Giro d’Onore 2019: Fuoristrada nel segno della gioventù
MODENA (MO) – Sedici medaglie, una maglia iridata, quattro titoli europei: basterebbero questi numeri a raccontare l’annata azzurra del settore Fuoristrada. Una stagione ricca di successi e di obiettivi raggiunti, che culminerà tra pochi giorni con il Giro d’Onore, in programma martedì 19 novembre presso il Baluardo della Cittadela di Modena. Una passerella, quella organizzata tradizionalmente dalla Federazione Ciclistica Italiana, che punterà i riflettori proprio sui protagonisti di una stagione preolimpica eccezionale, mai nella storia così ricca di successi.
Sei le diverse discipline da cui sono arrivate le medaglie da aggiungere al palmarés del Fuoristrada: dal Cross Country al BMX, passando per il Ciclocross ed il Marathon, fino ad arrivare all‘Eliminator ed il Team Relay. Elemento che racconta di un settore variegato e che non conosce crisi, una realtà in continua evoluzione. D’altronde, in bicicletta, la cosa più pericolosa è rimanere immobili.
Il settore agonistico del fuoristrada ha mostrato anche quest’anno la grande vivacità delle categorie giovanili, con risultati nelle specialità olimpiche che fanno ben sperare. Ne sono un chiaro esempio i medagliati dei Campionati Europei Giovanili XCO, quest’anno organizzati a Pila, da cui la selezione del CT Mirko Celestino è tornato a casa con ben 7 medaglie. Due i metalli più preziosi, prima con Team Relay Allievi (Micheal Pecis, Nils Laner e Noemi Plankensteiner) poi con l’agguerritissimo Filippo Agostinacchio, sul tetto d’Europa dell’Eliminator cat. Allievi, seguito dal compagno di squadra Nils Laner. Argento anche per l’altro gruppetto azzurro in gara nel Team Relay Allievi, composto da Matteo Siffredi, Giulia Challancin e lo stesso Agostinacchio. Seconda piazza inoltre per il giovanissimo Carlo Bonetto nell’XCO. Bronzo infine per Michael Pecis (XCO cat. Allievi) ed il Team Relay cat. Esordienti (Etienne Grimod, Valentina Corvi e ancora Carlo Bonetto).
Un bel salto di qualità rispetto alle due edizioni precedenti del challenge continentale, da cui erano arrivate quattro medaglie totali (un oro ed un argento nel 2017, un argento ed un bronzo nel 2018). Si poteva pensare che la prima covata di giovani talenti fosse il prodotto di una o due stagioni eccezionali e difficilmente ripetibili. Quella che si affaccia è invece una nuova generazione capace di inserirsi nel gruppo di vertice per consolidare e addirittura migliorare le perfomances. E considerando quanto messo in campo, è non solo motivo di orgoglio, ma anche certezza di avere un futuro garantito.
Lo stesso discorso vale per il BMX, in cui risultati ottenuti quest’anno dalle categorie giovanili permettono all’Italia di gettare solide basi per ambire ad una posizione di dominio in campo europeo. E se questa è la meta, Marco Radaelli e Tommaso Gasparoli sono sulla strada giusta. In una disciplina in cui un solo errore può compromettere una gara, se non un’intera stagione, i due Allievi guidati dal CT Tommaso Lupi hanno dimostrato di poter affrontare le prossime sfide a testa alta, senza complessi di inferiorità, consapevoli delle potenzialità e del proprio valore. Lo confermano proprio il secondo titolo europeo consecutivo tra i Cruiser di Radaelli ed il suo quarto posto nella prova race, in cui il compagno di squadra Gasparoli ha vinto l’argento. Una stagione che ha portato la Nazionale BMX a scalare ben 3 posizioni nel ranking per Nazioni, arrivando al 12esimo posto con 1235 punti: Tokyo non è più così lontana.
