Michele Scartezzini: “Una medaglia bellissima e siamo un gruppo fantastico che pedala verso Tokyo 2020”
CASTEL D’AZZANO (VR) – Dopo la splendida medaglia d’argento conquistata al Mondiale dello Scratch, Michele Scartezzini si gode il momento, la gioia personale e ci tiene anche a fare un po’ di chiarezza sulla polemica scaturita dopo la sua esclusione dal quartetto. “Io non ce l’avevo con nessuno, tanto meno col CT Marco Villa – ci spiega il 26enne veronese che ieri si è concesso una giornata in famiglia e ci ha rilasciato un’intervista –. Ero molto arrabbiato, ma in maniera agonistica, soprattutto con me stesso. La mia non era una critica, ma solo il dispiacere di non poter essere parte del quartetto dopo aver lavorato tanto, con i miei compagni, tutto l’anno” (nella foto Photobicicailotto, Michele Scartezzini con la mamma Monica, papà Vanni e la sorella Beatrice).
Ma poi è arrivata quella medaglia d’argento, forse inaspettata?
“Sicuramente non me l’aspettavo. Con Marco (Villa, ndr) avevamo parlato e circa un paio di settimane prima mi aveva detto che avrei partecipato allo Scratch, ma non era uno degli obbiettivi. Per questo l’ho corso in modo molto sereno e senza grosse ambizioni di risultato. Ma per via dell’esclusione dal quartetto avevo dentro anche una rabbia agonistica che forse mi ha dato una marcia in più”.
Cosa significa questa medaglia d’argento al Mondiale?
“Prima di tutto è una grande soddisfazione a livello personale – ammette Scartezzini -. Lo Scratch è una disciplina imprevedibile dove può succedere di tutto. Io quando sono partito non ho pensato molto alla medaglia anche se sia Villa che Masotti che Cassani me l’avevano detto che ci avrei potuto provare. In futuro potrò essere più consapevole di poter cogliere le mie occasioni, ma questa, ripeto, è una disciplina imprevidibile”.
Al di là delle medaglie questo della pista azzurra è un gruppo molto affiatato…
“Sì credo proprio che la differenza, anche nei risultati, la stiamo facendo come gruppo. C’è una grande sintonia tra tutti noi. Anche Elia Viviani, che al Mondiale non c’era, ieri ci ha scritto nel nostro gruppo WhatsApp e ci ha mandato un messaggio per ringraziarci e farci i complimenti per quello che stiamo facendo. Siamo molto uniti, lavoriamo e ci divertiamo. E quando ci arrabbiamo è perchè sappiamo che avremmo potuto fare qualcosa di più importante e non ci siamo riusciti. Questa è la cosa più importante e che dà solidità al nostro gruppo”.
Un affiatamento che si è visto anche dopo la tua vittoria?
“Sì, i ragazzi hanno fatto un gran tifo per me durante la gara Scratch e si è visto con quel video che è girato in rete. Ricordo Lamon e Bertazzo che sono corsi subito ad abbracciarmi. E poi anche con Marco Villa ci siamo dati un grande abbraccio. Sicuramente è stata una delle emozioni più belle che ho provato nella mia carriera”.
Ora ti concentrerai per un po’ sull’attività su strada?
“Comincia la stagione vera e propria con la mia squadra, la Sangemini – MG.Kvis. Da due stagioni a questa parte mi sto concentrato di più nell’aiutare i miei compagni. Sono ormai quattro anni che sono in questa squadra che continua a crescere e che fa un calendario importante. Devo ringraziare Baldini e tutta la dirigenza che mi hanno accolto come un figlio e mi permettono anche di portare avanti l’attività su pista”.
E per il futuro qual è il tuo sogno e i tuoi obbiettivi?
“L’obbiettivo principale è sicuramente quello di riuscire a poter dire la mia nel quartetto per arrivare alle Olimpiadi di Tokyo 2020 più preparati rispetto a Rio. Sul discorso strada mi viene sempre più difficile pensare di poter passare in una squadra professionistica di alto livello. Considerata la mia attitudine per la pista, un altro obbiettivo è quello di poter riuscire ad entrare in un corpo militare come è accaduto di recente al mio collega e amico Francesco Lamon”, conclude Scartezzini.
(Servizio a cura di Giorgio Torre)