Blocco categorie, problemi organizzativi, fuga di giovani e sponsor dopo il Coronavirus. Come le società ciclistiche vedono la ripresa?
Dopo la parziale riapertura alle attività sportive contenute nel decreto del 26 aprile 2020 che entrerà in vigore dal 4 maggio, oggi si terrà in virtuale il Consiglio Federale, anticipato da un Consiglio dei Presidenti del Comitati Regionali, che dovrà approvare le linee guida del ciclismo per la Fase 2 in base a quanto fino ad oggi elaborato dalle Commissioni e Tecnici. Soprattutto per quanto riguarda la ripresa degli allenamenti, si parlerà in prima battuta.
Ovviamente si inizierà a guardare anche più in là, all’eventuale ripresa delle gare, a cosa fare per il 2021 – sembrerebbe prendere sempre più piede l’ipotesi del “congelamento delle categorie” con l’inserimento di una nuova categoria tra i Giovanissimi –, come aiutare le società di base, gli organizzatori di gare ed il movimento in genere, considerata anche la difficile situazione economica. Sicuramente non saranno prese oggi decisioni definitive in merito, ancora troppo presto, con l’emergenza Coronavirus ancora in corsa e in pieno divenire.
Ma noi abbiamo voluto comunque sondare un po’ il terreno delle nostre società di ciclismo, quelle che operano con i giovani, che organizzano gare e che si stanno ponendo domande sul futuro e sui possibili scenari che si potrebbero presentare. Abbiamo interrogato un campione di presidenti e team manager sulla questione “congelamento categorie”, sugli aspetti economici legati alla crisi delle sponsorizzazioni, sulle difficoltà organizzative, sulle modalità di supporto e aiuto che la FCI dovrebbe adottare. Sono emersi suggerimenti e riflessioni interessanti che crediamo validi da condividere e che magari potrebbero essere da spunto di riflessione anche in sede federale.
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Sì o no al “congelamento delle categorie” nel 2021?
La questione più sentita appare proprio quella del blocco delle categorie che trova tutti un po’ d’accordo. L’idea era nata da una riflessione proposta dal CT azzurro Davide Cassani, supportata in primis da una lettera scritta dai direttori sportivi delle società Juniores della Toscana e poi dibattuta su più fronti. A tal proposito vi avevamo anche proposto un’interessante analisi con 6 diverse ipotesi proposta da un gruppo di appassionati di Padova.
Ma le società cosa ne pensano? Abbiamo contattato diversi presidenti, impegnati anche nelle diverse categorie perchè anche in base a questo cambiano i sentimenti, le percezioni e le esigenze tra chi ha tutta la filiera delle squadre giovanili e chi ha, ad esempio, solo una squadra della categoria Juniores o Under 23.
Antonio Bevilacqua team manager del Team Colpack, formazione Continental e Under 23 di riferimento del movimento ciclistico italiano afferma: “Non ho dubbi che quest’anno sia da bloccare e da recuperate nel 2021. Penso a tanti atleti al quarto anno Under 23 che aspettavano questo 2020 e sognavano una grande stagione per giocarsi le loro chance per approdare al professionismo e ora sono praticamente spacciati. Meritano un’altra possibilità, perché altrimenti gli togliamo tutti i loro sogni. Poi credo anche che allungare l’ultimo anno di Juniores sia una buona cosa e che dovrebbe rimanere per sempre. Perché i ragazzi a 19 anni vanno ancora a scuola, hanno la maturità e così arriveranno da noi più maturi anche ciclisticamente”.
Non bisogna nemmeno riprendere l’attività giovanile quest’anno per Patrizio Lussana, presidente del Team LVF, la squadra dei record che lo scorso anno ha dominato la scena nazionale e internazionale della categoria Juniores. E motiva così il suo pensiero: “Se vogliono salvare il 50-60% delle società che hanno corridori e delle società che organizzano gare, la Federazione deve fare un congelamento. Perché se la Federazione vuole far ripartire le gare nel mese di agosto o anche oltre, perderanno tutte le gare perché quasi nessuno ha più i soldi in questo momento e l’anno prossimo perderanno anche un sacco di squadre”.