E parlando di giovani, in tanti hanno già sottolineato il nome dello Junior Andreas Emanuele Vittone sul taccuino dei talenti dalle grandi ambizioni. E a ragione, perché il bronzo mondiale che ha conquistato quest’anno in Canada non è certo roba da poco. Negli ultimi 20 anni, solo altri tre azzurri sono riusciti a salire sul podio mondiale juniores: Gioele Bertolini nel 2013, Tony Longo nel 2002 e ovviamente l’iridato Gerhard Kerschbaumer nel 2009.
C’è chi poi a soli 17 anni non si accontenta dell’oro, vuole arrivare alle stelle: è Gaia Tormena, che merita davvero un capitolo a parte. In un solo anno è passata da astro nascente a regina indiscussa dell’Eliminator, grazie all’incredibile doppietta mondiale ed europea. “E nell’armadio c’è ancora tanto spazio”, ironizza la biker valdostana, che dopo aver indossata maglia UEC ed iridata nella stessa stagione, mette la freccia e avverte le sue dirette rivali: “Non mi fermo certo quì”. Lei, come tutto il movimento, consapevole dei passi avanti compiuti e dell’immenso prestigio di cui gode la Maglia Azzurra, guardata ovunque con ammirazione e rispetto.
Ma il fuoristrada è un settore che va avanti anche grazie all’unione, l’intesa e la compattezza di un intero gruppo. Ne danno costante conferma gli azzurri del Team Relay: Simone Avondetto, Andrea Colombo, Eva Lechner, Martina Berta e Luca Braidot possono andare veramente fieri della loro prestazione e dell’argento vinto agli Europei di Brno, che convalida ancora una volta come il Team Relay sia la “nostra” gara, quella nella quale riusciamo sempre ad essere protagonisti.
Ancora 3 le importanti medaglie che saranno celebrate al Giro d’Onore di quest’anno: quella di Eva Lechner nel Ciclocross e le due di Samuele Porro nel Marathon. L’altoatesina porta a casa un bellissimo argento dagli Europei di Silvelle, al termine di una solita prestazione che regala alla selezione del CT Fausto Scotti un podio più che meritato. L’azzurro classe 1988, che tante volte ci era arrivato vicino, quest’anno a Grachen ha finalmente agguantato una medaglia ai Mondiali XCM: il bronzo. Il comasco ha gareggiato da protagonista lungo tutti i 94km del tracciato svizzero, veloce ma caratterizzato da discese impegnative, capace di esaltare le doti tecniche e fisiche del campione italiano in carica. Samuele ha gareggiato sempre nelle prime posizioni, per poi trovare il giusto spunto per superare Medvedev e conquistare la medaglia di bronzo. Ma non solo: con Porro arriva anche un podio europeo, con l’argento vinto a Kvam al termine di una gara ad eliminazione, che ha visto tutta la formazione azzurra condurre un gioco di squadra simile a quello della strada.
E siccome siamo al termine dell’annata preolimpica, impossibile non sottolineare l’importanza del podio ottenuto nel Test Event di Tokyo. Una medaglia d’argento accarezzata e poi svanita per un salto di catena, quella di bronzo saldamente afferrata: si è concluso così per Luca Braidot l’atteso test sul percorso che l’estate prossima ospiterà la prova olimpica di XCO. L’azzurro del CS Carabinieri Olympia Vittoria ha regalato alla Nazionale italiana un piazzamento di grande valore. Al termine di una gara ricca di cambiamenti di ritmo, quando mancava non più di un chilometro al traguardo, il goriziano è stato rallentato da un banale salto di rapporto sull’ultima rampa. Le prove generali di Tokyo 2020, tuttavia, hanno fornito a Luca e all’Italia riscontri più che ottimistici. Il countdown è iniziato…
Tutti questi risultati hanno permesso all’Italia di occupare, con un buon margine rispetto alle dirette concorrenti, la seconda piazza nel ranking olimpico UCI di categoria, alle spalle della Svizzera; identica posizione anche nella classifica europea per Nazioni.
Molti di loro si rivedranno al Giro d’Onore di Modena, per essere celebrati e accompagnati dalla Federazione Ciclistica Italiana verso una nuova stagione altrettanto ricca di soddisfazioni e successi.