Lorenzo Rota e Vincenzo Albanese, due giovani debuttanti al Giro d’Italia
REGGIO EMILIA (RE) – Saranno due i debuttanti assoluti al Giro d’Italia della Bardiani-CSF, Vincenzo Albanese e Lorenzo Rota. Campano di nascita ma toscano di adozione il primo, bergamasco il secondo, sia Vincenzo che Lorenzo saranno tra i più giovani del plotone.
“Essere il più giovane della centesima edizione del Giro d’Italia è un riconoscimento che mi piacerebbe avere” ha spiegato Albanese, classe 1996 e vent’anni compiuti a novembre “ma da venerdì, quando si inizierà a fare sul serio, conterà relativamente. Mancano pochi giorni al via e inizia a salire la tensione. Fino all’anno scorso correvo con i dilettanti, ora mi appresto a realizzare il sogno che avevo da bambino. Ho spesso sentito dai miei colleghi quanto sia speciale per un italiano il Giro, ora inizio a capire cosa significhi. Un misto di orgoglio e onore, una sensazione finora mai provata, piacevole, ovvio, ma anche strana”.
“Il mio obiettivo è far sì che questo primo Giro sia un’esperienza positiva, voglio godermi ogni istante. Ho voglia di fare bella figura e, benché la squadra mi abbia chiesto di dare il massimo senza mettermi pressioni, l’orgoglio di voler primeggiare c’è sempre. E’ parte del nostro essere corridori. Non ho in mente tappe o arrivi particolari, ma è chiaro che non mi lascerò sfuggire nessuna occasione. Sono grato alla squadra per la fiducia che mi ha concesso e non vedo l’ora di attaccare il numero”.
“Questa vigilia è una sorta di limbo” ha affermato Rota, al secondo anno da prof e che compirà 22 anni proprio durante il Giro, il 23 maggio. “Sulla carta so cosa significa un grande giro, cosa mi aspetta, ma la realtà sarà un’altra cosa. Una corsa di tre settimane è un’incognita per il mio fisico. Sono molto motivato e convinto che mi farà fare un salto di qualità importante”.
“L’obiettivo è correre il Giro, e finirlo, senza alcun rimpianto e sapendo di aver dato tutto per la squadra e per me stesso. Sarà esaltante confrontarsi con un cast stellare. Ho potuto già testarmi in una prova World Tour, ma qui sarà diverso. Saranno ventuno tappe dure sia sotto l’aspetto fisico che mentale. Non sono preoccupato, ma concentrato. Cerco di pensare il meno possibile alla fatica che mi aspetta e preferisco riflettere sull’importanza dell’occasione. Non lascerò nulla di intentato, poi sarà la strada a giudicarmi”.