Paolo Bettini: “Indossare la maglia rosa, un sogno diventato realtà”. I ricordi 15 anni dopo la prima volta
LA CALIFORNIA (LI) – Quindici anni dopo il suo primo giorno in maglia rosa, il due volte campione del mondo Paolo Bettini è tornato a ripensare e a raccontare le sue imprese in quel Giro d’Italia.
Tropea è una piccola ma affascinante località balneare situata su un alto promontorio di tufo che la leggenda narra sia stata fondata da Ercole, rimasto colpito dalla sua eccellente posizione e sulla via del ritorno da una delle sue fatiche, ne fece il suo porto. Fu grazie a questa posizione strategica che Tropea – di grande interesse per i romani, i normanni e gli arabi – prosperò attraverso i secoli e anche se al giorno d’oggi la sua importanza come porto è diminuita, rimane ancora molto popolare, poiché è una delle mete turistiche più richiese della Calabria.
Tropea è anche la località dove la Quick-Step ha festeggiato la prima vittoria di tappa di sempre al Giro d’Italia. Quella che è arrivata in un bellissimo e soleggiato pomeriggio di maggio del 2005, quindici anni fa. Arrivato nell’ultimo chilometro, Paolo Bettini ha trovato il terreno ideale per sprigionare tutta la sua esplosività lasciandosi alle spalle tutti gli avversari nell’insidiosa salita di Rocca Nettuno (500 metri, pendenza massima del 15%) con una splendida accelerazione che gli è valsa la prima vittoria in una tappa del Giro d’Italia e la prima maglia rosa in carriera al Giro.
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“È stato il mio primo Giro in tre anni e dall’inizio fino alla fine è stato un ottovolante di emozioni. Ci eravamo studiati da settimane quella tappa. Ero già andato vicino ad una vittoria di tappa al Giro nel 1997, ero entrato in una fuga, ma un guaio meccanico mi aveva impedito di lottare per il successo a Lido di Camaiore. Quella volta tutto è stato perfetto e la vittoria è stata una una figata. È stato un momento incredibile che stavo inseguendo da un decennio e indossare anche la maglia rosa è stata la ciliegina sulla torta ”, ha raccontato Paolo Bettini del suo giorno perfetto a Tropea.
Bettini per quattro giorni è riuscito a continuare a tenere sulle spalle la maglia rosa quell’anno, grazie a un mix di determinazione, brio, potenza e astuzia, realizzando così un sogno d’infanzia. “Il giorno dopo l’ho persa, ma poi l’ho ripresa, poi è scivolata via di nuovo dalle mie spalle, ma sono riuscito a recuperarla a Marina di Grosseto grazie a uno sprint intermedio. Ricordo ancora come la sera prima avevo chiamato Massimiliano Lelli, che era di Manciano, la città dove si sarebbe svolto lo sprint, per chiedergli qualche informazione sulle strade. Questi dettagli mi hanno aiutato a ricominciare la tappa 7 in rosa, il che è stato molto emozionante, poiché il percorso ha attraversato la mia regione, la Toscana”.
Una volta che la gara è arrivata sulle montagne e la maglia rosa è diventata un affare esclusivo per gli scalatori (quel Giro fu vinto da Paolo Savoldelli, davanti a Gilberto Simoni e José Rujano), Bettini ha rapidamente spostato la sua attenzione su un altro obiettivo, che sembrava irraggiungibile all’inizio della gara: “Quello è stato anche il momento in cui ho iniziato a pensare di poter lottare per la maglia ciclamino. Ogni volta che ho percepito un’opportunità, sono andato a prendere punti e finalmente sono riuscito a prendere il comando della classifica nella seconda metà della gara e alla fine sono arrivato a Milano con un gap di otto punti che mi ha permesso di vincere la maglia per prima volta nella mia carriera. Ho ripetuto quell’impresa nel 2006, ma nulla è paragonabile alla sensazione che ho avuto nel 2005, quando con me sul podio è salito anche Stefano Zanini, vincitore della classifica Intergiro. Avevamo una squadra fantastica, un fantastico gruppo di amici!”
“Ho vinto molte Classiche, tappe in tutte e tre i Grandi Giri, ma nulla batte il Giro, perché da bambino cresci con la passione per questa gara e quel colore rosa. Ricordo ancora il 1985, l’anno in cui ho visto dal vivo la mia prima tappa. Avevo 11 anni e ho passato tutto il pomeriggio ad aspettare che il gruppo arrivasse a Cecina e anche se ho potuto vedere Giuseppe Saronni per solo un paio di secondi, mentre passava davanti a tutti gli altri e vinceva la tappa come un fulmine, era qualcosa di speciale che è rimasto per sempre con me e mi ha fatto sognare che un giorno anche io sarei salito sul podio, vestito di rosa”, ha concluso Bettini che in carriera ha vinto anche un oro olimpico nella prova in linea di Atene 2004.
Credito fotografico: © Tim De Waele / Getty Images