Ekoi Petrucci: crescita continua e nel 2018 arriva anche la squadra femminile
CASTEL D’AZZANO (VR) – L’Ekoi Petrucci prepara la sua quarta stagione. La società guidata da Raffaello Cordioli, nata dall’unione di due società storiche come La Rizza e Cordioli, «gara dopo gara, domenica dopo domenica, si è ritagliata un ampio spazio nel mondo del ciclismo veronese e nazionale».
Lo testimoniano quattro titoli regionali e uno provinciale conquistati nel corso del 2017, un terzo posto ai campionati italiani su pista, l’affermazione nella gara di casa (Gp Ekoi), le decine di successi tra i giovanissimi, «ma, soprattutto – sottolinea Cordioli – l’aumento esponenziale nel numero degli atleti iscritti, che essi siano allievi, esordienti o giovanissimi».
«Questi successi – prosegue il presidente – resteranno nella storia della società e ci danno la forza di andare avanti, guardando al futuro, tenendo conto, non solo dei successi, ma soprattutto dagli errori commessi, per continuare a crescere. Gli errori, molte volte, vengono dal troppo amore che i dirigenti hanno per questo sport, per questi ragazzi e per i colori sociali che, ricordo, provengono da lontano».
Raffaello Cordioli cita, così, il Gs Cordioli e quel Gs La Rizza che nel 2018 festeggia i 50 anni di vita, tornando a riproporre sulle strade di Rizza quella che, per tanti anni, è stata una vera e propria classica per gli allievi.
Se nel 2017, l’Ekoi Petrucci ha portato alle corse 50 atleti, ai nastri di partenza del 2018 il numero sarà più alto e, accanto a giovanissimi, esordienti e allievi, vi sarà la bella novità della presenza di una nuovissima formazione femminile, esordienti e allieve.
«Si tratta – fa presente Cordioli – di uno sforzo grandissimo che può essere possibile sostenere solo grazie all’aiuto di sportivi e imprenditori amici che riescono a darci la tranquillità per pensare a nuovi progetti, vedi appunto la formaziome femminile, mettere nel mirino grandi obiettivi e organizzare belle manifestazioni come le quattro gare di Dossobuono del Gran Premio Petrucci, in calendario il 19 agosto. Ci auguriamo che i nostri ragazzi e ragazze capiscano quanto fortuna abbiano a rappresentare i marchi di questo sponsor e che indossare una maglia o l’altra non porta le stesse emozioni e gli stessi sentimenti».
Michele Brombini (vicepresidente della società) per Ekoi e Maurizio Petrucci sono i punti di riferimento e principali sostenitori del gruppo assieme ad altri imprenditori che credono nella funzione sociale di chi si impegna nel ciclismo di base. La squadra, nel 2018, non pedalerà più su bici Merida. La società, infatti, ha deciso di tornare ad affidarsi ad una grossa realtà dell’artigianato e componentistica veronese rappresentata dalla famiglia Tagliaro.
Raffaello Cordioli ricorda che uno dei concetti base dell’attività dell’Ekoi Petrucci «non è la ricerca dei risultati a tutti i costi, ma il rispettare la crescita funzionale degli atleti e la richiesta del massimo impegno». Ribadisce: «No all’esasperazione. Purtroppo, per qualche esagitato genitore l’essere troppo buoni è stato frainteso. L’essere un dirigente di una società giovanile è una missione gratuita, che il più delle volte toglie spazio alle nostre famiglie, che ci fa trascorrere domeniche fuori di casa, che ci fa incavolare e commuovere nel giro di pochi secondi».
A conclusione della sua relazione, tenuta nel corso della festa sociale, aperta dalla messa nella chiesa di Forette di Vigasio con la benedizione degli atleti e proseguita al Centro parrocchiale di Rizza, il presidente ha concluso: «Parola d’ordine: più impegno, più attaccamento alla maglia, più voglia di mettersi in gioco. Il ciclismo non è il body, gli occhiali, la borraccia o il guantino di un altro colore, è qualcosa che nasce dentro: qualcuno lo sente subito, altri devono attendere un po’, altri lo sentiranno solo quando saranno amatori, ma… troppo tardi. Però il ciclismo è bellissimo perché ti fa conoscere il mondo, quello vero dove molte volte le strade sono sterrate e con le buche… perché la vita è questa. E il ciclismo è vita».
(Servizio a cura di Renzo Puliero)