PARIGI (FRANCIA) – Il primo ministro francese Edouard Philippe ha presentato questo pomeriggio in Parlamento la strategia del Governo transalpino per la cosiddetta fase 2, per continuare a contrastare la pandemia di Coronavirus che dalla metà di marzo sta colpendo duramente anche la Francia. Come successo anche in Italia e un po’ in tutto il mondo sono state fermate tutte le attività sportive e la ripresa non sarà per nulla immediata.

“Non ci saranno riaperture né per la Ligue 1 di calcio, né per il Top14 di rugby”, che quindi non potranno terminare la stagione rimasta in sospeso dopo il blocco ed in dubbio resta quindi anche l’inizio della prossima. Il primo ministro ha poi aggiunto: “Di sport professionistico si tornerà a parlare solo dopo il 1° settembre”, come riporta anche L’Equipe.




Ha poi aggiunto il divieto di riunione e assembramento di più di dieci persone per volta, un’indicazione che sembra difficilmente compatibile anche con un’eventuale ipotesi di eventi a porte chiuse. E poi ancora: “Sarà possibile, nei giorni di sole, praticare una singola attività sportiva all’aperto, ovviamente superando l’attuale limite del chilometro dalla propria abitazione e rispettando le regole del distanziamento sociale, mentre non sarà possibile praticare sport in luoghi coperti, né sport di squadra o di contatto ed eventi che riuniscono più di 5.000 persone saranno vietati fino a settembre”, precisa il capo del Governo.

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Questo i punti che toccano più da vicino il mondo dello sport nel programma presentato oggi da Philippe e che dovrebbe entrare in vigore dall’11 maggio (secondo quello che sarà l’andamento della curva del contagio nei prossimi dieci giorni e quindi solo il 7 maggio potrà essere confermato).

Una decisione che spiazza diversi organismi sportivi e i loro progetti di ripartenza che erano in atto. Pensiamo al piano della UEFA per completare la Champions League di calcio ad agosto, nella quale sono ancora impegnate anche due squadre francesi Paris Saint-Germain e Lione. Problemi anche per il ciclismo. L’UCI ha già cancellato tutte le competizioni fino a fine luglio e con ASO aveva già fissato le nuove date per il recupero del Tour de France 2020 (dal 29 agosto al 20 settembre 2020), unico punto fermo al momento, insieme a Mondiali e campionati nazionali, nell’ipotetico calendario della ripresa dell’attività ciclistica internazionale. Addirittura ASO, anche se non vi è stata ancora alcuna ufficializzazione, pare avesse in programma di far disputare nel mese di agosto il Giro del Delfinato. Sarà possibile organizzare questi eventi?





A questo punto tutto è in forte dubbio, dopo le decisione prese oggi dal Governo francese che impedisce di riunire più di dieci persone fino a fine agosto. Una strategia quella presentata all’Assemblea nazionale, che mira ad una riapertura graduale al fine di evitare “il rischio di una seconda ondata (…) di un ritorno di alti picchi di contagio, che è un grave rischio”. Sarà autorizzata la ripresa degli sport individuali, ma non di quelli di squadra.

In serata sono arrivati possibili segnali di apertura sulla possibilità di svolgere il Tour nelle date indicate dall’UCI, ma a porte chiuse. Il Ministero dello Sport con una nota ha specificato: “Non si potrà riprendere prima del mese di agosto, ma durante questo mese si potranno tenere partite a porte chiuse o con pochissime persone”. Una misura più idonea a sport come il calcio o il rugby. Per il Tour vedremo. Si attende ora una replica anche di ASO.