FILOTRANNO (AN) – Il piccolo stadio di Filottrano ha riunito oltre cinquemila persone tra amici, conoscenti, fan, sportivi, colleghi attuali e del passato e compagni di squadra dell’Astana che ieri hanno voluto dare un ultimo saluto a Michele Scarponi, il ciclista tragicamente scomparso lo scorso sabato in seguito ad un incidente stradale mentre era in allenamento sulle strade di casa.

Un lungo, sentito, tenero abbraccio di una folla commossa che è arrivato a Filotranno, ma da tutto il mondo del ciclismo che negli ultimi giorni si è stretto in toto attorno alla famiglia di Michele facendo sentire forte il suo sostegno. Erano presenti a Filotranno persone di tutte le età, così come in tante gare in giro per l’Italia e per il mondo, negli ultimi giorni il pensiero dei vincitori è sempre solo andato a Scarponi. Da Valverde alla Liegi, da Nibali in Croazia tra i professionisti, Marta Bastianelli e Seid Lizde vincitori ieri a Roma del Gp della Liberazione, e tanti tanti altri, anche nelle categorie giovanili. Decine e decine di braccia alzate al cielo, là dove anche dei palloncini colorati ieri, dalle Marche, hanno accompagnato l’ultimo volo dell'”Aquila di Filotranno”.

Ai funerali erano presenti il campione del mondo Peter Sagan, l’ex compagno Vincenzo Nibali, Fabio Aru con tutto il team Astana, la squadra di Michele Scarponi che tra pochi giorni, proprio per il forfait del sardo, avrebbe guidato da capitano al prossimo Giro d’Italia. C’era il presidente della Federciclismo Renato Di Rocco ed il CT della Nazionale italiana Davide Cassani che ha esordito nel suo sentito discorso con un “Ciao capitano” e ha concluso lasciando una maglia della Nazionale sulla bara, quella maglia azzurra di cui il CT e il corridore marchigiano avevano parlato venerdì scorso, al Tour of tre Alps dopo l’ultima sua vittoria. Gli ex Gilberto Simoni e Ivan Basso e c’era anche l’ex calciatore e allenatore Roberto Mancini, conterraneo di Scarponi e suo tifoso.

Struggente il ricordo di Marco, il fratello di Scarponi, che ha letto un articolo scritto quattro anni fa per un giornale locale: “Nelle sue gambe non ci sono solo fatica e sacrificio, ma un invisibile un per cento fatto di storia, quella lunga è inarrestabile storia collettiva che ci fa innamorare del ciclismo”.

La funzione religiosa era stata celebrata dal cardinale Edoardo Menichelli che durante l’omelia ha sottolineato: “Michele deve rimanere un patrimonio per le qualità umane che appartengono alla storia di questa cittadina”. Terminata la cerimonia, il feretro è stato accompagnato al cimitero accompagnato dalla sua gente e dai familiari.

(Servizio a cura di Giorgio Torre)