Alberto Murari, presidente della Assali Stefen Omap, storica società Juniores della provincia di Verona afferma: “Sono più che d’accordo nel congelare le categorie per l’anno prossimo perché anche se si dovesse tornare a correre a luglio o agosto non sono molto fiducioso che la stagione possa avere una validità sportiva. Bisogna vedere anche come si ripartirà, se ci saranno le corse perché penso che tanti sponsor saranno in difficoltà. Noi siamo fortunati perché il nostro sponsor principale ha continuato a lavorare, ma tante aziende sono ferme. Forse la scelta giusta è fermarsi e ripartire con più tranquillità il prossimo anno. Penso anche ad un Under 23 che deve passare professionista. Se corre due mesi come fa a trovare squadra? Considerando poi che anche tra i professionisti, come leggiamo, ci sono tante squadre in difficoltà”.
Alessandro Cardi presidente dell’ultracentenaria società varesina Uc Bustese Olonia, per cui ha corso anche il mitico Fausto Coppi, e che oggi continua la tradizione con un folto gruppo di Esordienti, Allievi e Juniores (lo scorso anno gli Allievi hanno vinto il premio come miglior società nazionale ai BICITV Awards), dice la sua: “Il blocco delle categorie per l’anno prossimo penso sia una buona idea. Io sono d’accordo, anche perché non si sa ancora quando si riprenderà. Penso ai nostri ragazzi, specie agli Juniores del secondo anno, che non hanno praticamente corso e come faranno a trovare squadra nel 2021? Per gli Allievi magari il problema sarebbe minore, ma considerato come si sono evolute le categorie negli ultimi anni, qualche problema lo potremmo avere anche in questa categoria. Ovviamente questa decisione dovrebbe essere presa a livello internazionale. Tra l’altro sarebbe anche un modo per dare più tranquillità al ragazzo che deve fare la maturità scolastica e non essendo dilettante non è costretto ad andare in giro per tutta l’Italia a correre”.
John Cattaneo, team manager del Gs Massì Supermercati, squadra Juniores e impegnata anche nel mondo amatoriale e fuoristrada. “Io dico che bisogna assolutamente arrivare al congelamento della stagione. Allungare al terzo anno la categoria Juniores in modo che i ragazzi facciano la maturità prima di passare dilettanti. E deve essere una decisione presa a livello internazionale. Si potrebbe anche lasciare che chi fa più di 15 punti il secondo anno potrà passare direttamente tra i dilettanti. Bisogna mettere delle regole. Le squadre non dovranno avere più di otto corridori. Se c’è una doppia affiliazione va bene, ma non si parte più di dodici per gara. Va bene anche il tesseramento di due stranieri per squadra. O mettiamo un limite di punti per corridore o mettiamo un limite di atleti per squadra”.
Pone l’accento, giustamente, anche su una rivisitazione del calendario se si decidesse di bloccare le categorie, soprattutto per le concomitanze ciclismo-scuola, Pietro Nardin che è il presidente della Borgo Molino Rinascita Ormelle, formazione trevigiana che schiera Allievi e Juniores. “Sarebbe utile questa decisione di bloccare le categorie anche in futuro, ma deve essere una decisione condivisa anche a livello europeo e mondiale. Una decisione che andrebbe incontro anche ai ragazzi che hanno la maturità che non si ritrovano a doverla fare nell’anno più impegnativo in cui passano Under 23 e diventa un problema per loro. Certo in questo caso dovrà poi essere rivisto anche il calendario perché non si potrà pensare di fargli disputare il Campionato Italiano a fine giugno proprio quando avranno la maturità”.
L’ex professionista Fabrizio Bontempi, presidente della bresciana Progetto Ciclismo Rodengo Saiano, che si occupa di Giovanissimi, Esordienti e Allievi dice: “Mi rendo conto che il problema del congelamento delle categorie sia sentito più nelle categorie più alte, Juniores e Dilettanti. Io personalmente non cambierei niente. C’è però da capire cosa sia meglio per loro. Se vogliamo fare questo passaggio, dovrà essere deciso a livello UCI e se si deciderà di cambiare qualcosa, a mio avviso, la soluzione più equilibrata è quella di inserire i G0 e mantenere ferme tutte le categorie di quest’anno. In pratica si sposta tutto di un anno e gli Juniores diventano Under 19 e i dilettanti Under 24”.
Mauro Zinetti, presidente della Sc Gazzanighese, società che si occupa di Giovanissimi ed Esordienti e che storicamente organizza anche diverse manifestazioni ciclistiche giovanili, afferma: “Se la stagione non dovesse ripartire entro luglio-agosto, la stagione è persa e quindi sono d’accordo con l’idea di congelare le categorie. Se i nostri ragazzi dovessero correre anche solo un mese o due è giusto bloccare le categorie e io sono abbastanza in linea con l’ipotesi avanzata da Davide Cassani. Perché questo si ripercuoterebbe su tutte le categorie, anche sui professionisti”.
