Obiettivo Tricolore, il diario di viaggio-2: italiani popolo di santi, poeti e navigatori
FIRENZE (FI) – Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori. A testimoniarlo ci pensa anche la grande staffetta di Obiettivo Tricolore. All’alba del quinto giorno ha preso il via anche il terzo percorso, quello bianco, partito ieri mattina da Saluzzo con il preparatore atletico Francesco Chiappero e il più giovane partecipante, Alessandro Velata.
La staffetta è entrata nel vivo e con essa mille storie, emozioni, avventure che i nostri atleti stanno trasportando verso Firenze dove si rincontreranno per la prima volta. Santi, dicevamo. Anzi, il Santo, così come viene chiamato Antonio da Padova, davanti alla cui Basilica, monumento riconosciuto in tutto il mondo, si è fermata la carovana di Giulia Ruffato guidata da Alex Zanardi. Il tempo di una foto ricordo ma anche di un breve ma intenso incontro con i frati e il rettore della Basilica, padre Oliviero Svanera, che ha benedetto la staffetta, prima della sua ripartenza verso Prato della Valle.
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E poi ci sono i navigatori e non intendiamo i fondamentali Garmin che i nostri atleti usano per tracciare la strada. No, intendiamo proprio gli atleti stessi, in particolare Pier Alberto Buccoliero e Gioacchino Fittipaldi, innaffiati dall’acquazzone milanese, per non parlare di Federico Rossi, che dopo aver raccolto il testimone da Paola Giambellini e Gabriele Scalise, si è sobbarcato le salite dei colli euganei sotto una pioggia tagliente.
Ma è andata ancora peggio ad Annalisa Baraldo, volata verso il Polesine accompagnata per più di un’ora da una bufera ininterrotta. Meno male che al suo fianco aveva tre cavalieri di cui uno veramente speciale come il triatleta Alessandro Fabian.
E i poeti chi sarebbero? I poeti sono tutti loro, i nostri straordinari atleti che stanno rendendo questo viaggio memorabile grazie a decine di manifestazioni che li vedono protagonisti e sono in grado di coinvolgere tutte le persone incontrate lungo il percorso. Beh, poi di poeta ce ne sarebbe anche un altro. Tale Francesco, Petrarca Francesco, dalla cui tomba di Arquà è ripartita ieri la staffetta rossa, in direzione Firenze. Sia mai che voglia sciacquare il testimone sull’Arno.