ROMA (RM) – Cordiano Dagnoni è il nuovo presidente della Federazione Ciclistica Italiana per il quadriennio 2021-2024. Dopo il ballottaggio, con 128 voti (55,90%) ha avuto la meglio dell’altro contendente Silvio Martinello che ha raccolto 96 voti (41,92%).

Imprenditore milanese di Rodano e già presidente del Comitato Regionale Lombardo della FCI (2017-2020), è nato il 21 luglio 1964 ed è uno dei tre figli di Mario Dagnoni, figura storica del ciclismo che è una passione di famiglia. Sposato con Paola è papà di Ludovico e Leonardo. Laureato in marketing è attualmente amministratore delegato della Dagnoni Group.

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Le prime parole di Dagnoni, davanti alla platea degli elettori, appena dopo la nomina a presidente sono state: “Sono veramente emozionato, adesso inizia il bello. Sono convinto di poter fare un bel lavoro, ripeto che è importante ricompattare tutto il movimento. Avrò al mio fianco una grande squadra. Adesso togliamo la cravatta e alé… giù il 13”.

E poi, anche un po’ scaramanticamente, Dagnoni ha ripetuto il gesto che già aveva fatto in occasione della sua precedente elezione a presidente del Comitato Regionale Lombardo della FCI: si è tolto la cravatta volendo dimostrare che ora è il tempo di mettersi a lavorare.

Cordiano Dagnoni si toglie la cravatta durante il primo discorso da presidente FCI (foto Photobicicailotto)

Cordiano Dagnoni si toglie la cravatta durante il primo discorso da presidente FCI (foto Photobicicailotto)

I motivi della sua candidatura alla presidenza FCI

Un passato da industriale e da ciclista, un presente da imprenditore e da allenatore derny. Questo è il fil rouge che lega la storia della mia famiglia a quella personale, con questo profilo posso essere utile. Se il ciclismo ha bisogno di me, io ci sono, scrive Dagnoni sul suo sito web.

Ho avuto tanti stimoli dall’esterno e ricevuto tante richieste dal mondo del ciclismo per candidarmi, ma bisogna farlo per passione e non per interesse. Il mio vantaggio è che dopo tanti anni come dirigente federale, sempre cercando di far confluire l’aspetto sportivo con quello manageriale, conosco la materia.
Bisogna vedere il ciclismo in chiave moderna: la bicicletta gode oggi nel mondo di grande popolarità e di un rinnovato interesse e bisogna sfruttare l’occasione. Puoi avere in mano il miglior prodotto del mondo, ma se non lo comunichi efficacemente resta un valore fine a sé stesso.

Il ciclismo italiano ha un potenziale enorme e bisogna valorizzarlo, ma servono le competenze necessarie. Una federazione con 18 milioni di budget e più di 80 dipendenti ha bisogno di progettualità, non si può improvvisare. In molti chiedono un’impostazione più manageriale, con la mia esperienza lavorativa posso permettermi di offrirla.

Cordiano Dagnoni con il padre Mario e i suoi fratelli

Cordiano Dagnoni con il padre Mario e i suoi fratelli

La carriera imprenditoriale

Nella mia carriera professionale – racconta Dagnoni sul suo sito web – ho sempre valorizzato il mio percorso di studi, da quelli tecnici come Perito Industriale Meccanico a quelli universitari e successivi Master.
La mia attività è iniziata a metà degli anni ’80 quando ho cominciato a gestire, sino al 1992, il negozio di articoli sportivi di famiglia (DAGNONI SPORT), vera e propria palestra lavorativa visto che, di fatto, per dimensioni e numero di collaboratori si trattava di una piccola azienda.

Nel 1990 ero già entrato nell’azienda di famiglia (DARIMEC INDUSTRIALE) assumendo un ruolo dirigenziale nell’occuparmi prevalentemente dell’ala commerciale (marketing e vendite), sfruttando contemporaneamente sia gli studi in Ingegneria presso il Politecnico di Milano sia la preparazione data dagli anni presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’ Università Cattolica di Milano.
A razionalizzare il mio percorso di formazione è stato poi il Corso per Giovani Industriali presso Assolombarda e, divenuto nel frattempo Amministratore Delegato della DARIMEC INDUSTRIALE, ho accompagnato la società nel divenire leader europeo nella produzione di riduttori meccanici speciali ed ingranaggi di grandi dimensioni (fino a 11,2 mt di diametro).

Il prestigio e la visibilità ottenuti nel mercato internazionale della DARIMEC hanno spinto nel 2011 un’importante multinazionale, già cliente, a voler fortemente un’operazione di acquisizione della società di famiglia: la nostra società è entrata così a far parte della FL Smidth.
Il Master in gestione d’Impresa conseguito presso il CIS di Valmadrera mi è stato utile nei successivi tre anni (dal 2011 al 2014), quando ho continuato a ricoprire il ruolo di Amministratore Delegato con il compito di traghettare la società a gestione famigliare all’interno di un colosso del settore dell’impiantistica per miniere e cementerie.

Dal 2014, unitamente ai miei fratelli, ho costituito un’altra società, che svolge attività commerciale a supporto dei clienti storici che ci hanno sollecitato a continuare nel rapporto di collaborazione che si era consolidato nel tempo. Il Master in Potenziamento Imprenditoriale del MIP Politecnico di Milano mi ha aiutato nell’affiancare a ciò l’attività che ormai mi impegna per la maggior parte del tempo, ossia la gestione delle altre società di famiglia, attive nel campo del “Real Estate”, di nuove costruzioni e di gestione del patrimonio.
Ho seguito il Corso di Leadership Avanzata e Comunicazione Efficace presso OSM perché continuo a credere nel costante miglioramento personale e professionale, anche oggi che con orgoglio figuro tra i membri della Commissione del Territorio della Banca di Credito Cooperativo di Milano e tra i soci del Rotary Club Monforte di Milano, di cui sono anche stato segretario nel 2005.

