La Padre e Figlio non è morta: raduno spontaneo, beneficenza e un messaggio lanciato dalle società
PEDRENGO (BG) – L’edizione numero 30 della Padre e Figlio ufficialmente non si è disputata ieri a Pedrengo, ma qualcosa di significativo e per certi versi storico è successo comunque. Con il passaparola, un messaggio o una mail. Da quando si è sparsa la notizia dell’annullamento dell’edizione 2018 della Padre e Figlio, si sono susseguiti contatti tra diverse società ciclistiche della provincia di Bergamo che hanno deciso di non far morire la manifestazione e ritrovarsi comunque ieri a Pedrengo per lanciare un messaggio chiaro.
La burocrazia che si fa sempre più nemica degli organizzatori, le norme sempre più stringenti in tema di sicurezza per quanto riguarda le manifestazioni pubbliche (direttiva e linee guida del Ministro Minniti dal 28 luglio 2017) e forse anche un po’ di sordità da parte delle istituzioni civili e sportive, locali e nazionali, che dovrebbero più supportare e tutelare manifestazioni di questo genere, non fermeranno mai la voglia di pedalare e di aggregazione da parte delle società ciclistiche bergamasche.
Così, come dicevamo, con un passaparola, la scorsa domenica mattina 14 ottobre – data prevista per l’organizzazione della “Padre e Figlio” – diversi rappresentanti di società, dirigenti, genitori ragazzi provenienti dall’interland seriatese, dalle Valli e dalla Bassa Pianura Bergamasca si sono comunque dati appuntamento a Pedrengo con l’organizzatore Adriano Nava che, venuto a conoscenza dell’iniziativa, ha organizzato all’interno della sua azienda un punto di ristoro raccogliendo in cambio la solidarietà ed il sostegno da parte di tanti amici.
“Onestamente sono molto contento di quanto è accaduto domenica – ci racconta Adriano Nava – la delusione di non poter organizzare la nostra manifestazione quest’anno è stata in parte mitigata dalla solidarietà dimostratami da queste società che hanno deciso comunque di venire a Pedrengo. Non nascondo che c’è stato un momento in cui mi sono emozionato nel sentire tanto affetto. A gruppi, nell’arco di tutta la mattinata, sono passate diverse società. C’era chi andava e chi veniva e alcune mamme sono arrivate anche con delle torte. Inoltre, di loro iniziativa hanno tutti portato un loro piccolo contributo e siamo riusciti a raccogliere ancora oltre 400 euro da donare in beneficenza. Era presente con noi anche Vainer Lorenzi, ex presidentede dell’UILDM, che è rimasto molto colpito dall’accaduto. È stato bello. Una mattinata che ha fatto comunque vivere lo spirito che era alla base della Padre e Figlio. Sensibilità, voglia di fare aggregazione in amicizia e beneficenza”.
Queste società oltre a pedalare fino a Pedrengo, a fare un giro del percorso, hanno comunque voluto portare un loro contributo economico – come è sempre stato nella filosofia dell’evento – da donare alla sezione bergamasca dell’UILDM, l’ente che promuove la lotta alla distrofia muscolare. Un bel gesto di umanità arrivato dalla base del movimento ciclistico bergamasco. A proposito c’è da sottolineare che Nava, anche se aveva deciso di annullare l’organizzazione dell’evento, già nei giorni scorsi, di tasca propria, aveva comunque fatto la consueta donazione all’associazione.
La “Padre e Figlio” è una gara amatoriale a coppie aperta a tutti, tesserati e non (categoria giovanissimi 7/12 anni ed esordienti 13-14 anni in coppia con un adulto). Era nata 30 anni fa, dalla felice intuizione dell’allora presidente del Gs Valoti di Nembro Pietro Virgilio Pezzotta, che fin dalla prima edizione aveva un importante scopo benefico. Erano 28 le coppie al via di quella prima edizione. La manifestazione nel tempo è cresciuta, si è fatta sempre più importante e anche grazie al nuovo corso assicurato da Adriano Nava, dopo la prematura morte di Pezzotta, negli ultimi anni si è arrivati anche a oltre 300 coppie al via, numero contenuto solo dai limiti imposti dall’organizzazione per motivi di sicurezza, perchè le richieste sarebbero state molto di più.
La Padre e Figlio era diventata una vera e propria festa di fine stagione, per i giovani ciclisti delle varie categorie, per le società e per tanti genitori. Una felice tradizione da condividere tutti insieme in allegria. E poi il lodevole fine di devolvere in beneficenza la raccolta fondi della quota di iscrizione a favore della sezione bergamasca dell’UILDM.
Quest’anno il ciclismo bergamasco – ma l’evento per fama ormai varcava da tempo anche i confini provinciali, tanto da essere anche imitato – è stato privato della sua festa di fine stagione. Forse qualcosa in più per evitare questo poteva essere fatto. Le società alla base del movimento hanno dato la loro prima risposta. La speranza è quella che una maggiore sinergia in futuro possa aiutare la “Padre e Figlio” a riprendersi il posto che le compete.
(Servizio a cura di Giorgio Torre)