di tali illeciti sportivi nonché di un’efficiente potere investigativo e repressivo. Il mondo dello sport persegue, prima di tutto, un fine sociale e, in quanto tale, dovrebbe garantire l’opportunità a chiunque di farne parte, proporzionalmente al grado di valore umano e tecnico”.