Leonardo Fedrigo non scorda la pista. Serve una mano per i giovani? Eccomi…
VERONA (VR) – Leonardo Fedrigo ama la pista. Sugli anelli ha raccolto, negli anni, belle soddisfazioni (è stato campione italiano allievi nella corsa a punti) e in un momento di difficoltà al suo primo anno tra i professionisti (con la Continental Team Wiggins) alla pista ritorna «quasi fosse un nuovo inizio» (Photobicicailotto).
Così, appena ha la possibilità, libero dagli impegni come stradista, raggiunge il “San Lorenzo” di Pescantina e lì sorprende, inventadosi il mestiere di aiutante di Sergio Bianchetto, sempre presente al velodromo, alla guida della moto per far girare i giovani, responsabile del Centro sostenuto dal Comitato Provinciale.
Fedrigo, appena mette piede, o meglio le ruote, in pista si accorge di «ragazzi che pedalano bene», ma anche «di diversi che non sanno destreggiarsi al meglio». Così si propone: «Se volete, mi metto a disposizione per trasmettere la mia esperienza». Così è «e qualche frutto si comincia a vedere». Spiega: «Sapevo che c’erano delle gare a Pescantina. Mi sono detto: faccio un salto e vedo se posso girare anch’io. Seguo l’americana. E’ la specialità che più mi piace perché non esige solo gambe, ma testa e tecnica. Vedo un paio di ragazzi fare bene, ma anche tante lacune. Bisogna anche dire che, spesso, durante gli allenamenti, sono solo in quattro-cinque a girare e questo influisce sulla qualità del lavoro. Poi, quando in gara ci sono 12-13 coppie, si trovano ad affrontare situazioni ben diverse. L’americana, poi, richiede allenamento costante. Vedo ragazzi che mancano di coordinazione, che non sanno bene come prendere per mano il compagno di coppia e lanciarlo. Sono tutte questioni tecniche che si possono apprendere. Anch’io, all’inizio, sbagliavo. Ora sono in grado di trasmettere quanto imparato, ad aiutare i giovani a crescere: lo trovo giusto e doveroso».
Leonardo Fedrigo, cresciuto tra Isolano (da esordiente), Luc Bovolone (da allievo) e Assali Stefen Cadidavid (da juniores), ammette di «non essere del tutto soddisfatto di questi primi mesi tra i professionisti». «I risultati – riferisce – sono stati deludenti. Sicuramente, speravo in qualcosa di meglio, ma è stato, comunque, un periodo molto ricco per acquisire esperienza. Ho corso il Giro d’Italia Under 23: era la mia prima corsa a tappe oltre i tre giorni. Ed ho corso e concluso la Parigi-Roubaix, la corsa dei miei sogni. E’ arrivato un 5° posto al campionato italiano Under 23 su strada, mentre tra i prof ho colto un 12° posto in una corsa in Belgio».
Il Team caro al baronetto d’Inghilterra, Bradley Wiggins, l’ha accolto tra i prof, ma Fedrigo medita, se possibile, di «cambiare squadra». Ritiene che «l’ambiente non mi si addica per quanto riguarda i tipi di corsa e le possibilità avute, veramente poche». Ora conta molto «di poter gareggiare in pista alla Tre sere di Pordenone». Spiega: «Sto cercando di fare un passo indietro, ripartendo dalla pista proprio come opportunità di rilancio. In questo ultimo periodo, mi sto allenando più su pista che su strada. Avverto molto il fatto che quello che ti tà la frequenza della pista, quest’anno, mi sia mancato per le corse su strada».
Così Fedrigo ha abbinato questo «passaggio per me obbligato per migliorare anche su strada» all’«insegnamento, per quanto posso, ai giovani che incontro a Pescantina». «Un corridore che frequenta la pista – precisa – sarà sempre migliore anche su strada. Non dimentichiamo che per i vari Viviani, Guardini, Minali, tutto è partito da qui, da Pescantina: la pista è a posto, la rete sistemata, il manto non ottimale, ma in buone condizioni. In più c’è Bianchetto che è il massimo in Italia per trasmettere il suo bagaglio di tecnica e esperienza. Mi piace dare anch’io un contributo. Si stanno preparando i quartetti per il campionato italiano e con Sergio, anche in modo scherzoso, invitiamo ad avere il “pelo sullo stomaco”, a lasciare la paura sul prato. Un grande maestro che ora non c’è più, il “Posta” Roberto Cordioli, mi diceva che dalle piccole cose di ogni giorno si impara a fare grandi cose. Ecco, contribuire a dare anche solo una piccola cosa a questi ragazzi, mi gratifica».
(Servizio a cura di Renzo Puliero)