Niente Ungheria, il Giro potrebbe omaggiare le terre ferite dal Covid e Bergamo anche nel ricordo di Gimondi
BRESCIA (BS) – Con la pubblicazione lo scorso martedì del nuovo calendario internazionale e la programmazione del Giro d’Italia dal 3 al 25 ottobre si fanno avanti nuove indiscrezioni. Saltata la partenza prevista dall’Ungheria, sempre a causa dell’emergenza sanitaria, il Giro si trova ora nella necessità di ripensare e ridisegnare tre nuove sedi di tappa per mantenere inalterato il numero delle tappe, che è rimasto fissato in 21. E tra queste potrebbero esserci la provincia di Bergamo e le altre zone martoriate dal Covid-19, per quella che, come al termine della Seconda guerra mondiale, dovrà essere la corsa della rinascita.
Lo ha scritto ieri Paolo Venturini sul Giornale di Brescia e poi la notizia è stata ripresa anche dal collega Ildo Serantoni oggi su L’Eco di Bergamo. Scrive Venturini: “È per questo motivo che cresce in queste ore la suggestione di una partenza nelle terre flagellate dal Covid, fra Piemonte, Lombardia e Veneto che sono anche terre di ciclismo. Tappe che possano toccare o interessare direttamente le città simbolo dell’emergenza sanitaria, Bergamo e la Valseriana, Codogno, Brescia e Vo'”. Un omaggio a queste località diventate il simbolo dell’emergenza sanitaria nel mondo.
Sempre sul Giornale di Brescia si legge di un ipotetico prologo a Bergamo, fra città bassa e alta e poi proseguire verso il Veneto, abbracciando idealmente questi territori feriti. “Essendo la situazione delicata anche sul piano economico, ne consegue che non è facile, a soli cinque mesi dall’evento, trovare le risorse finanziarie indispensabili. Ergo, – spiega Serantoni su L’Eco – l’organizzatore è andato sul sicuro e ha sondato fra gli altri il suo fidatissimo proconsole in terra orobica, Bettineschi appunto, per verificarne la disponibilità”.
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Il bergamasco Giovanni Bettineschi (il primo a destra nella foto, insieme all’ultima maglia rosa Richard Carapaz) è promotore di tutte le tappe orobiche del Giro da oltre 15 anni a questa parte, oltre che dell’organizzazione di partenze e arrivi in città del Giro di Lombardia. Interpellato dal Giornale di Brescia ha dichiarato: “Una bella suggestione, ma al momento non c’è nulla di concreto. Sarebbe un modo anche per onorare Felice Gimondi”. Il campione di Sedrina è scomparso lo scorso 16 agosto e il prossimo sarà il primo Giro senza Gimondi.
Sempre dalle indiscrezioni pubblicate sul Giornale di Brescia si legge invece: “Difficile un arrivo di tappa a Brescia che ospitò il grande arrivo del 2013, ma sul lago di Garda ci sperano dopo che il basso Benaco è stato scartato più volte per ragioni logistiche (alberghi già pieni di turisti) mentre ad ottobre, e quest’anno in modo particolare, non ci sarebbe questo rischio. Vedremo”.