Cordiano Dagnoni plurititolato nel Derny

Cordiano Dagnoni plurititolato nel Derny

La carriera sportiva, una passione di famiglia

Sono cresciuto in una famiglia in cui si respira ciclismo fin dalla nascita – scrive Dagnoni sul suo sito web -, grazie soprattutto a mio papà Mario che ha contribuito a scrivere la storia del ciclismo su pista italiano e non solo come allenatore stayer. Ho iniziato la mia attività agonistica nel 1978 come esordiente 2° anno, e già nel 1982 sono stato Maglia Azzurra al G.P. Reubiland (gara a tappa categoria Juniores) e Campione d’Italia indoor dietro motori in coppia con mio padre (correndo con i Dilettanti pur essendo ancora Juniores).

Dall’anno dopo ho cominciato a vestire la maglia azzurra in varie competizioni internazionali nelle specialità Dietro Motori fino alla vittoria nel G.P. di Parigi Stayer. Nel 1984 sono stato Maglia Azzurra al Giro della Grecia, così per gli anni a seguire finché nel 1987 sono stato Maglia Azzurra alla gara a tappe “Centurion de Mallorca”, di cui ho anche vinto il prologo.




Il 1989 è stato il mio ultimo anno da atleta dopodiché ho chiuso una carriera che conta anche una dozzina di 6 Giorni disputate.
Nel 1999 è iniziata la mia carriera da Allenatore Derny con la 6 Giorni di Milano, la prima di una quindicina di 6 Giorni internazionali a cui ho partecipato e che mi hanno portato in giro per l’Europa, dalla Germania all’ Inghilterra.

Come Allenatore Derny ho trovato la mia perfetta dimensione, partecipando a molti Campionati Italiani e togliendomi parecchie soddisfazioni oltre a cogliere molti allori.

Nel 2007 sono stato Campione Italiano in coppia con Alan Marangoni, con cui l’anno dopo ho conquistato l’Argento. Di nuovo Medaglia d’Oro nel 2009 in coppia con Angelo Ciccone e di nuovo Argento nel 2011 in coppia con Thomas Alberio. Nel 2012 sono tornato Campione Italiano, stavolta in coppia con Elia Viviani, così come l’anno successivo in coppia con Marco Coledan. Nel 2015 la mia prima doppietta assoluta: Campione Italiano in coppia con Michele Scartezzini per gli uomini e Campione Italiano con Elena Cecchini tra le Donne.

Nel 2016 Campione Italiano in coppia con Francesco Castegnaro, nel 2017 Campione Italiano in coppia con Riccardo Minali e nel 2018 altra doppietta: Oro in coppia con Rachele Barbieri e Bronzo assieme ad Andrea Guardini. Nella mia ultima stagione agonistica, 2019, ho chiuso come Campione Italiano in coppia con Francesca Pattaro.
Oltre alla scena italiana ho frequentato anche la ribalta internazionale partecipando ad esempio più volte, oltre che alle citate 6 Giorni, ai Campionati Europei, vinti per la prima volta nel 2005 in coppia con Alexey Shmidt (Russia). Nel 2012 sono tornato campione europeo, questa volta in coppia con Davide Viganò.

Cordiano Dagnoni e il presidente uscente Renato Di Rocco (foto Photobicicailotto)

Passaggio di consegne tra il nuovo presidente FCI Cordiano Dagnoni e il presidente uscente Renato Di Rocco (foto Photobicicailotto)

Da lì Bronzo in coppia con Marco Coledan nel 2013, ancora in coppia con Davide Viganò per l’Argento del 2015, e ancora Bronzo nel 2017 in coppia con Riccardo Minali.
Anche in Europa, così come in Italia, ho chiuso la mia ultima stagione con la Medaglia d’Oro, stavolta in coppia con Marta Cavalli nel 2019.
Per quanto riguarda le competizioni internazionali ho vinto un Oro anche nella Coppa Europea 2011 in coppia con Cameron Meyer e Leigh Howard (Australia).
La mia carriera sportiva mi ha portato a ricevere una Stella di Bronzo CONI al Merito Sportivo ma, oltre all’ambito agonistico, mi ha visto cimentarmi anche in quello dirigenziale, a partire dalla Società di famiglia fondata da mio papà Mario nel 1961, la G.S. DARIMEC INGRANAGGI, che vanta tra le proprie vittorie 5 Campionati del Mondo, 4 Campionati Europei e più di 50 Campionati Italiani.

Con il Corso di Alta Formazione in Management Sportivo presso CONI LOMBARDIA Scuola dello Sport ho completato il mio percorso formativo per poi metterlo a disposizione anche della politica sportiva: due quadrienni come Consigliere del Comitato Regionale Lombardo di Federciclismo, a partire dal 2004, finché sono divenuto Vice-Presidente nel 2012, Vice-Presidente Vicario dal 2013 al 2016 e poi nel 2017 sono stato eletto Presidente.

Nel frattempo, sono stato anche Vicepresidente per quasi un decennio della sezione milanese della ANAAOI (Associazione Nazionale Atleti Azzurri ed Olimpici d’Italia), ma il mio impegno non si è limitato alla sfera nazionale: dal 2012 al 2020 sono stato infatti Componente della Commissione Strada della UEC.
Grazie alla mia carriera sportiva, oggi figuro con piacere e orgoglio tra i Soci del Panathlon di Milano.