MILANO (MI) – Lo sprinter italiano Giacomo Nizzolo ha avuto un ottimo inizio nel 2020 con la maglia della NTT Pro Cycling, ha raccolto subito importanti vittorie di tappa al Santos Tour Down Under e alla Parigi-Nizza. Dopo il lockdown anche del ciclismo, ora sembra si possa pian piano riprendere anche con le gare e il corridore brianzolo mette nel mirino i prossimi obbiettivi.

Come descriveresti il ​​tuo inizio di 2020?

“È stato un grande inizio per me. Ovviamente a livello di risultati è stato positivo e la migliore sensazione che ho avuto è stata semplicemente quella di sentirmi nuovamente competitivo. Intendo quella sensazione che provi quando parti in una gara e nel finale sai di poter essere tra quelli che possono vincere. Ti senti forte e in grado di poterlo fare, anche se qualcosa dovesse andare storto o non ti trovi nella situazione migliore per farlo”.

Hai detto anche che per la prima volta in tanti anni sei riuscito a fare una preparazione invernale solida, senza infortuni, è stato importante?

“Avere un buon inverno per me significava molto, anche mentalmente. Sapendo di aver fatto tutto ciò che potevo fare per essere nella forma migliore in assoluto, mi ha dato delle certezze per provare a fare quello che ho fatto nei primi mesi dell’anno. Mi ha aiutato tanto, soprattutto a livello mentale”.

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2020: nuovo look, nuovi compagni di squadra e alcuni volti nuovi tra lo staff; la tua vittoria in Australia è arrivata il giorno dopo una giornata  negativa per la tua squadra. Come avete fatto il giorno dopo a risollevarvi così in fretta?

“È stata una giornata difficile, che non siamo riusciti a gestire tatticamente, e sono stato ancora più deluso perché avevo la sensazione di avere le gambe per poter essere protagonista. Questo è il motivo per cui abbiamo voluto subito voltare pagina. Dopo quella tappa ci siamo parlati molto tutti insieme la sera e il giorno dopo siamo saliti in bici tutti più convinti. Non è stato facile, ma ho vinto e questo ha dato a tutti noi un grande senso di soddisfazione e ci ha fatto capire quanto sia importante avere un piano chiaro ed essere tutti impegnati per lo stesso obbiettivo”.

È andato bene anche il ritorno in Europa e molti sono rimasti sorpresi dal tuo secondo posto alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne, in molti non pensavano potesse essere così adatta a te?

“La vittoria in Australia è stata un’importante iniezione di fiducia, ma i miei obbiettivi erano le gare in Europa. Salto il Tour de Oman, ho dovuto pensare ad un piano B. Ho corso in Provenza e poi la Kuurne era uno dei miei obbiettivi. Sapevo di poter dire la mia. Non sai mai come si possono mettere le cose perché è una classica e può sempre succedere qualcosa. Sono riuscito a restare sempre con i migliori e alla fine ho ottenuto un buon secondo posto, vincendo lo sprint del gruppo. Avevo ottime sensazioni in vista dei miei prossimi impegni che avrebbero dovuto essere Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo”.

Cosa ha significato per te la vittoria di tappa alla Parigi-Nizza?

“Non c’era ancora la certezza del blocco dell’attività, quindi per me in quel momento era un ulteriore step positivo verso la Milano-Sanremo. Avevo una grande condizione, tutta la squadra era con me e vincere quella tappa era sicuramente uno degli obbiettivi. Farlo al termine di una giornata così folle è stato qualcosa di speciale”.

Giacomo Nizzolo vince la seconda tappa della Parigi-Nizza 2020 (foto ASO)

Giacomo Nizzolo vince la seconda tappa della Parigi-Nizza 2020 (foto ASO)

Considerando quanto bene avevi iniziato l’anno, quanto è stato frustrante averlo dovuto interrompere per questo imprevisto della pandemia di Covid-19?

“È una cosa che mi sono chiesto molte volte! Sono stato spesso alle prese con degli infortuni e dopo tre anni finalmente ero riuscito ad avere un buon inverno, con nessun problema, e stavo crescendo nel modo ideale, ma a quel punto tutto il mondo si è fermato. Devo ammettere che i primi giorni ero molto deluso. Ma poi ho realizzato immediatamente quello che era il quadro della situazione a livello generale e c’erano cose molto più serie di una semplice gara ciclistica”.

Milano-Sanremo: cosa significherebbe per te vincerla?

“Significherebbe molto. Penso che sia la migliore gara da poter vincere per un corridore con le mie caratteristiche ed è anche una gara che parte dalla città in cui sono nato e per questo mi regala sempre una sensazione speciale. Quest’anno probabilmente ci sarà il sole, ma la maggior parte delle volte inizi in una Milano grigia per poi finire sotto il sole sul lungo mare della Liguria, verso Sanremo. Sono 300 km unici. È una gara così iconica, vincerla sarebbe particolarmente speciale soprattutto per un corridore italiano come me”.

Sei sicuro di poter puntare alla vittoria?

“Sono fiducioso di poter essere lì nel finale a potermela giocare. Il mio rapporto con questa gara è pessimo in quanto negli anni non sono mai riuscito ad arrivare sulla linea di partenza nelle condizioni che desideravo. Il più delle volte arrivavo con degli infortuni o malanni avuti nei giorni o nelle settimane prima. Speriamo la prossima possa essere la volta buona. Incrociamo le dita”.

Sarebbe una vittoria da ricordare con uno dei tuoi tatuaggi, c’è ancora qualche posto?

“Si per questa gara un posto lo trovo sicuro. Non vi preoccupate, un posto lo troveremo”.

Infine, quale sarà il tuo approccio mentale al momento di tornare alla gare dopo questo lungo stop forzato?

“Il mio approccio sarà quello di essere super focalizzato, super aggressivo e di raccogliere tutto ciò che sarà possibile. Penso che sarà la mentalità di molti di noi. Nessuno ha vissuto questa esperienza prima, quindi sarà qualcosa di nuovo per tutti e penso che quelli che saranno mentalmente più forti usciranno più forti da questa situazione”.