ADELAIDE (AUSTRALIA) – Le ex atlete professioniste Iris Slappendel e Carmen Small, con Gracie Elvin (Orica-Scott) hanno annunciato la nascita di un nuovo sindacato delle cicliste chiamato The Cyclists ‘Alliance. Il nuovo gruppo rivolto al ciclismo femminile si pone l’obbiettivo di fornire supporto contrattuale e formativo, consulenza professionale e assistenza legale e pensionistica alle atlete.

The Cyclists ‘Alliance nasce da un’idea di Slappendel, ritirata di recente dopo 13 stagioni tra le professioniste, spronata dalle sue esperienze sia come ciclista che come rappresentante di categoria all’UCI. Il progetto ha richiesto più di un anno di lavoro per essere imbastito e ha fornito la sua consulenza anche Marianne Vos così come tante altre atlete hanno subito appogiato l’iniziativa, compresa la nostra Elisa Longo Borghini che appare anche nel video di presentazione. 

 

Al sito Cyclingnews la Slappendel ha spiegato: “In questo momento ci premeva iniziare a far conoscere il nostro progetto per dare un futuro migliore al ciclismo femminile e contare nell’appoggio di sempre più atlete. Al momento il consiglio direttivo è composto da me, Small nel ruolo di vice direttrice e la Elvin come direzione della comunicazione, ma è una cosa provvisoria. Entro 18 mesi contiamo di fare delle elezioni per formare il nuovo consiglio”

“Abbiamo tante ragazze intelligenti in gruppo – continua la Slappendel – e dobbiamo dare loro la forza di portare avanti le loro idee e opinioni, che i loro valori siano rispettati, senza che debbano per forza sottostare alle decisione dei loro manager”

I dati emersi da un sondaggio effettuato in fase preliminare su un campione di 450 atlete professioniste nel mondo sono scioccanti, ma forse non sorprendenti. Quando si parla di stipendi, il 50% delle atlete intervistate dichiara di guadagnare meno di 10.000 Euro all’anno, il 29% guadagna 5.000 Euro o meno e ben il 17% non percepisce alcuno stipendio. Di coloro che non guadagnano uno stipendio, solo il 5,6% ha almeno un’assicurazione sanitaria e il 21,4% dichiara di essere costretta a pagarsi le spese di viaggio. Circa il 52% delle atlete, emerge sempre dal sondaggio, a un certo punto della propria carriera è stata costretta a rimborsare la propria squadra per i costi di assistenza meccanica, esami medici e viaggi. La stessa percentuale ammette di avere bisogno anche di un secondo lavoro per poter arrivare a fine mese. Circa il 91% delle cicliste ha dichiarato di aver firmato un contratto senza aver prima consultato un avvocato.