Infiltrazioni d’acqua e attività indoor a rischio. Cosa succede al Velodromo di Montichiari?
MONTICHIARI (BS) – L’annullamento dei Campionati Italiani Assoluti su pista, che erano programmati dal 4 all’8 ottobre, ha posto all’attenzione del opinione pubblica i seri problemi strutturali che ormai da tempo tormentano il Velodromo Fassa Bortolo di Montichiari, l’unico impianto coperto per il ciclismo su pista in Italia che indubbiamente ha portato ampi benefici, anche in termini di medaglie, al nostro movimento.
INFILTRAZIONI D’ACQUA – Il problema è che la pioggia filtra dal tetto guasto da tempo e l’acqua scende sulla pista mettendo a rischio l’incolumità degli atleti. Tradotto: struttura inagibile e sicurezza dei corridori messa a rischio, nonostante gli sforzi dei fratelli Bregoli prima e dell’Asd Energy ora che da gennaio è succeduta nella gestione dell’impianto monteclarense. A meno di due mesi dall’organizzazione dei Campionati del Mondo Juniores, il rinvio – che sa più di annullamento – dei Campionati Italiani è una brutta tegola che cade sul ciclismo italiano.
ATTIVITÀ INVERNALE A RISCHIO – Il rischio concreto è quello del blocco totale dell’attività invernale in caso di pioggia. L’annullamento della rassegna tricolore è la notizia di questi giorni, ma a rischiare nelle prossime settimane è l’intera attività del velodormo, quindi gli allenamenti dei giovani, la scuola pista, l’attività amatoriale e tutte le gare invernali. Dubbi aleggiano anche sulla possibilità di allenarsi della Nazionale italiana della pista che negli ultimi anni aveva fatto di Montichiari la sua casa e che – elemento non certo trascurabile – proprio in queste settimane avrebbe dovuto rifinire la preparazione in vista dei Campionati Europei in programma a Berlino dal 18 al 22 ottobre.
DI CHI È LA RESPONSABILITÀ? – L’impressione è quella di una mancata manutenzione, di incuria e di uno scarico di responsabilità tra gli attori coinvolti che col tempo non ha fatto altro che accentuare il problema. Dalla sua inaugurazione nel maggio 2009, è la prima volta che una manifestazione viene annullata. Negli ultimi periodi il problema era stato tamponato da teloni fissati nel tempo da chi gestiva in precedenza l’impianto, ma ora la situazione non appare più sostenibile.
L’impianto bresciano ha bisogno di manuntenzione per risolvere soprattutto i problemi legati alla copertura, ma pare che ci siano anche problemi agli scarichi. Solo chi gestisce l’impianto e l’Amministazione comunale hanno davvero il polso della situazione e conoscono le reali condizioni del Velodromo.
Il sindaco di Montichiari Mario Fraccaro ha annunciato per domani, venerdì 6 ottobre, un intervento per mettere in chiaro le responsabilità.
MANCATA MANUTEZIONE – Intanto il presidente della Federciclismo Renato Di Rocco nei giorni scorsi al quotidiano Bresciaoggi ha dichiarato: “Da quando il velodromo è stato inaugurato non si è mai dato luogo alla manutenzione che in tutti gli edifici si svolge per mantenerli a livelli di eccellenza. Pertanto per via dei problemi legati alla copertura siamo stati costetti e rinviare anzi a cancellare i Campionati Italiani se si dovevano svolgere questa settimana. È stata una decisione sofferta ma l’incolumità dei corridori è la cosa più importante A questo punto credo proprio che sia giunto il momento di prendere in mano la situazione per ovviare alle problematiche elencate”.
Sempre sulle pagine di Bresciaoggi – che sta dedicando ampio spazio alla vicenda – il presidente federale, neo eletto vice presidente dell’UCI, ha aggiunto: “Credo tocchi all’Amministazione comunale di Montichiari agire. Come Federazione ci siamo assunti l’onere a suo tempo di pagare il mutuo quindicennale di 372 mila euro all’anno e tuttora stiamo onorando l’impegno. Abbiamo portato manifestazioni di prestigio a Montichiari al fine di rendere sempre più appetibile l’impianto e ora ci troviamo di fronte a un qualcosa di incredibile”.
ALLENAMENTI DELLA NAZIONALE ALL’ESTERO? – Sugli allenamenti della Nazionale Di Rocco ha spiegato: “Per il momento ci alleneremo ancora a Montichiari sperando che l’impianto non abbassi la saracinesca altrimenti nei mesi invernali saremmo costretti ad allenarci oltre i confini italiani come già accaduto putroppo negli anni passati. La speranza è che il qualche maniera il problema possa essere risolto a breve, altrimenti anche l’attività indoor, scuola ciclismo compresa, dovranno essere sospese”.
IPOTESI DALMINE PER IL RECUPERO DEI CAMPIONATI ITALIANI – Il direttore tecnico dei Campionati Italiani Fabio Perego sempre dalle pagine di Bresciaoggi dichiara: “Montichiari ha sempre risposto alla grande e sono sicuro sarà così anche questa volta. I Campionati Italiani? Cercheremo di capire se ci sarà tempo e voglia per trasferirli a Dalmine (Bergamo), anche se correre all’aperto in autinno non è il top. Ma anche buttare a mare quasi 30 maglie tricolori sarebbe un danno gravissimo alle nostre società”.
UTILIZZATI MATERIALI SCARSI – “Il velodromo è come una bella barca con una vecchia vela”, si legge sempre sulle pagine di Bresciaoggi. La metafora emerge dalle parole dell’ingegnere Eliseo Papa, progettista del velodromo di Montichiari, che ha voluto spiegare il suo punto di vista al quotidiano bresciano. La questione delle infiltrazioni d’acqua è dovuta a problemi riguardanti la guaina. “È stucchevole il gioco di tirare in ballo il progettista – attacca Papa -. Se è vero che il progetto è stato fatto da me, è altrettato vero che c’era una ditta per effetturare le operazioni e anche un direttore dei lavori. Quel tipo di guaina è stata posiziona dalla ditta e approvata dal direttore dei lavori, nonostante la mia ferma opposizione. la verità – ha aggiunto il professionista che in giro per il mondo ha creato opere architettoniche rinomate – è che sono stati utilizzati materiali scarsi perchè non c’erano soldi sufficienti per acquistare il materiale necessario per una copertura più adeguata, come ad esempio in zinco-titanio”.
UNA SOLUZIONE, 100 MILA EURO – L’Amministrazione comunale prevede un costo economico rilevante per rimette a posto il velodromo, ma Papa insiste sulla necessità di cambiare solo una parte della guaina. “In più occasioni, sia con l’attuale sindaco che con quello precedente, avevo suggerito alcuni piccoli interventi da realizzare. Purtroppo non sono stato ascoltato. Si tratta di 10 mila metri quadrati di guaina, per ripararla serviranno circa 100.000 euro”.
(Servizio a cura di Giorgio Torre)