Claudia Cretti trasferita a Brescia per la riabilitazione. Il papà: “Ci vorrà tanto tempo e tanta pazienza!”
BRESCIA (BS) – Alle 14 di ieri pomeriggio in una clinica riabilitativa di Brescia, 26 giorni dopo quel terribile incidente avvenuto durante la settima tappa del Giro Rosa, è cominciato un nuovo e lungo viaggio per Claudia Cretti, quello della riabilitazione.
Ha lasciato alle sei di ieri mattina l’Ospedale Rummo di Benevento, lasciandosi alle spalle 26 giorni molto duri: la caduta, ore in cui si è temuto il peggio, il coma, poi il risveglio e ora la speranza. Un viaggio di 8 ore in ambulanza. Ad accompagnarla anche il rianimatore e l’infermiera che erano al seguito dello staff medico del Giro Rosa che per primi la soccorsero nella maledetta discesa della “Zingara morta” quel 6 luglio e che hanno voluto fortemente essere vicino a Claudia in questo momento delicato.
“Ci tenevano tantissimo ad essere presenti e a porteci aiutare – precisa papà Giuseppe Cretti – Loro sono stati i primi ad intervenire dopo l’incidente di Claudia. Li devo ringraziare, abbiamo avuto modo di parlare, mi hanno raccontato nuovi dettagli, sarebbero bastati dieci minuti in più e Claudia non sarebbe più stata qui con noi”.
Ma ora è il tempo della speranza. “Oggi è il giorno zero”, prosegue papà Cretti dopo una giornata intensa e che fa iniziare un nuovo percorso: “Abbiamo parlato con i nuovi medici e sono rimasti sorpresi di come le condizioni di Claudia siano al di sopra delle aspettative. Questo ci dà molta fiducia. Inizieranno subito a sollecitarla con degli stimoli particolari. Il suo cervello va piano piano riacceso. Ci hanno spiegato che quello di Claudia è un cervello che ha avuto una forte lesione e ci vorrà tanto tempo per lavorare con lei e soprattutto avrà bisogno anche di tanto riposo e di vedere pochissime persone”.
Per questo motivo non sarà possibile andare a visitare Claudia nella nuova struttura, dove potranno incontrare solo i più stretti familiari. “Vedere troppe persone, ci hanno spiegato, potrebbe recargli dei danni – precisa ancora papà Cretti -, in questo momento il suo cervello ha bisogno di avere pochi punti di riferimento che possiamo essere noi della famiglia, ma nemmeno tutti insieme, anche perchè si deve in primis abituare al nuovo ambiente”.
“Ci vorrà tanto tempo e tanta pazienza”, sono le parole che i medici fin dai primi giorni hanno ripetuto alla famiglia Cretti e che risuonano nella testa di Giuseppe, che ce le ripete più volte nel corso della telefonata. “Claudia ha anche cercato di parlare, ma dice cose incomprensibili. Ma sono comunque dei segnali. Arrivata nella nuova struttura le hanno fatto subito una fotografia dello stato generale e poi di giorno in giorno i medici valuteranno in base a dei parametri a quali stimoli sottoporla e come procere con la riabilitazione. Insomma un lavoro molto lungo”, ribadisce Beppe Cretti.
In chiusura il papà di Claudia Cretti vuole dire grazie a tante persone: “Sicuramente dobbiamo ringraziare tutto lo staff medico dell’Ospedale di Benevento che ha fatto un lavoro eccezionale e tutte le persone che ci sono state vicino. Un grande grazie va alle migliaia di persone che anche virtualmente ogni giorno ci hanno fatto sentire il loro sostegno e ci hanno dato una grande forza che abbiamo provato a trasmettere a Claudia e che ci ha fatto lottare tutti insieme. Siamo rimasti davvero sorpresi dal grande clamore e dall’affetto che Claudia ha suscitato”.
Due giorni fa anche la mamma di Claudia, Laura, ha postato su Facebook le sue emozioni e ha ringraziato chi in queste settimane è stato di conforto per la famiglia: “Tra qualche ora torneremo in Lombardia, noi a casa, tu nel centro riabilitativo – ha scritto -. Inizia una nuova avventura. Per noi può essere solo bella. I medici della neurorianimazione ci hanno detto che non ricorderai nulla di questi 26 giorni trascorsi qui. Noi invece ci ricordiamo e ci ricorderemo tutto. La cosa bella è che non abbiamo solo ricordi di dramma, disperazione, paura. Ci sono una serie di emozioni , immagini, persone che ci portiamo nel cuore con affetto e riconoscenza”.
(Servizio a cura di Giorgio Torre)