ROMA (RM) – Felice Gimondi è stato colpito da un infarto ieri sera mentre era in vacanza a Giardini Naxos con la moglie Tiziana. Felice si è sentito male mentre faceva il bagno nelle acque siciliane, è stato immediatamente soccorso ma purtroppo il suo cuore non ha retto.

Il presidente della FCI Renato Di Rocco si fa interprete della grande commozione del movimento ciclistico:“Felice è stato uno dei più grandi campioni in grado di vincere grandi Giri, un Mondiale e importanti classiche in linea e di contrastare, lui solo, Eddie Merckx; se ne va anche una personalità dalle spiccate doti umane, un dirigente instancabile e competente, un amico. Un grande uomo che ha contrassegnato un’epoca. Il ciclismo italiano piange la scomparsa di uno dei simboli della propria storia e si stringe commosso attorno alla sua famiglia, alla moglie Tiziana, alle figlie Norma e Federica.

Ho disposto che tutte le Nazionali italiane impegnate in Italia e all’estero portino il lutto e che sia osservato un minuto di silenzio in tutte le gare in calendario per onorare la Sua memoria”.

Nato a Sedrina (Bergamo) il 29 settembre 1942, professionista dal 1965 al 1979, ha conquistato per tre volte il Giro d’Italia (nel 1967, 1969 e 1976, con nove podi totali conquistati: un record tuttora imbattuto), una volta il Tour de France (1965) quando aveva solo 23 anni, e la Vuelta (nel 1968). E’ stato uno dei sette corridori capaci di vincere tutte le tre grandi corse a tappe. Ha contrastato, negli anni d’oro del ciclismo mondiale, un campione del calibro di Eddy Merckx, vincendo importanti gare in linea, dal campionato del mondo su strada alla Parigi-Roubaix, dalla Milano-Sanremo al Giro di Lombardia, che ha vinto per due volte.

Una volta appesa la bici al chiodo, ha ricoperto importanti ruoli dirigenziali ed è rimasto legato al ciclismo fino ad oggi, accompagnando nella crescita e maturazione tanti giovani.

Con lui se ne va una parte importante della storia del nostro sport.

Le reazioni del mondo sportivo

Eddy Merckx, raggiunto dalla notizia, non ha trattenuto la commozione: “Perdo prima di tutto un amico e poi l’avversario di una vita. Abbiamo gareggiato per anni sulle strade l’un contro l’altro – ha detto all’Ansa – ma siamo diventati amici a fine carriera. L’avevo sentito due settimane fa così come capitava ogni tanto. Che dire, sono distrutto”. Sebbene scosso, Merckx tratteggia con lucidità le virtù di Gimondi: “Felice è stato prima di tutto un grande uomo, un grande campione, purtroppo ce lo hanno portato via. È una grande perdita per il ciclismo. Mi vengono in mente tutte le lotte che abbiamo fatto insieme… Un uomo come Gimondi non nasce tutti i giorni, con lui se ne va una fetta della mia vita. È stato tra i più grandi di sempre”.

Davide Cassani, su Twitter: “Ho avuto un solo ideolo nella mia vita: Felice Gimondi. Ogni volta che lo vedevo era un’emozione perché quando ti innamori di un campione è per tutta la vita. Sei stato un grande Felice.”

Il presidente del CONI Giovanni Malagò“Da stasera siamo tutti più soli, orfani di un campione che ha scritto la storia del ciclismo e riempito d’orgoglio il Paese con le sue imprese. Lo sport piange Gimondi, protagonista senza tempo. CiaoFelice, orgoglioso della tua amicizia e dell’esempio che ci lasci in eredità.”

Gianni Motta, all’ANSA: “E’ un colpo durissimo ceh mi lascia senza parole. Eravamo nemici sempre, ma c’era grande rispetto per l’uomo, per l’alteta e per il rivale. Con lui se ne va un pezzo della storia d’Italia e anche della mia. Eravamo entrambi nati poveri e siamo cresciuta a forza di colpi sui pedali. Eravamo rivali, litigavamo. Una volta lo chiamai e gli dissi basta litigare, Felice pensiamo solo a correre.”

Gianni Bugno (da Repubblica.it)E’ una grave mancanza che lascia stupiti, non ci aspettavamo questa notizia”, ha detto Gianni Bugno. “Ricordo un grande campione che non ha mai fatto parlare o cercato di mostrarsi al pubblico, è sempre stato schivo, è un campione che ha fatto la storia del ciclismo italiano. La rivalità con Merckx? Certamente senza il belga avrebbe vinto di più, ma ha avuto comunque la fortuna di diventare tra i più grandi della storia del ciclismo. Non parlava molto se non con i fatti e ha sempre espresso le sue opinioni senza clamori”.​

Francesco Moser (da Repubblica.it): “Era un corridore vero, un duro che non mollava mai, eravamo avversari ma ci siamo sempre rispettati. Per tanti anni siamo stati assieme nel consiglio Uci, spesso viaggiavamo assieme dall’Italia a Ginevra, ci raccontavamo di tutto. Non ce l’aspettavamo, l’ho visto l’ultima volta al Giro precisamente nella tappa di Courmayeur che il Giro lo ha anche deciso. Stava bene. ..Un ricordo? Al Giro del ’76, che poi vinse, quando l’aspettammo dopo una caduta e sembrava che quasi non ce la facesse”.

David Lappartient, presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale: “È con grande tristezza sapere della scomparsa di Felice Gimondi, ex campione del mondo di ciclismo… Possa la sua eredità ciclistica continuare a ispirare le generazioni future”.

(fonte: Federciclismo.it)