VERONA (VR) – L’Arena alle spalle, pronto a respirare l’opera ed ammirare il Nabucco. Niente bici per Davide Cassani, per una sera (lo scorso sabato) ospite speciale dell’anfiteatro nell’incontro organizzato da Battista Cailotto con il presidente della Federciclismo Renato Di Rocco, il numero uno della Federazione belga Van Damme e il consigliere dell’Uci portoghese Artur Lopes, oltre al sovrintendente della Fondazione Arena Giuliano Polo che ha ricevuto in dono una maglia della Nazionale azzurra. Quella che ha indossato poche settimana fa Elia Viviani al Campionato Europeo, chiuso con un argento arrivando ad un centimetro dall’oro  (nella foto Photobicicailotto, da sinistra: Battista Cailotto, Ferraro, Van Damme, Lopes, Di Rocco, Polo, Cassani e Roberta Cailotto).

La prima battuta del commissario tecnico dell’Italia però è proprio per l’opera. «Amo la musica da sempre, da piccolo suonavo il sax e volevo fare il conservatorio, mia madre non voleva e allora mi sono concentrato solo sulla bici». Meglio così per tutti gli appassionati di ciclismo, per la sua carriera da atleta proseguita poi alla guida della Nazionale. Impossibile non parlare di Viviani e del grande traguardo sfiorato.

BRAVO LO STESSO. «Abbiamo preparato molto bene l’Europeo e ci è scappato per un centimetro, la squadra è stata bravissima così come Elia Viviani che meritava il successo – continua Cassani – devo dire che poi una settimana dopo si è rifatto vincendo ad Amburgo e poi conquistando anche due tappe in Francia, dimostrando così che la preparazione era stata ottima». Adesso però c’è un altro grande appuntamento in vista, i Mondiali di Bergen tra poche settimane. «Mi incontrerò con Elia, doveo farlo già oggi (sabato scorso per chi legge, ndr) ma all’ultimo minuto è stato convocato dal Team Sky per il Bretagne Classic Ouest (che poi ha anche vinto, ndr), mi fa piacere, è una corsa importante e mi dà la possibilità di valutarlo anche su percorsi più difficili rispetto all’Europeo e ad Amburgo».

SOGNO MONDIALE. Immaginando magari un ruolo del velocista veronese anche nella squadra azzurra impegnata in Norvegia nella competizione iridata. «Il Campionato del Mondo non è completamente pianeggiante, ci sono comunque tremila metri di dislivello, per questo motivo devo confrontarmi con lui per capire se potrà essere utile alla squadra», spiega il CT azzurro, «ci sono dei favoriti come Sagan, Van Avermaet, Boasson Hagen, Kristoff – il vincitore degli Europei proprio davanti a Viviani – sono convinto di poter schierare una buona squadra ed è naturale che tra i papabili ci sia anche Elia, per quello che ha fatto e per quello che ha dimostrato nell’ultimo periodo. Il problema è che quest’anno non ha fatto nessuna corsa a tappe». Uno dei motivi per cui il ciclista scaligero ha deciso di cambiare squadra, passando dal Team Sky alla Quick Step. «Penso che per lui il Team Sky sia stato molto importante, è cresciuto in una squadra di alto livello, credo che in questo momento la Quick Step sia ideale per Viviani». Pronosticando un futuro ancora più importante. «Sono convinto che al prossimo Giro d’Italia potrà vincere due o tre tappe, perchè è cresciuto e perchè avrà la possibilità di avere almeno tre uomini, lui non li ha mai avuti, ha fatto la scelta migliore e lo vedranno tutti, al Giro e non solo».

La Verona delle due ruote si coccola anche Davide Formolo. «È stato poco bene ultimamente, si sta riprendendo per cercare di fare risultati nel finale di stagione: anche lui cambierà squadra e potrà trovare qualcosa di interessante». Ma Cassani è convinto delle qualità dello scalatore veronese. «Comunque all’ultimo Giro d’Italia ha fatto uno scalino ulteriore di crescita, è migliorato e l’abbiamo visto protagonista spesso, anche se gli è mancato qualcosa. Dopo Nibali e Aru per le corse a tappe c’è Davide Formolo, penso che possa diventare veramente bravo: la testa ce l’ha, la voglia di sacrificarsi e di fare non gli manca, oggi queste caratteristiche possono fare la differenza, oltre alle doti che ha già dimostrato di avere». 

(Servizio a cura di Luca Mazzara)