Qualche volta si è tentati di pensare che esista un ordine naturale delle cose, che tutto nell’universo fili liscio e che noi uomini siamo posti in un luogo privilegiato. Altre volte no. Altre volte pare che l’universo sia un caos del quale siamo vittime. Penso a quello che succede fra Marche e Abruzzo, penso a questa ennesima disgrazia, la valanga che ha distrutto l’hotel, ai morti, alle nuove scosse di terremoto. Allora viene da essere pessimisti, da pensare che tutto proceda lungo le linee del caso.

Chissà.

Ma in questa gelida sera di gennaio penso che tanto di quello che va bene, o che va male, dipende proprio da noi uomini. E allora rientro nell’abito abituale, quello positivo, quello che crede fermamente nella possibilità del bene, di fare il bene, di realizzare il bene. Cioè una forma di serenità, di soddisfazione, di gioia. Per sé e per gli altri.

E così penso alla nostra bicicletta, al nostro ciclismo, al pedalare, al muoversi, al viaggiare. Conoscere. Pedalare, viaggiare aiutano a conoscere. A conoscere se stessi, le proprie caratteristiche e i propri limiti. E a conoscere il mondo attorno, i nostri compagni, il loro spirito, la loro capacità di soffrire e di essere generosi. E poi la natura e i paesi, le città… La bicicletta sta diventando sempre più importante, a livello economico e culturale, sociale. Inutile nasconderlo. Stiamo assistendo a una piccola rivoluzione ciclistica: le biciclette a pedalata assistita sono ormai una realtà, un mercato florido. Le piste ciclabili si ampliano, si realizzano percorsi sempre più lunghi e articolati, anche a fini turistici. Si stanno affermando anche i punti di bike sharing ecologici, con postazioni ricavate in container che sono tappezzati di pannelli fotovoltaici che producono corrente elettrica in modo del tutto ecologico, senza emissioni nocive. Per ora è un esperimento, in atto in Florida, ma la esiste una neonata impresa, una startup, la “Quikbyke” che sta cominciando la produzione e l’uso.

La civiltà della bicicletta avanza. Anche in Africa. A Marrakech è stato aperto il primo “bike sharing”, punto di utilizzo pubblico di biciclette con a disposizione ben trecento mezzi! E’ la Medina Bikes. D’altro canto, il re del Marocco è un ecologista convinto. Bici normali e bici elettriche, con annessi e connessi, stanno diventando un’attività economica di tutto rilievo: ogni anno la mobilità ciclistica, secondo “Eu cycling economy”, nei ventotto Paesi dell’Unione Europea, vale benefici economici per 513 miliardi di euro.

Non sono bricioline. E indicano bene qual è l’impatto della bicicletta sulla vita delle nostre città. Impatto positivo che deve crescere. Anche la prestigiosa rivista The Lancet si è occupata di recente di bicicletta ponendo in evidenza il rapporto tra due ruote, salute dei cittadini e qualità della città.

Insomma, può essere che il mondo oscilli tra il male del caos e il bene della ragione. Ma una cosa è sicura: il comportamento degli uomini può far pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra. E non c’è dubbio che la cultura della bicicletta contribuisca a fare di questo mondo un posto dove è un pochino più bello vivere. Ne parlavamo anche stamattina con il mio amico ciclista Antonio Pesenti, il quale mi raccontava le sue pedalate nei primi giorni dell’anno, insieme a sua moglie, alle Canarie. Che momenti affascinanti, che sensazioni. Che desiderio di pedalare in luoghi dove si ascolta soltanto il suono della brezza.

Va bene. Buone pedalate a tutti in attesa che questo gelo lasci la presa e che noi ciclisti, come le primule nei pendii, si torni nelle strade a pedalare con le nostre magliette colorate.

paolo aresi (2)

Paolo Aresi – giornalista e scrittore.
Dal 2015 cura la rubrica “#AMOLABICI, le Cicloctorie di Paolo Aresi” sul sito www.bicitv.it.
Il ciclismo è una sua grande passione, ha trascorso l’infanzia tifando Felice Gimondi.
Pedala con una certa energia, ma il poco tempo a disposizione lo penalizza.