Il team manager di Jumbo-Visma Richard Plugge rivela: “Io due settimane in ospedale per Covid-19”
AMSTERDAM (OLANDA) – Il team manager del team Jumbo-Visma Richard Plugge ha rivelato di aver trascorso diversi giorni in ospedale dopo aver catturato il virus Covid-19 il mese scorso. L’olandese lo ha comunicato con un post sul suo profilo LinkedIn che era stato ricoverato in ospedale sei settimane fa e ci è rimasto in cura per due settimane prima di essere dimesso.
“Più di sei settimane fa sono stato ricoverato in ospedale col Coronavirus”, ha scritto Plugge. “Ho vissuto una quindicina di giorni incredibilmente dura con febbre alta e tanta ansia. Grazie alle cure e alla bravura degli operatori sanitari, sono sono riuscito a superare questo momento. Non mi sono ripreso ancora del tutto. Ciò che ho visto e vissuto in ospedale è stato qualcosa di scioccante e porto ancora più rispetto per tutti gli operatori sanitari”.
Il manager fa poi un appello: “Per favore, per te, per tutta la società e per i tuoi cari, mantieni l’autocontrollo e mantieni le misure di sicurezza per tutto il tempo necessario. È una malattia molto brutta e grave. Usa la testa, stai al sicuro, resta a casa il più possibile e abbi cura di te”.
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I Paesi Bassi sono attualmente in fase di blocco come gran parte dell’Europa, anche se i provvedimenti sono più leggeri rispetto ad Italia e Spagna, avendo inizialmente perseguito la strategia di immunità di gregge. Questa settimana, il governo olandese ha annunciato che le scuole primarie riapriranno all’inizio di maggio e che le persone possono ancora andare in bicicletta all’aperto.
Il team Jumbo-Visma è stato tra i primi a prendere provvedimenti quando si è iniziata a diffondere l’epidemia di Coronavirus in Europa, ritirandosi dalla Strade Bianche e della Parigi-Nizza, prima ancora di tutti gli annullamenti. Sulle corse Plugge ha detto: “Con tutta la squadra non vediamo davvero l’ora di poter tornare a correre, ma questo dovrà accadere quando tutti saremo sicuri, con il consenso dei governi, preservando la salute e la sicurezza dei ciclisti, dei team e degli organizzatori. Questa deve essere la priorità numero uno”.