MILANO (MI) – Ieri sera si è svolta la puntata finale del noto programma tv Italia’s Got Talent 2020 andata in onda in diretta su Tv8 e che ha incoronato vincitore il ventriloquo Andrea Fratellini, con il pupazzo Zio Tore. A sorpresa si è parlato anche di ciclismo, di ciclismo d’epoca di una bella e curiosa storia. Protagonista uno degli attori più amati del cinema italiano, Luca Argentero, che ospite sul palco della finale di #IGT ha regalato a tutti i telespettatori un emozionante monologo sul senso della vittoria e della sconfitta, tratto dal suo ultimo spettacolo teatrale che racconta la storia del ciclista Luigi Malabrocca.

L’attore piemontese porterà la figura di questo indimenticabile atleta nella nuova stagione del Verdi con lo spettacolo dal titolo “È questa la vita che sognavo da bambino?”. E ieri sera, di fronte ai giudici del talent show di Tv8, ci ha dato un anticipazione di questo sui spettacolo sugli anti-eroi. Uno storytelling divertente e divertito di tre storie di sport, di tre personaggi che potevano essere eroi duri e puri ma che sono diventati degli anti-eroi per scelta o per destino.

Oltre al ciclista Luigi Malabrocca, protagonisti dello show sono Alberto Tomba, il leggendario campione di sci, provocatore, divo, playboy, icona degli anni ’90 e di quella vita da cinepanettone che gli italiani sognavano, e Walter Bonatti, con la storia più tragica delle tre. Lui, che era davvero un eroe ma è stato dipinto per decenni come un antieroe. Il re delle Alpi, una vita dedicata alla montagna, impegno, dedizione, avventura, soddisfazioni e delusioni. Una, la più grande della sua vita, fu quella scalata al K2 in cui mancò la cima: un episodio oscuro, versioni diverse, un tradimento che tinse di giallo quella clamorosa impresa del luglio del 1954.

CHI ERA IL CICLISTA LUIGI MALABROCCA?

Luigi Malabrocca (Tortona, 22 giugno 1920 – Garlasco, 1 ottobre 2006) è stato un ciclista su strada e ciclocrossista italiano. Era soprannominato “il Cinese” a causa dei suoi occhi a mandorla e divenne popolare perché indossò per due anni consecutivi la “maglia nera” del Giro d’Italia. Ultimo di sette fratelli e grande amico del conterraneo Fausto Coppi, vinse 138 corse, di cui 15 da professionista, ma il suo nome rimane ancora oggi legato al Giro d’Italia dei tempi in cui l’ultimo classificato si aggiudicava la maglia di colore nero e, soprattutto, la colletta fatta fra gli spettatori per l’ultimo arrivato.

Riuscì ad aggiudicarsi la maglia nera nel 1946 (pur arrivando quarto in volata al termine dell’ultima tappa, la Mantova-Milano) e nel 1947, cercando di perdere più tempo possibile tra una tappa e l’altra nascondendosi dove poteva, forando le gomme della sua bici e fermandosi per lungo tempo nei bar. Nel 1949 rimase vittima del suo stesso gioco: aspettò troppo tempo e quando tagliò il traguardo dell’ultima tappa a Milano i cronometristi e i giudici spazientiti avevano già lasciato le loro postazioni, assegnando all’ignaro Malabrocca lo stesso tempo del gruppo e al vicentino Sante Carollo (che si ritirò presto dal ciclismo) la maglia nera con relativo premio. Da allora Malabrocca decise di abbandonare quella singolare corsa all’ultimo posto.

Nella sua carriera si aggiudicò la Parigi-Nantes (1947), la Coppa Agostoni (1948) e il Giro di Croazia e Slovenia (1949). Per due volte (nel 1951 e nel 1953) fu campione d’Italia di ciclocross. Si ritirò dal ciclismo nel 1956. Dopo essere stato operato al cuore e alla gola, e dopo un ricovero in ospedale nel settembre 2006, Malabrocca è morto a Garlasco all’età di 86 anni.

fonte: Wikipedia