Bloccare il passaggio al professionismo nel 2021?
Sempre Zinetti, ex corridore professionista, propone: “Secondo me dovrebbero anche bloccare il passaggio al professionismo. È vero che tra loro se riuscissero a correre tre o quattro mesi qualche scelta di mercato la potrebbero riuscire a fare in entrata e in uscita. Ma i dilettanti? Immagino quelli che sono all’ultimo anno, in due o tre mesi cosa possono dimostrare? Non sarà una situazione facile. Soprattutto per gli Under all’ultimo anno. Per Juniores, Allievi e le altre categorie c’è anche il tempo di recuperare, ma se correranno solo un mese o due è giusto che abbiano la possibilità tutti di rifare l’anno”.
Bevilacqua della Colpack aggiunge in merito: “C’è anche un altro problema, se così vogliamo dire, che tocca da vicino anche la Colpack, come il caso di quei corridori al primo anno Under che hanno già firmato un contratto per passare professionisti il prossimo anno senza aver corso tra i dilettanti. È una cosa che non sta in piedi. Voglio vedere chi sarà il direttore sportivo che accetterà di far passare un ragazzo che non ha mai corso tra i dilettanti. Senza dimenticare che anche alcune squadre dei professionisti sono in grave difficoltà e per forza di cose ci sarà un ridimensionamento a tutti i livelli”, prevede Bevilacqua.
Difficili prospettive organizzative
Alberto Murari della Assali Stefen riflette: “Per le nostre corse nei paesi vedo una situazione molto difficile perché non sarà affatto semplice poter far rispettare il distanziamento sociale tra il pubblico. Forse nei professionisti potrà essere più facile, ma noi non potremo disporre di un ampio numero di forze dell’ordine, abbiamo qualche volontario, ma la situazione è molto complicata. Forse qualcosa in più si potrà riuscire a fare in pista, negli impianti è più facile controllare anche l’afflusso del pubblico”. Poi aggiunge: “Pensiamo anche al seguito che ha una squadra come la nostra che con i corridori solitamente si porta appresso genitori, nonni, fratelli. Per una squadra di dodici corridori come la nostra, come minimo di solito ci sono cinquanta persone che vengono a vedere una gara, più lo staff. L’altro problema sarà anche quello legato alle trasferte e al trasporto. I ragazzi non hanno la patente, quindi i genitori li devono accompagnare e non tutti possono farlo. In più questa estate tanti genitori dovranno lavorare immagino. Noi avevamo la struttura che li passavamo a prendere e li portavamo a casa, ma ora non si potrà fare. Dovremmo avere dodici mezzi, uno per corridore. Io sono per l’idea che se si riparte, bisognerà partire in modo sicuro”.
Lussana, oltre che presidente del Team LVF, ha alle spalle una lunga esperienza in campo organizzativo, con tante manifestazioni organizzate, su tutte la 3GIORNIOROBICA, ed è direttore di organizzazione internazionale. Esprime perplessità anche sotto il punto di vista dell’organizzazione delle gare a breve termine: “Ho grossi dubbi che quest’anno riusciremo ad organizzare qualcosa anche perché credo che province e comuni prima che ti possano dare un permesso per fare una gara ci vorrà del tempo. Credo che nessuno vorrà prendersi la responsabilità”.
I problemi derivati dalla crisi economica
Ancora Bevilacqua della Colpack: “È una situazione brutta che nessuno si aspettava, sicuramente ci saranno delle conseguenze economiche, di sponsor, gli organizzatori, le corse. Si riprenderà quest’anno? Finché non ci sarà un vaccino la situazione sarà sempre complicata. Sarebbe bello ripartire, anche come segnale di speranza, anche per gli sponsor, ma con quali rischi?”.
Da un punto di vista economico è complicata per tutte le squadre? “Se non corriamo è chiaro che è diverso anche il budget che avremo a disposizione. Dovremo rivedere tutti i contratti con i nostri sponsor o in qualche caso si potrebbe anche perdere tutto perché tutti hanno dei problemi in questo momento”, spiega l’ex professionista abruzzese.
Da Treviso Nardin aggiunge: “Oggi come oggi, come si fa ad andare a chiedere soldi agli sponsor che ci sono aziende chiuse e che non lavorano da settimane o che hanno già mille problemi. Questo è il problema quest’anno che mette in ginocchio anche le società”.
