PUY-EN-VELAY (FRANCIA) – La quindicesima tappa del Tour de France, da Laissac-Sévérac l’Église a Le Puy-en-Velay, di 189,5 chilometri, ha incoronato l’olandese Bauke Mollema (Trek-Segafredo). Un’altra frazione di media montagna; soprattutto un altro trasferimento ricco di insidie, buono per imboscate e fughe bidone.

C’è quasi riuscito Damiano Caruso, eletto capitano della BMC con l’uscita di scena di Richie Porte. Il siciliano anima una lunga fuga da lontano, con diversi compagni in squadra. Il tentativo è chiaro: rientrare in classifica e provare, nella terza settimana, a giocarsi le carte per un podio sulle alpi, terreno ideale per il corridore ragusano.

Il tentativo gli riesce a metà. Al termine di una tappa che ha visto gli italiani particolarmente attivi, con un ottimo secondo posto di Diego Ulissi (buone indicazioni dal toscano, anche in ottica Nazionale), Caruso si ritrova a guadagnare circa 4’. Molti, ma non tanti quanti avrebbe potuto se non fosse accaduto che improvvisamente, come ormai sempre più spesso succede in queste frazioni interlocutorie, il gruppo dei big non esplodesse.

La miccia l’accende, involontariamente e ancora una volta, Chris Froome, nuovamente appiedato da noie meccaniche. Mancano una quarantina di chilometri al termine. Siamo ai piedi dell’insidioso Col de Peyra Taillade. Froome si ferma, smanetta con la bici. Davanti, con buona pace del fairplay sbandierato una settimana fa in analoga occasione, la AG2R di Bardet scatena il forcing a cui rispondono tutti gli uomini di classifica compreso Fabio Aru (Astana).

Il Team Sky ferma i suoi uomini, tranne Landa, per aiutare il capitano. Che con il suo andare claudicante e approssimato recupera senza particolari isterismi. Quando Henao lo abbandona, allora tocca a Landa, costretto a staccarsi dalle costole di Aru (marcato a vista) e ad attendere Froome. Ma ormai il più è fatto.

A 2 chilometri dalla vetta la maglia gialla torna in gruppo; scampato pericolo. Unico effetto di questa azione è stato quello di ridurre lo svantaggio nei confronti del gruppo Caruso dagli 8’ a 6’. Oltreché dare un ulteriore conferma che Quintana a questo Tour è solo il lontano ricordo del corridore visto in questi anni.

Il vantaggio dei fuggitivi resterà invariato all’arrivo. Mollema evade quando mancano 30 chilometri all’arrivo. Sorprende tutti, in particolare Diego Ulissi, il più veloce del gruppo e quello con la condizione, almeno a giudicare da quanto visto oggi, migliore. Il toscano proverà a recuperare, portandosi dietro anche il sempre presente Barguil, Gallopin e Roglic. I quattro arriveranno ad una manciata di secondi dall’olandese prima di lasciargli definitivamente il campo.

Per quanto riguarda la classifica generale, nulla di invariato. Domani giornata di riposo, per ritemprare le forze dopo una settimana corsa a ritmi pazzeschi. Da martedì ci sono le Alpi; lì, dove osano le aquile e nel paradiso delle marmotte si vedrà chi ha ancora energie per attaccare.

ORDINE D’ARRIVO:

1 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo 4:41:47
2 Diego Ulissi (Ita) UAE Team Emirates 0:00:19
3 Tony Gallopin (Fra) Lotto Soudal
4 Primoz Roglic (Slo) Team LottoNl-Jumbo
5 Warren Barguil (Fra) Team Sunweb 0:00:23
6 Nicolas Roche (Irl) BMC Racing Team 0:01:00
7 Lilian Calmejane (Fra) Direct Energie 0:01:04
8 Jan Bakelants (Bel) AG2R La Mondiale
9 Thibaut Pinot (Fra) FDJ
10 Serge Pauwels (Bel) Dimension Data

CLASSIFICA GENERALE:

1 Christopher Froome (GBr) Team Sky 64:40:21
2 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:00:18
3 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale 0:00:23
4 Rigoberto Uran (Col) Cannondale-Drapac 0:00:29
5 Daniel Martin (Irl) Quick-Step Floors 0:01:12
6 Mikel Landa (Spa) Team Sky 0:01:17
7 Simon Yates (GBr) Orica-Scott 0:02:02
8 Louis Meintjes (RSA) UAE Team Emirates 0:05:09
9 Alberto Contador (Spa) Trek-Segafredo 0:05:37
10 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team 0:06:05

(fonte: Federciclismo.it)