Test sui freni a disco: il CPA invia una diffida legale all’UCI
AIGLE (SVIZZERA) – Dopo le prime corse della stagione in cui i test sui freni a disco sono ufficialmente partiti senza che venissero applicate le misure di sicurezza preventive richieste dai corridori, il CPA ha inviato una diffida legale all’UCI. In tale lettera l’ufficio legale dell’Associazione dei corridori informa l’UCI che il CPA è molto preoccupato per la situazione che si è creata con l’autorizzazione dell’uso dei freni a disco durante le corse.
“I test sono partiti senza che prima si siano condotte delle prove appropriate sui rischi a cui i corridori sono esposti in caso di contatto accidentale con i dischi (per esempio durante una caduta di gruppo)”. A questo riguardo il documento ricorda come il CPA e i suoi rappresentanti nella Commissione Materiali abbiano ripetutamente sottolineato la necessità di arrotondare il profilo dei dischi e di coprirli con delle protezioni. Il fatto che l’UCI non abbia tenuto conto di queste indicazioni rende pertanto l’UCI, secondo l’ufficio legale del CPA, inevitabilmente responsabile, per averne autorizzato l’uso senza aver applicato le necessarie misure preventive, per qualsiasi danno o incidente che dovesse capitare ai corridori.
Il CPA invita l’Unione del Ciclismo a rivedere le proprie posizioni su questo punto e a subordinare la possibilità di utilizzare i freni a disco durante le corse all’applicazione di una copertura di sicurezza degli stessi o a misure che escludano il contatto accidentale dei dischi con il corpo dei corridori.
In mancanza di questo il CPA procederà con tutte le azioni legali del caso per salvaguardare la salute e la sicurezza dei suoi associati, ai quali, in quanto lavoratori, deve essere garantita l’adozione di tutte le più opportune misure di prevenzione richieste dalla normativa in tema di sicurezza sul lavoro (es. direttiva CEE 89/391).
“Con la Commissione Materiali abbiamo tentato in ogni modo la via del dialogo attraverso le ripetute lettere e incontri che abbiamo avuto. – ha precisato Gianni Bugno, presidente del CPA -. Ora ci sentiamo costretti ad agire in modo più forte per venire ascoltati. Come abbiamo più volte detto noi non siamo contro i freni a disco ma contro la mancata applicazione delle misure di sicurezza che la maggioranza dei corridori ha chiesto prima di effettuare i test sui freni a disco in corsa.”