Andrea Bagioli si racconta dopo il suo felice debutto con la Deceuninck – Quick-Step
LANZADA (SO) – Andrea Bagioli, ciclista di 21 anni da compiere il prossimo 23 marzo, ha avuto un impatto molto positivo al suo debutto nel mondo dei professionisti con la gloriosa maglia della Deceuninck – Quick-Step. Abbiamo raccolto un po’ dei suoi pensieri (foto Luc Claessen / Getty Images).
“Le prime settimane della nuova stagione sono andate molto bene – racconta Andrea -. Ho fatto due training camp con la squadra, uno a Calpe e l’altro in Algarve. Questi mi hanno permesso di allenarmi nelle migliori condizioni ogni giorno senza perdere mai un giorno di allenamento. Mi sono subito sentito il benvenuto nella mia nuova squadra e ho ricevuto molto aiuto dai miei compagni. Davide Ballerini era il mio compagno di stanza in entrambi i ritiri ed è stato di grande aiuto per me. Mi ha dato dei buoni consigli su come allenarmi. È bello avere altri corridori italiani nel team e anche tra il personale che parlano italiano. Rendo la comunicazione un po’ più semplice”.
Entrare nel Wolfpack era un sogno per Bagioli, diventato realtà. “Ho sempre considerato questa squadra la più unita, quella che somigliava di più a una famiglia tra tutte quelle del World Tour e non mi sbagliavo. Dal giorno in cui sono arrivato, ho capito immediatamente che la forza di questa squadra è il gruppo. Tutti sono disposti ad aiutarsi a vicenda e pronti a dare il 100% per il bene della squadra”.
Subito ottimi segnali sono arrivati dal debutto in Francia. “Il Tour de la Provence è stata la mia prima gara tra i professionisti e senza ombra di dubbio è andata oltre quelle che erano le mie aspettative. Arrivare quinto in un finale in salita a fianco dei campioni che normalmente lottano per la vittoria nel Tour in Francia è qualcosa che non mi sarei mai aspettato. Ammetto di esserne rimasto sorpreso. Ad essere sincero, però, dopo quel quinto posto nella seconda tappa, speravo in un risultato migliore per me sul Mont Ventoux. Ma quando ho guardato la classifica mi sono reso conto che ci sono solo grandi corridori davanti a me. Quindi, per ora, posso essere soddisfatto delle mie prestazioni, sapendo che devo ancora migliorare sulle salite più lunghe. Sono sulla buona strada e spero di poter continuare a migliorare ed evolvere come corridore. Sicuramente, questa prima esperienza in gara è qualcosa che non dimenticherò mai. È un po’ come il tuo primo giorno di scuola. Soprattutto, ricorderò i consigli che mi sono stati dati dai compagni di squadra più esperti”.
Bagioli, che vive a Lanzada, in provincia di Sondrio, un piccolo paese a 1000 metri di altitudine tra le montagne della Valtellina, è abituato ai sacrifici e fin da bambino ha amato la bicicletta. Una passione trasmessa dal padre e dal fratello maggiore Nicola, pure lui professionista alla Androni Sidermec. Ora, dopo aver vissuto l’impatto del debutto, è pronto ai futuri appuntamenti. “Non parteciperò a nessuna delle Classiche in Belgio che sono le gare più affascinanti e belle per me, ma le seguirò e farò il tifo per i miei compagni sperando che possano raccogliere importanti risultati. Io, invece, tornerò a correre in Francia nelle regioni della Drôme e poi parteciperò alla Volta a Catalunya, nell’ultima settimana di marzo. I risultati ottenuti al Tour de la Provence hanno forse creato delle aspettative, ma è importante per me tenere sempre i piedi per terra, soprattutto perché questa è la mia prima stagione da professionista. Più si andrà avanti con la stagione, più aumenterà il livello in gruppo e già al Catalunya troverò un ritmo molto più alto. Quest’anno non parteciperò a nessuno dei Grandi Giri, ma il mio sogno è quello un giorno di poter prendere parte al Giro d’Italia o al Tour de France, in quanto queste sono le gare più importanti a cui uno scalatore come me possa ambire e sognare”.