Bettiol e il dolce risveglio da re delle Fiandre: “Ho chiuso gli occhi e sono andato a prendermi un sogno”
OUDENAARDE (BELGIO) – Oggi è la giornata in cui, forse, il 25enne toscano Alberto Bettiol realizzerà per davvero l’impresa che ha compiuto ieri con la vittoria del Giro delle Fiandre. Prima vittoria dopo sei anni di professionismo, un successo che vale un’intera carriera, un trionfo destinato a restare nella storia. I giornali oggi parlano di lui, in Belgio, ma anche in Italia. Anche i principali Tg nazionali celebrano da ieri sera la sua impresa, quella più in generale italiana con il successo anche nel Fiandre femminile con Marta Bastianelli. Ieri sera la Rai ha dedicato anche un collegamento all’interno della trasmissione “La Domenica Sportiva”.
Era da 12 anni che in campo maschile un italiano non saliva sul gradino più alto del podio della Ronde van Vlaanderen: l’ultima volta nel 2007 con Alessandro Ballan che, curiosamente, ieri ha raccontato proprio in tv questa nuova impresa.
Sul traguardo di Oudenaarde Alberto Bettiol ha coronato il sogno di una vita, ha conquistato la consapevolezza di poter stare con i grandi, dimostrando di avere testa, gambe e soprattutto tanto coraggio. Ha coronato anche la vittoria di un progetto di squadra, la EF Educational First, che si è rifondata e probabilmente ha cominciato un nuovo ciclo. Quando Bettiol ha capito di aver vinto la corsa, ieri, ha sollevato le braccia al cielo e ha soffiato un bacio sulla folla in delirio per il suo arrivo. Poi ha indicato il logo EF sul suo petto. Ha infine fatto un gesto come a dire “Vi vedo”, puntando prima i suoi occhi e poi verso quelli del pubblico. Un’emozione incredibile.
Dall’ammiraglia è stato Andreas Klier a sollecitare l’azione e il trionfo di Bettiol. “Devo averlo spronato in tutte le lingue possibili fin sotto il traguardo”, ha raccontato divertito il direttore sportivo della EF Education First Pro Cycling. “Personalmente non sono rimasto sorpreso dal fatto che Alberto sia riuscito a compiere un’impresa del genere”.
La stagione 2019 di Bettiol era cominciata bene fin da gennaio in Australia, al Tour Down Under, alla recente Tirreno-Adriatico è arrivato secondo nella cronometro e alla Milano-Sanremo ha fatto un grande attacco. Tutti segnali che evidenziavano una condizione fisica e mentale sempre più crescente. Alla E3 Harelbeke di dieci giorni fa ha forse preso davvero la consapevolezza di poter vincere una corsa importante e magari anche il Fiandre. Quel giorno si è arrabbiato, e non poco, e tutta quella rabbia gli ha permesso ieri di essere il numero uno.
Sul Vecchio Kwaremont, Klier ha detto a Bettiol di attaccare, come dicevamo. “Andreas mi ha detto dalla macchina: ‘Se puoi, vai e basta’. Io ho chiuso gli occhi e sono andato”, confessa Bettiol ripensando alle fasi salienti della competizione. “Ho guardato indietro e ho visto che avevo fatto il buco e dall’ammiraglia hanno continuato a dirmi di spingere, di continuare a spingere”.
Il 25enne toscano ha così proseguito imperterrito nella sua azione guadagnano una ventina di secondi in cima al Paterberg, lo stappo finale. Da lì in poi gli ultimi 14 chilometri completamente pianeggianti. “Sono stati i 14 chilometri più lunghi della mia vita”, ha ammesso Bettiol. Ha beneficiato anche di un inseguimento disorganizzato alle sue spalle: gli avversari si sono guardati e studiati troppo, più preoccupati di raccogliere un piazzamento che non di andare a riprendere il fuggitivi. Il suo compagno Langeveld ha fatto gioco di squadra e il corridore italiano ha compiuto la sua straordinaria impresa.
La vittoria di Bettiol è la settima in questa stagione per la EF Education First Pro Cycling. “Dietro questo successo c’è il lavoro di migliaia di persone”, ha detto Bettiol. “Dietro a questa vittoria ci sono i miei compagni di squadra e tutto lo staff di EF, da tutti i ragazzi del servizio che sono rimasti in piedi per ore con le ruote, ai direttori sportivi, i meccanici, i media, i dirigenti. È un sogno”.
(Servizio a cura di Giorgio Torre)