SANREMO (IM) – È il sigillo del campione vero. È un Vincenzo Nibali leggendario quello che con un’azione solitaria iniziata sull’ultimo tratto di salita del Poggio è andato a prendersi la Milano-Sanremo 2018. Un vero e proprio capolavoro. La conferma delle qualità di un campione grandissimo, nessuno come lui nell’era del ciclismo moderno, una vittoria destinata a restare nella storia. Dopo aver vinto tutti e tre i grandi giri (due volte il Giro nel 2013 e nel 2016, il Tour 2014 e la Vuelta 2010), dopo i due Giri di Lombardia (2015-2017), arriva il terzo monumento con la vittoria incredibile in questa Milano-Sanremo. E Dodici anni dopo Filippo Pozzato, un italiano torna a vincere la Classicissima di Primavera.

Secondo posto per l’australiano Caleb Ewan (Mitchelton-Scott) che, alle spalle del siciliano già a braccia alzate, ha battuto il francese Arnaud Demare (Groupama-FDJ) nella volata per il secondo posto. 

Il podio della Milano-Sanremo 2018

Il podio della Milano-Sanremo 2018 (foto Photobicicailotto)

Nibali, subito dopo l’arrivo, ha dichiarato: “Devo ringraziare la squadra che ha corso alla perfezione. Sono riuscito a rimanere coperto in gruppo con Colbrelli, tenendo la situazione sotto controllo. Ho attaccato e quando dalla macchina mi hanno detto che avevo 20 secondi mi sono sorpreso e ho tirato a tutta. Quando mi sono girato mi sono reso conto che i velocisti non mi avrebbero ripreso. È bellissimo ma non riesco ancora a valutare se sia la più bella vittoria della mia carriera”.

È la corsa più lunga, 294 km; sicuramente la più imprevedibile. Forse la più bella e affascinante. Oggi lo è stata di sicuro. La gara parte sotto la pioggia battente dalla piazza del Castello Sforzesco di Milano. Bastano pochissimi chilometri per vedere subito nascere la fuga di giornata, portata avanti da nove uomini: ci sono gli italiani Mirco Maestridi recente vincitore del Tour of Rhodes – e Lorenzo Rota (Bardiani CSF), Matteo Bono (UAE Team Emirates) e Jacopo Mosca (Wilier Selle Italia) – quest’ultimo di recente vincitore della classifica a punti della Tirreno-Adriatico –, poi il russo Evgeny Koberniak (Gazprom Rusvelo), l’israeliano Guy Sagiv e l’olandese Dennis Van Winden (Israel Cycling Academy), il giapponese Sho Hatsuyama (Nippo-Vini Fantini) ed il francese Charles Planet (Novo Nordisk).

Il vantaggio massimo dei nove uomini di testa supera i 7 minuti. La giornata, nella sua prima parte, per oltre 200 chilometri, è davvero difficile dal punto di vista meteorologico con pioggia battente e freddo. Il gruppo tiene sotto controllo la situazione e nel percorso di avvicinamento verso Sanremo va a ridurre il gap. In cima alla prima salita del Passo del Turchino, il vantaggio dei fuggitivi sul gruppo è sceso a 4’30”.

A una settantina di chilometri dalla conclusione, con la corsa arrivata nei pressi di Loano, se ne va la pioggia e splende un bel sole sulla corsa. Il finale sarà quindi asciutto. Il divario tra la fuga e il gruppo si è stabilizzato sui 3’30”.

Inizia il tratto dei Capi: Capo Mele, Capo Cervo e Capo Berta; proprio su quest’ultimo affonda il colpo in salita Mirco Maestri e a condurre la corsa restano in quattro con Rota, Bono e l’olandese Van Winden. Restano in avanscoperta ancora per alcuni chilometri, ma il gruppo è in forte recupero. A 30 km dalla conclusione il gruppo torna compatto.

Da lì a poco inizia la salita della Cipressa con la Mitchelton-Scott che occupa le prime posizioni, ma tra i primissimi c’è anche un pimpante Vincenzo Nibali (Bahrain Merida), mentre si stacca subito il tedesco Marcel Kittel (Katusha-Alpecin). Nella discesa della Cipressa prende in mano la situazione la Groupama – FDJ che mette davanti tre uomini e dettare il ritmo e per lasciare tranquillo il proprio capitano Arnaud Demare.

Vincenzo Nibali vincitore della Milano-Sanremo 2018

Vincenzo Nibali vincitore della Milano-Sanremo 2018 (foto Photobicicailotto)

La bagarre si accende sull’ultima salita del Poggio: con una trenata il campione tedesco Marcus Burghardt (Bora-Hansgrohe) riesce addirittura a fare il vuoto. Sulla sua ruota si riporta il lussemburghese Jean-Pierre Drucker (BMC) che rilancia l’azione e se ne va a sua volta da solo. Ma sono gli uomini della Bahrain Merida, ed in particolare Matej Mohoric a guidare il ricongiungimento e a spianare di fatto l’attacco dello “Squalo” Vincenzo Nibali che sull’ultimo tratto di ascesa se ne va tutto solo e si lancia a capofitto in discesa. Mancano poco più di 6 km al traguardo. 

Proprio in discesa esce dal gruppo, all’inseguimento di Nibali, Matteo Trentin (Mitchelton-Scott). Nel gruppo si guardano un po’ troppo e il siciliano guadagna una dozzina di secondi. Non si volta mai una volta per controllare alle spalle. Si concentra solo a spingere più che può sui pedali, anche quando torna in piano a pedalare sull’Aurelia. Gli ultimi 3 chilometri sono di un patos incredibile con il gruppo che riassorbe Trentin e mette nel mirino anche il siciliano. Ma Nibali non si arrende. Vuole scrivere la storia. Si volta per la prima volta a 50 metri dal traguardo. Capisce che è fatta. Alza le braccia al cielo e anticipa la volata del gruppo. Vincenzo Nibali scrive un’altra pagina memorabile di storia del ciclismo italiano e internazionale. Lo Squalo di Messina oggi entra nella leggenda. 

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ORDINE D’ARRIVO:

1 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida 7:18:43
2 Caleb Ewan (Aus) Mitchelton-Scott
3 Arnaud Demare (Fra) Groupama-FDJ
4 Alexander Kristoff (Nor) UAE Team Emirates
5 Jurgen Roelandts (Bel) BMC Racing Team
6 Peter Sagan (Svk) Bora-Hansgrohe
7 Michael Matthews (Aus) Team Sunweb
8 Magnus Cort (Den) Astana Pro Team
9 Sonny Colbrelli (Ita) Bahrain-Merida
10 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo

(Servizio a cura di Giorgio Torre)