Thibaut Pinot vince Il Lombardia 2018. Vincenzo Nibali splendido secondo
COMO (CO) – Il francese Thibaut Pinot (Groupama – FDJ) ha vinto per distacco l’edizione 112 di Il Lombardia, corso oggi da Bergamo a Como (241 km). Sul traguardo ha preceduto Vincenzo Nibali (Bahrain – Merida) – che insieme al transalpino ha promosso l’attacco decisivo della giornata – e ha concluso al secondo posto a 32″ e terzo il belga Dylan Teuns (BMC Racing Team), a 43 secondi. Dopo la vittoria di mercoledì alla Milano-Torino, il transalpino Pinot, vincitore quest’anno anche di due tappe alla Vuelta a Espana, ha dimostrato di godere di uno stato di forma invidiabile e con pieno merito ha conquistato uno dei successi più importanti della sua carriera.
Partenza da Bergamo, tra due ali di folla. Il Lombardia 2018 ha goduto del grande calore del pubblico del ciclismo, ma anche di condizioni meteo ben lontane da quello che può essere l’immaginario della “Classica delle Foglie Morte”. Una bella giornata di sole accompagna le pedalate dei 168 atleti al via. Tra i più applauditi anche il neo campione del mondo Alejandro Valverde.
Dopo le prime scaramucce, dopo scarsa una trentina di chilometri dalla partenza, nasce la fuga che tiene banco per buona parte della giornata. Sono otto gli uomini che la promuovono: Davide Ballerini (Androni Sidermec), Umberto Orsini e Alessandro Tonelli (Bardiani CSF), Florian Sénéchal (Quick-Step Floors), Franck Bonnamour (Fortuneo Samsic), Jonathan Restrepo (Katusha-Alpecin), Michael Storer (Team Sunweb) e Marco Marcato (UAE Team Emirates). Varcata la prima salita di Colle Gallo i fuggitivi raggiungono il vantaggio massimo di 6 minuti.
Sul Colle Brianza non succede nulla di significativo, mentre sulle prime rampe del Ghisallo davanti restano in sei perchè si staccano Senechal e Restrepo. Il giovane Umberto Orsini allunga sull’ultimo tratto di ascesa è va a vincere il traguardo Gpm accompagnato dal suono delle campane del Santuario della Madonna dei Ciclisti e dall’incitamento del pubblico.
A 50 chilometri dall’arrivo vengono ripresi tutti i fuggitivi ed il gruppo torna compatto. Arriva il momento di scalare il Muro di Sormano e a prendere di petto la salita è lo sloveno Primoz Roglic (LottoNL-Jumbo) che allunga in maniera decisa. Dopo l’ottimo lavoro svolto da Franco Pellizotti (Bahrain Merida), all’ultima corsa della sua carriera, arriva il momento clou della giornata: dal gruppo esce un pimpante Vincenzo Nibali, immediatamente seguito da Thibaut Pinot. I due raggiungono con grande facilità Roglic e lo staccano prima della fine del muro e in tandem si lanciano in discesa al comando della corsa con il siciliano davanti, da grande specialità, a disegnare le traiettorie. Nel gruppo inseguitore, nel frattempo, il campione del mondo Alejandro Valverde (Movistar Team) va in difficoltà, mentre Romain Bardet (AG2R La Mondiale) già leggermente staccato è costretto a fermarsi a causa di un contatto con uno spettatore.
In fondo alla discesa Roglic riesce a riportarsi sulla testa della corsa e poi con una bellissima azione personale anche Egan Bernal (Team Sky) si porta al comando. Il nuovo quartetto battistrada affronta la penultima salita di Civiglio con un vantaggio di una quarantina di secondi nei confronti del primo gruppetto inseguitore. Mancano 19 chilometri alla conclusione. Roglic e Bernal accusano però il ritmo degli altri due e Pinot con Nibali si ritrovano nuovamente insieme al comando della corsa.
Dopo una serie di tentativi il francese capisce che l’italiano non è al top della condizione e a 14 chilometri dall’arrivo Pinot trova l’affondo decisivo e tutto solo si proietta verso il successo. Nibali non è in grado di rispondere all’attacco del corridore della FDJ, ma stringe i denti e rimane alle sue spalle. Anche quando sta per essere ripreso dal primo drappello di inseguitori non si dà per vinto, rilancia la sua azione e con pieno merito va a prendersi la piazza d’onore. Terzo posto, a 43 secondi, per Dylan Teuns che regola nell’ordine in volata Rigoberto Uran (EF Education First-Drapac p/b Cannondale), Tim Wellens (Lotto Soudal), Ion Izagirre (Bahrain-Merida), Rafal Majka (Bora-Hansgrohe) e Domenico Pozzovivo (Bahrain-Merida).
Il vincitore Thibaut Pinot dopo la linea del traguardo, ha dichiarato: “Tra le classiche monumento Il Lombardia è la più bella secondo me. Ho sempre sognato di vincerla. Sono nella forma della vita ma vincere davanti a Nibali è qualcosa di davvero speciale. Sono felice che abbia attaccato con me sul Muro di Sormano. Quella è stata la chiave per il successo. Per me ho vinto la corsa più bella e importante della mia carriera”.
Del duello contro Nibali il francese ha detto: “Quando provavo a forzare il ritmo in salita, Vincenzo mi affiancava sempre. Di solito un corridore ti sta a ruota. Lui invece mi veniva accanto, lo guardavo e vedevo che era strano. Ho pensato che stesse bleffando. Così l’ho attaccato e alla fine sono riuscito a togliermelo di ruota”.
Thibaut Pinot è felice perchè il suo è un’amore particolare che da sempre nutre per l’Italia: “Ho sempre avuto una relazione particolare con l’Italia, fin da quando ero bambino”, racconta il francese, 28 anni, nato a Mélisey. “Mi piace il cibo italiano, mi piace la storia e la tradizione che ha questo Paese. L’Italiano è una lingua bellissima, non la parlo, ma la ascolto sempre con piacere. E poi mi piacciono le corse italiane con le partenze dalle piazze o i passaggi nei piccoli borghi”. Un legame forte testimoniato anche da un tatuaggio scritto in italiano che ha sul braccio destro. Dice: “Solo la vittoria è bella”. E oggi è speciale davvero. Chapeau Monsieur Pinot!
ORDINE D’ARRIVO:
1 Thibaut Pinot (Fra) FDJ km 241 km in 5:53:22 media 40,920 km/h
2 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida 0:00:32
3 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team 0:00:43
4 Rigoberto Uran (Col) EF Education First-Drapac p/b Cannondale
5 Tim Wellens (Bel) Lotto Soudal
6 Ion Izagirre (Spa) Bahrain-Merida
7 Rafal Majka (Pol) Bora-Hansgrohe
8 Domenico Pozzovivo (Ita) Bahrain-Merida
9 Daniel Martin (Irl) UAE Team Emirates 0:00:48
10 George Bennett (NZl) LottoNL-Jumbo 0:01:22
(Servizio a cura di Giorgio Torre)