Lussana prende ad esempio la situazione della sua società, il Team LVF, e ci spiega meglio: “I pagamenti dei miei sponsor sono stati bloccati. E io ho fatto un ragionamento con loro. Se l’anno prossimo andiamo avanti e riprendiamo con le fatture da dove ci eravamo fermati, e cioè dal mese di marzo, l’anno prossimo riusciamo a proseguire e forse riusciamo a superare le difficoltà. Se, invece, ci faranno il giochino di farci ripartire qualche mese per salvare le tasse, affiliazioni e tesseramenti che noi società abbiamo già pagato e poi ce li faranno ripagare anche il prossimo anno diventerà un grosso problema. Gli sponsor quest’anno non mi daranno più soldi, perché fin che non rivedremo la luce nel buio di questa situazione, noi del mondo dello sport non vedremo più un centesimo. Giustamente prima vengono le aziende, i dipendenti e gli interessi loro e la prima cosa che tagliano sono le sponsorizzazioni. L’unico modo per cercare di salvare qualcosa, e non salveremo comunque tutto, è il congelamento della stagione. Se nei prossimi mesi le cose si sistemeranno si potrà tornare ad allenarsi, ma le gare non si devono fare nel 2020, quantomeno non devono avere alcun valore. È l’unico modo per salvare il movimento se no io credo che l’anno prossimo perderanno anche l’80% delle società”. Lussana è molto drastico: “Se faranno partire la stagione ad agosto, io non so se ripartiremo con la mia squadra ed i miei atleti e poi con tutta probabilità non farò la squadra nemmeno l’anno prossimo”.
Quali aiuti alle società? Sostegno economico e maggiori detrazioni per gli sponsor
Cardi della Bustese avverte: “Se vuoi continuare a far correre i professionisti, devi assolutamente dare una mano alla base perché sicuramente tante società saranno in difficoltà. È vero che ci sono tante altre cose importanti, aziende ed attività chiuse, ma anche lo sport rappresenta una fetta importante della nostra società e la federazione dovrà dare una mano a quelle società in difficoltà che si occupano di giovani. E non parlo necessariamente di un aiuto solo economico”.
Il bresciano Bontempi aggiunge: “Defiscalizzazione degli sponsor, permettere loro di poter scaricare più di quello che fanno ora, tipo il 70%, perché siano invogliati a continuare a sostenere le società giovanili”.
Aggiunge Lussana: “Alle aziende dovranno permettere, per i prossimi 3-4 anni, di recuperare per intero l’ammontare della sponsorizzazione altrimenti credo che saranno tempi bui per lo sport. Anche io sono un imprenditore e la prima cosa che si taglia in questi casi sono le sponsorizzazioni”.
Conferma John Cattaneo della Massì: “A livello fiscale ci vogliono delle detrazioni importanti per incentivare gli sponsor a restare”. E poi propone un’altra idea alternativa non nuova: “Per sostenere il ciclismo giovanile un’altra idea da mettere in campo subito è quella di finanziare con i soldi delle quote della granfondo amatoriali delle gare per i giovani”.
Il blocco dell’anno permette il riutilizzo dei materiali e un risparmio economico
Anche in base alla categoria in cui si opera cambia la percezione sulla questione dei materiali acquistati quest’anno e da poter riutilizzare il prossimo anno in caso di blocco.
Nardin presidente della Borgo Molino lancia: “Il blocco favorirà anche le società che già quest’anno hanno fatto dei grossi investimenti per l’acquisto di biciclette, vestiario e altro materiale che se non viene utilizzato potrà essere riutilizzato ancora l’anno prossimo. Se, invece, il prossimo anno ci cambiano ancora i ragazzi, le biciclette e il vestiario non sono in misura, consideriamo anche l’aspetto della sanificazione, e sono tutte cose che andrebbero ‘buttate via’”.
È d’accordo Lussana: “Se cambi l’anno prossimo, cambiano i ragazzi, bisogna cambiare anche le bici, l’abbigliamento i materiali e sono altre spese. Se rimaniamo come quest’anno, invece, i contratti rimangono in essere e andiamo avanti anche con gli stessi materiali”.
Il problema varia anche in base all’età dei ragazzi, come spiega Bontempi, soprattutto Esordienti e Allievi sono in fase di sviluppo e tra i 13 e i 16 anni i ragazzi crescono in fretta: “È forse il danno minore per noi quello del materiale perché comunque lo dovremmo cambiare in gran parte. Capisco che per Juniores e Dilettanti ci possa essere la possibilità l’anno prossimo, tenendo gli stessi ragazzi, di riutilizzare le bici, l’abbigliamento ed i materiali già acquistati quest’anno, ma noi che abbiamo ragazzini piccoli, crescono, cambiano da un anno all’altro e quindi in gran parte l’anno prossimo avranno bisogno di materiale diverso”.
