#AMOLABICI – Bergamo, il Giro d’Italia e il ciclismo… una storia infinita!
Quattro bergamaschi hanno vinto il Giro d’Italia: Antonio Pesenti, Felice Gimondi, Ivan Gotti, Paolo Savoldelli. Due altri hanno sfiorato la vittoria: Flavio Giupponi, secondo nel 1989 a poco più di un minuto da Laurent Fignon, e Gibì Baronchelli, secondo nel 1974 a soli dodici secondi da Eddy Merckx. Altri hanno vinto la classifica a punti, la classifica del miglior giovane, del miglior corridore “isolato”. Ma il dato che più mi ha colpito dei tanti che sono stati comunicati mercoledì scorso durante la presentazione delle due tappe bergamasche del Giro d’Italia 2017 è stato quello del numero di partecipanti: più di cento. Cento edizioni del Giro e oltre cento bergamaschi che lo hanno corso. Molti di loro non ci sono più. Il primo bergamasco a correre il Giro fu Pietro Fasoli, nel 1912.
Mercoledì sera, 12 aprile, eravamo al centro congressi Giovanni XXIII, in città, la sala era gremita, ci saranno state più di trecento persone, tutta gente del ciclismo. Tanti ospiti, due bravi conduttori (Simona Befani e Paolo Marabini, Simona di Bergamo TV e Paolo della Gazzetta dello Sport), ricordi dei diversi Giri d’Italia che sono passati per Bergamo. Per esempio il ricordo della strepitosa vittoria di Felice Gimondi in via Tasso, nel 1976, davanti a Eddy Merckx.
Ma il momento più emozionante è stato quando i presentatori hanno invitato i corridori ed ex corridori che erano in platea e che avevano partecipato al Giro d’Italia a salire sul palco. All’inizio alla chetichella, con timidezza, qualcuno si è alzato e ha salito la scaletta. E poi dietro tutti gli altri: una trentina. Chi con la cravatta, chi in maglioncino, chi con il giubbetto. Tanti ormai anziani, lo sguardo intimidito dai riflettori. Per tutti un grande applauso, il più grande della serata. Perché lo ha detto lo stesso Felice Gimondi che tutti loro hanno onorato il Giro e la terra bergamasca con le loro fatiche, il loro sudore, la loro onestà. Anche se magari sono ben in pochi che si ricordano di loro.
Perché il tempo è così, passa e vuole cancellare ogni cosa. Ma il bello è andare a riscoprire le realtà che c’erano, come questo attimo di presente, e poi si sono dissolte. Riscoprirle e farle rivivere. La memoria, gli archivi, le pagine di giornale ci aiutano a non perdere il patrimonio della storia.
Sul palco poi sono saliti i tre vincitori, Gimondi, Gotti e Savoldelli. Ed è stato ricordato il Tone Pesenti, che nel 1932 infiammò i bergamaschi, e non solo, andando a vincere il Giro. Antonio “Tone” Pesenti, da Zogno, morì nel 1968, a soli sessant’anni. Troppe le fatiche sopportate. Aveva aperto un negozio di ciclista, in piazzetta Santo Spirito, a Bergamo. Quando lui morì, lo portò avanti la moglie, Emma, donna di ferro. Poi il figlio, Guglielmo. Poi i nipoti, Antonio e Luca. E proprio Luca è salito sul palco, mercoledì, per ritirare un piccolo ricordo del nonno.
Anche quest’anno il Giro si fermerà a Bergamo; come non dire grazie a Bettineschi e soci, alla Promoeventi Sport, protagonisti assoluti di questo ritorno? Un impegno gravoso, affrontato soltanto per passione. Grazie!
Stiamo entrando nel cuore della stagione ciclistica. Mercoledì mattina è stata presentata anche la Felice Gimondi, la grande festa dei cicloamatori. Anche quest’anno i tre percorsi classici, anche quest’anno si punta ai quattromila iscritti. Un lungo fiume che attraverserà le strade delle valli bergamasche domenica 6 maggio. Causando magari qualche disagio agli automobilisti: ma perché non fare della giornata del 6 maggio, della giornata della Gimondi, una grande festa ecologica per tutti? Mettendo al bando le automobili fino almeno alle quattro del pomeriggio? Giuseppe Manenti, organizzatore, lo propone da anni, ma politici e amministratori non raccolgono l’invito.
Peccato. La Felice Gimondi è una delle grandi manifestazioni della nostra terra: per correrla viene gente persino dall’Australia.
E ci sarà anch’io. Dal 2000 a oggi l’ho saltata soltanto due volte, per motivi di forza maggiore.
Obiettivo: come sempre, fare del mio meglio, non farmi male, e magari arrivare con la forza di fare ancora un sorriso.
Buona Pasqua di Resurrezione. E buone pedalate a tutti.
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Paolo Aresi – giornalista e scrittore.
Dal 2015 cura la rubrica “#AMOLABICI, le Cicloctorie di Paolo Aresi” sul sito www.bicitv.it.
Il ciclismo è una sua grande passione, ha trascorso l’infanzia tifando Felice Gimondi.
Pedala con una certa energia, ma il poco tempo a disposizione lo penalizza.