Questa sera abbiamo fatto una Cycling Talk, in diretta sulla Pagina Facebook e sul canale Twitch di BICITV.it, con il neo eletto presidente della UECUnion Européenne de Cyclisme, l’italiano Enrico Della Casa.

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Alcuni estratti dell’intervista ve li proponiamo di seguito.

Enrico Della Casa ci racconti le emozioni dell’elezione a presidente UEC. 

“Abbiamo vissuto un congresso un po’ particolare, diverso dal solito, tenuto in modo virtuale, ma comunque con la presenza di 49 Nazioni e circa 200 delegati. Sono molto soddisfatto e molto emozionato perché questo è il frutto del lavoro di tanti anni in UCI prima, poi in Federazione Ciclistica Italiana e negli ultimi anni in UEC. Un lavoro di gruppo insieme a tutto il mio staff e negli ultimi otto anni abbiamo lavorato molto per sviluppare l’Unione Ciclistica Europea e quindi devo fare un ringraziamento a tutti. È stato un momento molto particolare”.

Tanti anni di lavoro che l’hanno vista in prima linea nei profondi cambiamenti che hanno fatto crescere l’UEC. 

“Quando siamo entrati, nel 2013, insieme al presidente David Lappartient, abbiamo cercato subito di ristrutturare l’Unione Ciclistica Europea. Abbiamo iniziato con il logo e da lì abbiamo inserito la categoria professionisti nel ciclocross, poi nella strada e l’Eurovisione si è avvicinata, abbiamo firmato con loro un contratto per cinque anni e da lì pian piano abbiamo sviluppato tutti i settori: ciclocross, pista, BMX, senza dimenticare il ciclismo artistico ed il ciclopalla. Insomma, un cantiere continuo sempre aperto ed è tutt’ora aperto. Oggi sicuramente l’UEC è molto riconosciuta e ne siamo contenti”.

Rivedi tutta l’intervista al presidente UEC Enrico Della Casa qui.

Qual è la missione dell’Union Européenne de Cyclisme?

“Lo sviluppo del ciclismo in Europa. Abbiamo la fortuna di aver in Europa l’80% del movimento ciclismo mondiale. Un totale di 50 federazioni, di cui 15 molto forti e 35 in pieno sviluppo e che andiamo a sostenere con dei piani di sviluppo, con la creazioni di stage, acquisto di materiale, sostegno nell’organizzazione dei loro eventi. Diamo grande attenzione agli organizzatori, anche ai più piccoli”.

Quali sono i capi saldi del suo programma per il prossimo quadriennio olimpico?

“Abbiamo in cantiere un grande progetto che è la Coppa Europa di Ciclocross. Noi crediamo molto nel fuoristrada e soprattutto nel ciclocross che ha grandi potenzialità. Dal prossimo anno organizzeremo, quindi, per la prima volta, un circuito europeo sempre destinato alle categorie giovanili, per Allievi, Juniores e Under 23, non andremo a toccare i professionisti, ma restiamo concentrati sulla base. Continuiamo anche il nostro progetto di Europei Multisport che nel 2022 si svolgerà a Monaco di Baviera. Poi siamo partner tecnici del Comitato Olimpico Europeo. Insomma, abbiamo grandi eventi in cantiere e ne siamo molto contenti, ma non vogliamo mai dimenticare lo sviluppo delle piccole federazioni”.

Ci sono dei problemi che vorrebbe risolvere? 

“In questo momento il problema più grosso è legato alla pandemia di Covid-19. Quello che vogliamo fare è aiutare gli organizzatori”.

Secondo lei quale è lo stato di salute del ciclismo italiano?

“Sono un po’ di parte. Porto nel cuore il ciclismo italiano. La FCI è una delle Federazioni più attive con più società e con il maggior numero di affiliati. Sono particolarmente fiero del lavoro svolto dalle squadre nazionali pista. Il loro progresso è stato eccezionale. Sia nel maschile che nel femminile abbiamo atleti che potranno avere buone chance di salire sul podio alle prossime Olimpiadi. Ma bene ci stiamo comportando anche nella MTB e su strada. Io tifo Italia, sempre”.




La bicicletta assume un ruolo sempre più importante nella società moderna anche in tema ecologia e mobilità sostenibile.

“Vedo che molte Federazioni nazionali sono molto attente a questo aspetto e spingono i Governi a sviluppare una cultura ciclistica. Penso a Paesi come la Danimarca e la Germania, ma molto bene si stanno muovendo anche diversi Paesi latini, con lo sviluppo del ciclismo per tutti. Penso a stati come Israele e Azerbaijan dove è letteralmente esploso il fenomeno ciclismo. Come UEC non abbiamo molta esperienza diretta sul team ambiente, ma vedo molta attenzione tra i nostri affiliati”.

Da dove arriva la sua passione per il ciclismo?

“Io ho corso in bici dagli allievi ai dilettanti, sia su strada che in pista. Ero un corridore di fondo gruppo. Mi sono divertito molto. Ho corso in Svizzera a Losanna, in una società locale. I miei idoli da ragazzo erano Moser, Saronni e Hinault.

Poi la carriera dirigenziale.

“Professionalmente sono arrivato all’UCI nel 1998 dove sono rimasto per 4 anni, poi 12 anni in FCI e quindi l’esperienza in UEC. Sono molto contento perché poter lavorare nel settore che rappresenta anche la tua passione diventa molto facile e gratificante. Ogni mattina mi sveglio con molta grinta e con molta voglia di fare”.

Quali sono le persone che più hanno influenzato la vita e la carriera di Enrico Della Casa? 

“Durante la mia esperienza all’UCI sicuramente il presidente Hein Verbruggen, in Italia devo molto a Renato di Rocco: mi ha insegnato a lavorare in gruppo. Ogni volta che lo incontro lo ringrazio per questo. E poi con l’attuale presidente UCI Lappartient ho legato tantissimo, lavoriamo in modo squisito insieme”.

Come si fa a raggiungere così alte cariche dirigenziali?

“Passione e Pazienza. Tanto lavoro, costruire un gruppo e lavorare in modo sinergico. Io poi ho investito molto tempo nelle relazioni internazionale. Tante riunioni. Ho sempre cercando di andare verso le persone. Fare conoscenza. Queste persone si sono dimostrate amici, riconoscenti. Molte volte ho messo da parte il computer e sono andato ad incontrarle di persona, conoscere le persone e il loro staff”. 

Chi è Enrico Della Casa?
Classe 1967, nato a Losanna (Svizzera), sposato e padre di tre figli, Enrico Della Casa, originario di Correggio (Reggio Emilia – Italia), nel corso della propria carriera ha rivestito ruoli di primaria importanza in seno all’UCI come Coordinatore della Commissione Antidoping fino al 2000 e Coordinatore del Settore Pista nel 2001.
Dal 2002 al 2013, ha ricoperto l’incarico di Coordinatore Pista presso la Federazione Ciclistica Italiana, per la quale si è occupato della gestione logistica delle squadre nazionali pista e strada per i grandi eventi: Giochi Olimpici di Atene 2004, Pechino 2008 e Londra 2012, oltre che per i Campionati del Mondo e le prove di Coppa del Mondo.
Come membro (2005-2009) e Presidente (2009-2013) della Commissione Pista della UEC ha avuto modo di conoscere la realtà UEC fino ad arrivare al ruolo di Segretario Generale, che ricopriva dal 2013, e dal 6 marzo 2021 ne è diventato presidente.