Con i più piccoli ha a che fare anche Zinetti: “Dal punto di vista della nostra società soffriamo meno il problema legato alle biciclette perché ne abbiamo parecchie di nostra proprietà, di differenti misure e bene o male tra i più piccoli riusciamo sempre ad adattarle ai nostri ragazzi che sono circa una ventina. Ma capisco benissimo il problema per altre società soprattutto per i ragazzi un po’ più grandi. Diverso ad esempio il discorso dell’abbigliamento che noi rinnoviamo ogni due anni e proprio quest’anno lo abbiamo rinnovato per non utilizzarlo mai. Ci troveremo ad affrontare una spesa verso un fornitore di cui avremmo fatto volentieri a meno ora, uno perché non ci serve e due perché gli sponsor li perderemo quest’anno ed è normale che sia così. Sono tutti problemi che bisogna esserci dentro per rendersene conto”.
Congeliamo anche gli sviluppi metrici dei rapporti per le categorie
Fabrizio Bontempi fa emergere anche un altro aspetto interessante legato al possibile blocco delle categorie. “Bisognerebbe, per non complicare la vita alle società, che la Federazione lasciasse invariate le metriche dei rapporti alle varie categorie; anche se i ragazzi avranno l’anno prossimo un anno in più, dovranno mantenere gli stessi rapporti. Mi riferisco in particolare a Giovanissimi, Esordienti ed Allievi. Altrimenti tutte le società saranno costrette a cambiare i rapporti di tutte le ruote e comporterebbe loro un ulteriore dispendio economico. Oltretutto, in questi anni di attività, abbiamo spesso notato come il ragazzino G1 non fosse tanto sviluppato e un anno in più di esperienza, mantenere il rapporto può aiutare i nostri ragazzi a crescere”.
Ripresa, gare alternative, tutela dei giovani e anche dall’esodo verso altri sport
Zinetti della Gazzanighese sottolinea: “Per molti sport come calcio, basket o pallavolo si trovavano ormai a fine stagione e hanno perso poco, mentre per noi la stagionalità è notevolmente diversa e come ciclismo paghiamo anche questo”.
Ancora Bontempi va più nei dettagli della vicenda: “È chiaro che la priorità su tutto è la salute pubblica e in particolare quella dei nostri ragazzi. Però abbiamo anche capito che con il Coronavirus dovremo convivere per molto tempo e non possiamo fermarci ad aspettare il vaccino. Perché se per due anni non c’è un vaccino, vuol dire che non corriamo nemmeno l’anno prossimo. Questo è un mio parere personale – specifica il presidente della Rodengo Saiano –, e dico in qualche modo che bisogna cercare di riprendere, in primis gli allenamenti da soli, facciamo riassaporare la strada ai nostri ragazzi, e poi una specie di piccoli allenamenti distanziati in gruppi e provare ad iniziare e vedere come va. Chiaro che questo non dipenderà solo dalla Federazione. Ma anche se non si potrà tornare a fare le gare così come facevamo prima, dobbiamo inventarci qualcosa di alternativo”.
Pensando soprattutto ai più piccoli, ai Giovanissimi, la paura è che se rimarranno fermi ancora a lungo, passata l’estate, potranno sentire le sirene di altri sport che potrebbero ripartire con la loro stagione a settembre, come ad esempio il calcio, il basket, la pallavolo.. “Facciamogli fare degli sprint, delle prove cronometrate, piccole ginkane per fargli riassaporare un po’ l’agonismo, perché io che ho fatto il professionista, capisco che al bambino che davvero gli piace andare a correre vuole e cerca l’agonismo. Se noi non gli facciamo fare delle piccole competizioni, perdiamo i ragazzini che potrebbero nel frattempo andare a provare qualche altro sport. Vediamo fino a luglio come si mette la situazione, ma pronti che se ad agosto si può partire cerchiamo di fare un minimo di attività, si può allungare anche fino a ottobre-novembre la possibilità di correre e poi ci prepariamo per fare la stagione dell’anno prossimo. Dobbiamo un po’ abituarci a convivere con questo problema, rispettando un po’ tutti le regole e cercare di ripartire anche con l’attività sportiva. Perché se non ripartiamo quest’anno perché non c’è il vaccino, vuol dire che non ripartiamo più nemmeno a marzo dell’anno prossimo”.
(Servizio a cura di Giorgio Torre)