NOVE MESTO POD SMRKEM (REPUBBLICA CECA) – Questa storia inizia in una povera regione della Repubblica Ceca, dove la caduta del Comunismo non ha portato sostanziali miglioramenti all’economia locale: poche imprese, reddito basso e una popolazione costretta a emigrare, chi verso Praga, chi verso la Germania. Per rimettere in moto Liberec, regione al confine con la Polonia, serviva un’idea. Un’idea che tuttavia non snaturasse la sua origine agricola e rurale (foto Michal Cerveny).

E la risposta venne individuata nella bicicletta e nello sviluppo di un turismo leggero e sostenibile. Da dieci anni a questa parte, sfruttando anche l’entrata nell’EuroZona e i fondi comunitari (processo acceleratosi dopo la crisi dei debiti sovrani), tra Liberec, Hradec Králové e Ústí nad Labem si è assistito a un fiorire di strutture pensate per la bicicletta: non solo bike park muniti di impianti di risalita, ma anche e soprattutto sentieri esclusivamente per le biciclette, a senso unico, dove è impossibile incrociare pedoni, motociclisti o altri ciclisti in direzione opposta.

La sintesi di quanto detto sono i percorsi allestiti a Nove Mesto Pod Smrkem (http://www.singltrekpodsmrkem.cz/en/): una novantina di chilometri allestiti tra la montagna di Smrk e i pendii settentrionali delle montagne di Jizera. I sentieri sono stati progettati dal progettista gallese Dafydd Davis e prevedono piccoli strappi che immettono in veloci ed entusiasmanti flow tra conifere, radici e pietre. Uno spettacolo di prim’ordine, anche per chi non ha una tecnica eccezionale: in questi tracciati – divisi comunque in quattro livelli di difficoltà – è la velocità che rende più o meno tecnico i passaggi.

Che le caratteristiche di questi tracciati fossero diverse rispetto a quelli di Vysočina ce lo avevano accennato le guide della Czech Mtb Holidays; tuttavia nessuno dei dieci giornalisti si sarebbe aspettato un divertimento simile. Velocità, linee da interpretare, salti, gap, drop, paraboliche, il tutto in sentieri mappati alla perfezione e ancora meglio conservati: non una pietra o un ramo tra le ruote, nonostante si fosse in mezzo alle foreste.

Il motivo di questa completa manutenzione dei trails risiede nel fatto che intorno a questo paradiso delle due ruote si è sviluppato un piccolo business, fatto di guest house, piccoli ristoranti a gestione familiare, meccanici e bar. Un tesoretto stimato in 80mila persone all’anno e che la gente del posto ha deciso di tutelare a tutti i costi. Per la gioia degli amanti della mountain-bike.

(Servizio a cura di Roberto Amaglio)