MADRID (SPAGNA) – Juanma Gárate direttore sportivo del team WorldTour EF Pro Cycling di Rigoberto Urán, Tejay Van Garderen, Dani Martínez, Michael Woods, intervistato da Bicicilismo.com, ha espresso preoccupazione riguardo ai veti imposti dall’Unione Europea che, da domani, dovrebbe riaprire ai voli internazionali, vietando però gli arrivi da Stati Uniti e parte del Sud America dove la situazione sanitaria della pandemia di Coronovirus è ancora in emergenza. Inoltre, il tecnico spagnolo della formazione americana sceglie con la squadra una linea prudente ed esprime perplessità sul fatto che la sua squadra possa prendere parte a tutte le gare della ridisegnata stagione.

Gàrate ha dichiarato: “Abbiamo discusso con tutta la squadra e non credo che tutto quello proposto dall’UCI sarà possibile da affrontare, anche gli appuntamenti del calendario World Tour. Dipende un po’ dalla filosofia di ogni squadra e la nostra sarà abbastanza conservatrice ed eviteremo di aggiungere a tutti i costi altre competizioni per cercare di raggiungere un obiettivo migliore. Non cercheremo altre corse per prepararci ad altri appuntamenti più importanti. Cercheremo di minimizzare i rischi e di essere prudenti”, ha spiegato lo spagnolo.

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“Faremo il Dauphiné e il Tour de France con lo stesso blocco di corridori”, conferma Gárate, che però esprime preoccupazione dopo aver saputo che l’Unione Europea, per il momento, ha deciso di sospendere i voli con quasi tutta l’America Latina e gli Stati Uniti fino a quando non si vedrà un miglioramento dell’evoluzione della pandemia: “Non sono molto fiducioso su questa situazione soprattutto per i colombiani. Ho lavorato in prima persona all’organizzazione del famoso volo charter per riportarli in Europa per l’inizio delle gare. Con le istituzioni colombiane abbiamo lavorato per organizzare questo viaggio per il 17 luglio, ma avevo già preventivato che bisognava poi anche fare i conti con l’eventualità che i Paesi in cui dovevamo andare a gareggiare avessero respinto l’arrivo di persone provenienti da zone dove ancora la pandemia non è sotto controllo”, dice il direttore della EF Pro Cycling.




“Se il Tour de France si fosse tenuto in Francia e con soli corridori francesi non ci sarebbero stati problemi, perché tutti sono stati in isolamento e sono stati controllati. Non è questa la situazione in altri Paesi. Il problema è che per eventi come questo bisogna riaprire completamente le frontiere. Capisco che l’area Schengen non si senta sicura con l’arrivo di persone provenienti da questi Paesi”.

“Per il nostro bene, spero che possano raggiungere l’Europa”, continua Juanma Gárate. “Dovremo certificare che i corridori e il nostro personale stiano bene, sarebbe un vero peccato se né gli americani né i sudamericani potessero partecipare alle competizioni in Europa”.

“Siamo una squadra americana formata da tanti corridori americani e sudamericani e durante la pandemia sono tornati praticamente tutti a casa loro. Se non potessero tornare in Europa, non so con chi andrò a correre. Dovrò tornare io depilarmi le gambe”, sorride Gárate. Poi aggiunge: “Abbiamo tre ciclisti in Colombia che rappresentano il perno centrale della nostra squadra, vale a dire Rigoberto Urán, Dani Martínez e Sergio Higuita, c’è Caicedo in Ecuador, poi gli americani Van Garderen, Craddock e gli altri. Se tutti questi non ci saranno per le prime gare in Europa siamo fregati”.




Juanma Gárate conclude: “La nostra idea è di non correre rischi inutili. Avevamo concentrati il nostro calendario principale su Tour e Classiche ed era lì che abbiamo concentrato tutti i nostri sforzi. Pensavamo già da tempo che ci sarebbe stata molta incertezza con la seconda parte del calendario che è stata proposta perché crediamo potrebbe diventare complicato da realizzare proprio a livello di situazione sanitaria globale e pensiamo che ci saranno parti di quel calendario che non saranno organizzate. Abbiamo scommesso su questa prima parte di stagione, che alla fine è anche quella più importante, e per il resto della stagione cercheremmo di dare la possibilità ai ragazzi di non perdere un anno di esperienza e di poter continuare a far attività dove possibile”.