L’UCI adotta una serie di misure straordinarie per far fronte alla crisi economica del ciclismo mondiale per Covid-19
AIGLE (SVIZZERA) – Considerato l’attuale contesto della pandemia di Coronavirus, il presidente dell’Unione Ciclistica Intarnazionale (UCI) David Lappartient, ha convocato un meeting straordinario virtuale del Consiglio Direttivo lo scorso 2 aprile. Una serie di misure economiche devono essere adottate per far fronte alle conseguenze sportive e finanziare che che questa crisi sanitaria mondiale sta portando per la federazione internazionale, con il rinvio e anche la cancellazione di numerosi eventi ciclistici.
STOP AL CICLISMO – La situazione è molto seria a livello internazionale, ormai da diverse settimane e almeno fino al 1° giugno 2020 non si svolgeranno altre gare. L’UCI ha ricevuto già 650 richieste dagli organizzatori di manifestazioni per il rinvio o la cancellazione a causa del Coronavirus nei mesi che vanno da marzo ad agosto, un numero che equivale al 30% dell’intero calendario internazionale UCI del 2020. Chiaramente strada e mountain bike sono le discipline più toccate: rinviate come sapete grandi corse come Fiandre, Roubaix e Giro d’Italia ma anche i Mondiali di cross country di Albstadt (Germania) e diverse prove della Coppa del Mondo MTB. Rinvio anche per i Mondiali di Bmx mentre sono fortemente a rischio anche quelli di Paraciclismo su strada. In più, il rinvio dei Giochi Olimpici al 2021: l’UCI sta discutendo con il CIO il calendario di completamento delle qualificazioni per gli sport (mountain bike, BMX Racing, BMX Freestyle e Paraciclcismo su strada) che non li avevano completati.
L’UCI RESTISTUISCE LE TASSE AGLI ORGANIZZATORI – Sono davvero numerose le gare rinviate o annullate. In segno di solidarietà l’UCI ha deciso di restituire agli organizzatori delle prove annullate l’intero ammontare delle tasse già versate all’ente internazionale, rinunciando così ad una parte consistente delle proprie entrate. Una iniziativa che avrà conseguenze importanti sul bilancio dell’UCI stessa.
SOSTEGNO AI TEAM IN CRISI ECONOMICA – È stato creato un gruppo di lavoro con il CPA e la AIGCP per affrontare le difficoltà economiche che varie squadre potranno incontrare nelle settimane e nei mesi a venire. L’impegno dell’UCI è quello di assicurare il massimo sostegno alle formazioni messe in crisi dal Covid-19 e misure ulteriori potranno essere assunte secondo l’evoluzione della situazione. Allo stesso modo viene seguita da vicino la situazione per quanto riguarda i Campionati del Mondo di Aigle-Martigny, per il momento confermati in calendario dal 20 al 27 settembre, ma anche per tutti gli altri Mondiali, come quelli MTB, e per le varie prove di Coppa del Mondo la cui sospensione di numerose prova ha ripercussioni importanti anche sul marketing dell’UCI.
MANCATI VERSAMENTI DEL CIO E LA CHIUSURA DEI CENTRI – Il rinvio dei Giochi comporterà ulteriori problemi economici per la Federazione Internazionale: gli introiti previsti per il secondo semestre del 2020 slitteranno al 2021 ed è probabile una riduzione delle somme versate dal CIO ad ogni Federazione Internazionale. Questa cifra è quella che permette il mantenimento del Centro Mondiale del Ciclismo e dei Centri satellite in giro per il mondo presso i quali pedalano atleti di molte federazioni diverse. L’UCI, che è una delle poche federazioni internazionali a possedere una simile struttura, forma fino a 120 ragazzi ogni anno. Ovviamente, la sede di Aigle è stata chiusa al pubblico lo scorso 16 marzo così come si è fermato il lavoro al Centro Mondiale del Ciclismo, con il ritorno degli atleti ai loro rispettivi Paesi d’origine. Tutti sono seguiti al momento dai tecnici attraverso lavoro online. Gli effetti della pandemia si fanno sentire a livello economico, ma la buona gestione e la strategia di vendita dei Campionati Mondiali a lungo termine permetterà all’UCI di onorare gli impegni e superare la crisi.
NECESSARIO UN PIANO PER RIDURRE I COSTI – In un contesto sanitario ed economico in cui non si ha una visione chiara di quando la crisi finirà, l’UCI ha preso in considerazione diversi possibili scenari. Consapevole che la situazione è preoccupante e che i risparmi fatti finora sono stati minimi (costi legati in particolare all’interruzione dei viaggi dei Commissari internazionali UCI), il Comitato di gestione dell’UCI ha approvato un piano di riduzione dei costi senza precedenti con i seguenti punti principali:
– I dirigenti dell’UCI (eletti e Senior Management) hanno deciso di ridurre il loro stipendio o le indennità percepite;
– Ricorso agli ammortizzatori sociali – in percentuali diverse – per i 130 collaboratori dell’UCI e del CMC;
– Congelamento delle assunzioni a tempo intederminato;
– Revisione totale dei progetti e degli obiettivi fissati per il 2020 e per gli anni successivi e ancora in fase di realizzazione;
– Ridimensionamento dei progetti di solidarietà destinati alle Federazioni Nazionali;
– Istituzione di riunioni e incontri virtuali per il Comitato Direttivo, le Commissioni UCI e i seminari;
– Riesame (in corso) dei contratti di consulenti e fornitori generali.
“La nostra Federazione attraversa una crisi senza precedenti dai tempi della Seconda Guerra Mondiale – spiega il presidente David Lappartient -: l’inattività sta mettendo in crisi i corridori, le squadre, gli organizzatori, gli sponsor e la gran parte di coloro che contribuiscono alle sorti del nostro sport. L’UCI ovviamente non è risparmiata da questa crisi: il rinvio dei Giochi Olimpici e Paralimpici, le corse annullate e l’incertezza che grava sulla seconda parte della stagione, hanno un impatto pesante sullo sport in generale e sulla nostra Federazione in particolare. Siamo tutti chiamati a dar prova di unità, di responsabilità e di coraggio. Ed è in questo quadro che l’UCI assume ora le misure drastiche che possono consentirle di superare la tempesta. Scelte difficili ma necessarie se vogliamo ricostruire il ciclismo dopo l’emergenza Covid-19″.
comunicato UCI