Elia Viviani racconta la paura di quei 20 secondi a 220 battiti. Operazione ok, oggi torna a casa
ANCONA (AN) – Ieri vi avevamo raccontato dell’anomalia cardiaca che aveva preoccupato Elia Viviani. Ieri il veronese si è sottoposto ad un intervento di ablazione all’atrio destro durato tre ore e mezza all’Ospedale Universitario Lancisi di Ancona, reparto di cardiologia
e aritmologia diretto dal professor Antonio Dello Russo.
Elia Viviani verrà dimesso oggi con un esito che lo lascia decisamente più sereno come ha raccontato lo stesso corridore a La Gazzetta dello Sport: “Quindici giorni di riposo, poi rifarò un ulteriore test da sforzo e se l’aritmia non si ripresenterà ripartirò. In questo momento la priorità era la mia salute, non lo sportivo”. Nella stessa stanza d’ospedale è ricoverato anche il collega e amico Diego Ulissi, alle prese con una miocardite. Anche il toscano sarà dimesso oggi.
Ancora sulle pagine della Rosea in edicola questa mattina Viviani racconta: “Ho avuto paura. Ero tornato dal ritiro spagnolo di Benidorm e domenica mi stavo allenando in salita sulle mie strade del Veronese: un classico lavoro di forza-resistenza al medio, 140-150 battiti, quando ho sentito le palpitazioni, il battito è aumentato velocissimo, oltre 220 battiti per una ventina di secondi. Mi sono fermato, mi girava la testa. Ho chiamato subito Corsetti, che mi segue da quando sono professionista”. Roberto Corsetti, già presidente dei medici
di ciclismo, ha avuto Viviani alla Liquigas ed è dal 2010 il suo medico per l’idoneità sportiva.
“Era la prima volta, non avevo mai avvertito nulla del genere”, ha confidato Viviani. In serata si è recato al centro medico B&B di Corsetti a Imola, si è sottoposto ad un test massacrante alla massima frequenza cardiaca (lo chiamano test di Satana, ndr) di oltre mezzora “a gradini” (riposo 20″ e ripartenza, ndr) e l’aritmia si è ripetuta, per soli 6 secondi, ma abbastanza per identificarla nella zona atriale destra. Nella notte di domenica il trasferimento ad Ancona.
Ora l’ex campione olimpico dell’Omnium dice: “Sono sereno, esco dall’ospedale e so che il problema è stato risolto”. Poi aggiunge: “Mi hanno impiantato, sotto la clavicola sinistra, una piastrina (2 cm per 2 cm, si chiama loop recorder, ndr) che registra l’attività cardiaca e la invia, grazie al mio cellulare, direttamente qui ad Ancona. Mi seguiranno a distanza giorno per giorno”.