BUSTO ARSIZIO (VA) – Jesús Hernández, direttore dell’Eolo-Kometa Cycling Team, non risparmia parole di elogio verso i due veterani della squadra ProTeam. “Sono contento di Manu e Gava. Sono due grandi professionisti. Proattivi, reattivi, motivati. Corridori con una lunga carriera alle spalle che mettono la loro esperienza al servizio della squadra. Per me, averli in squadra è davvero un grosso vantaggio”.

Manu è Manuel Belletti. Gava è Francesco Gavazzi. E Gava era uno dei sette corridori che hanno preso parte al debutto della squadra a Valencia. A metà corsa è arrivato il vento e il gruppo è stato tagliato in due: la situazione tattica non era delle migliori. I corridori più giovani hanno riconosciuto subito la calma e la tranquillità che compagno di squadra valtellinese ha trasmesso a tutti. Calma, valutazione del problema, lavoro, soluzione del problema. Una perfetta gestione delle crisi applicata allo sport.

“La chiave? La chiave è la passione. Amo il ciclismo. E una delle cose più belle della vita è poter lavorare facendo ciò che si ama di più. È una realizzazione personale”, dice il ciclista di Morbegno. Il 2020 non è stata una stagione facile per nessuno e “Gava” non ha fatto eccezione. Ha corso pochissimo, solo 14 giorni, e la sua ultima corsa ha avuto luogo alla fine di agosto, il mese in cui ha compiuto 36 anni.

“Amo la vita di corsa. Non mi costa nulla uscire e allenarmi, non sono affatto pigro. Sono felice di questa nuova avventura nell’Eolo-Kometa Cycling Team. Mi rende molto felice essere parte di una squadra con così tanti giovani. Mi piace mettere la mia esperienza al loro servizio. Insegnargli come stare in gruppo in certe situazioni, come gestire il tempo per mangiare… Cose che si danno per scontate ma che l’esperienza permette di migliorare. È un ruolo che mi rende molto, molto felice”, aggiunge.




Gavazzi è professionista dal 2007, anno in cui ha firmato per una Lampre dove aveva vissuto due esperienze come stagista nelle stagioni precedenti. Una lunga carriera in cui ha vissuto grandi momenti, con vittorie in un Grande Giro (Vuelta a España 2011) e successi in corse di grande fama e tradizione (due vittorie parziali all’Itzulia, tre alla Vuelta a Portogallo, una alla Vuelta a Burgos, una Coppa Agostoni).

Il ciclismo è cambiato molto negli anni? “Un sacco! Senza dubbio”, sorride, “Ora, per esempio, la cosa più importante sono i watt, più che le sensazioni. E le corse sono anche molto più tattiche”. E sono cambiate anche le biciclette, lo interrompiamo. “Freni a disco, deragliatore elettronico, materiali molto leggeri… E non solo la bici, ma anche i vestiti e gli accessori. Il ciclismo sta vivendo una grande e costante evoluzione. Ma questa è una cosa che motiva molto: vivere il cambiamento dall’interno, anno dopo anno, è molto stimolante”.

Gavazzi è il corridore più esperto della squadra Eolo-Kometa Cycling Team.È un progetto importante e bello. E pare di essere più in una squadra WorldTour che un ProTeam, almeno per quanto potrebbe essere un ProTeam italiano tradizionale. Poi, è chiaro che ci sono differenze con una squadra WorldTour. Alla fine ogni squadra ha il suo stile, la sua atmosfera. L’atmosfera qui è molto buona, è molto familiare. È un posto molto bello”, conclude.