Lo svizzero Marc Hirschi campione del mondo Under 23 a Innsbruck 2018
INNSBRUCK (AUSTRIA) – Lo svizzero Marc Hirschi indovina l’assolo finale e diventa il nuovo campione del mondo della categoria Under 23. Andato all’attacco negli ultimi chilometri, poi a otto dall’arrivo è riuscito a staccare gli altri due compagni di fuga e a presentarsi tutto solo sul traguardo di Innsbruck. Secondo posto per il belga Bjorg Lambrecht, terzo Jaakko Hanninen che porta una storica medaglia di bronzo alla Finlandia. Gli azzurri restano tagliati fuori dalle posizioni che contano a una ventina di chilometri dall’arrivo.
Stagione da incorniciare per il 21enne corridore elvetico di Berna che quest’anno aveva vinto già anche il Campionato Europeo di categoria, confermandosi come uno dei più grandi talenti del ciclismo mondiale. È una medaglia storica anche per la Svizzera che conquista la prima medaglia d’oro mondiale tra gli Under 23.
Partenza da Kufstein con 179,9 km da percorrere. Dopo le prime scaramucce, vanno all’attacco tre corridori: lo sloveno Izidor Penko, il polacco Szymon Tracz e il canadese Nickolas Zukowsky. Al loro inseguimento si pone solitario il marocchino Ahmed Amine Galdoune che vive ed è ciclisticamente cresciuto in Italia dove è tesserato per la Delio Gallina e quest’anno è anche detentore del titolo di campione lombardo degli Under 23. Galdoune viene poi presto riassorbito dal gruppo, mentre i tre davanti continuano decisi nella loro azione con un vantaggio che sfiora la punta massima dei 3’25”. Poi il gruppo va a ridurre inesorabilmente il gap. L’ultimo a desistere è il canadese Zukowsky che passa solitario al primo passaggio sotto il traguardo.
Il gruppo torna compatto a tre chilometri dallo scollinamento della prima salita di Olympia. Dopo un primo affondo dello spagnolo Ibai Azurmendi, in discesa prende il largo un drappello di sette corridori molto pericolosi. È in netta superiorità numerica la Svizzera che può contare su Marc Hirschi, Gino Mader, Patrick Muller e Lukas Ruegg, poi ci sono il danese Mikkel Honore, l’americano Neilson Powless e l’ucraino Mark Padun – quest’ultimo già vincitore su questo stesso traguardo di Innsbruck dell’ultima tappa del Tour of the Alps con la maglia della Bahrain Merida.
A 50 km dalla conclusione sono Russia e Italia in testa al gruppo a guidare l’inseguimento. Il divario è intorno ai 30 secondi. Quando al traguardo mancano una quarantina di chilometri, restano soli al comando l’ucraino Padun e lo svizzero Muller. Al loro inseguimento resta Mader su cui si è riportato anche l’irlandese del Team Sky Edward Dunbar.
I due inseguitori sull’ultima salita vengono ripresi dal primo gruppo che comprende anche gli azzurri Alessandro Fedeli, Samuele Battistella ed Andrea Bagioli. Il plotoncino si sfalda, tutti gli azzurri perdono le ruote dei migliori, che a 17 chilometri dall’arrivo vanno a riprendere anche Padun e Muller. L’ultima salita di Olympia lancia l’azione del belga Bjorg Lambrecht, dello svizzero Marc Hirschi e del soprendente finlandese Jaakko Hanninen. Non molla Padun staccato che insegue staccato di pochi metri.
Ai meno 8 chilometri dall’arrivo Marc Hirachi prova ad allungare in discesa, sorprende i due compagni di fuga e si invola verso il meritato successo. Lambrecht e Hanninen devono accontentarsi di contendersi le restanti due posizioni del podio. Dietro Padun viene raggiunto e poi anticipato sul traguardo dall’altro elvetico Gino Mader che si prende la quarta posizione.
Samuele Battistella, che ha chiuso in sedicesima posizione a 1’07” dal vincitore, è stato il migliore degli azzurri. 19° Alessandro Fedeli a 3’21”, 24° Andrea Bagioli a 3’50”, 53° Alessandro Monaco a 9’27”, 70° Alessandro Covi a 16’29”. Si è ritirato Matteo Sobrero.
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ORDINE D’ARRIVO:
1 Marc Hirschi (Svizzera) 4:24:05
2 Bjorg Lambrecht (Belgio) 0:00:15
3 Jaakko Hanninen (Finlandia)
4 Gino Mader (Svizzera) 0:00:35
5 Mark Padun (Ucraina) 0:00:37
6 Jaime Castrillo Zapater (Spagna) 0:00:45
7 Tadej Pogacar (Slovenia) 0:00:47
8 Etahn Hayter (Gran Bretagna)
9 Patrick Muller (Svizzera)
10 James Shaw (Gran Bretagna)
(Servizio a cura di Giorgio Torre)