Tre inchieste e nessuna verità. Carlo Iannelli: “Chiedo giustizia per mio figlio Giovanni”
PRATO (PO) – Giovanni Iannelli è morto a 22 anni a causa di una bruttissima caduta in gara durante la volata finale del Circuito Molinese, quinta e ultima prova del Trofeo Bassa Valle Scrivia per Elite e Under 23 corsa sabato 5 ottobre a Molino dei Torti (Alessandria).
Giovanni è morto a 144 metri dalla linea di arrivo impattando con la testa a 70 km/h contro una colonna di mattoni completamente priva di qualsiasi protezione.
Dice il padre Carlo Iannelli intervistato da Il Tirreno: “In questi due mesi ho scritto a decine di addetti ai lavori, in pochissimi mi hanno risposto. Questo mi amareggia molto. Questo tragico fatto può essere l’occasione per un ciclismo migliore e soprattutto Sicuro, non a parole ma con i fatti. Ci sono tre procure che si occupano del caso, vediamo come andrà a finire poi parlerò ed eventualmente renderò pubblici certi comportamenti e i documenti in mio possesso. Lo farò perché Giovanni merita giustizia”.
E solo la giustizia potrà tentare di dare un senso a quanto è successo a Giovanni. Non bisogna mai abbassare la guardia e sottovalutare il tema della sicurezza nelle gare di ciclismo.
Sulla vicenda è intervenuto anche Marco Cavorso, rappresentante per la sicurezza dell’Associazione corridori ciclisti professionisti italiani (Accpi), e prima di tutto papà di Tommaso, ucciso nel 2010, a 13 anni, da un’auto mentre si stava allenando, ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook nel quale chiede giustizia per Giovanni Iannelli, per il quale è stata fatale la caduta in volata dell’87° Circuito Molinese a Molino dei Torti.
“È inaccettabile che nel referto del collegio di giuria al termine della gara in Provincia di Alessandria sia stato scritto che nessun provvedimento tecnico/organizzativo/disciplinare sia stato preso e che la corsa sia stata omologata da parte del Comitato della Fci Piemonte senza battere ciglio, per questo chiedo che le autorità competenti intervengano per fare chiarezza su quanto davvero accaduto e per garantire la sicurezza di tutti i ciclisti, a partire dai più giovani”.