Una bufera tra sospetti doping e bugie rischia di travolgere il ciclismo britannico e non solo
LONDRA (GRAN BRETAGNA) – Un vero e proprio terremoto sta scuotendo il ciclismo britannico e di conseguenza mondiale considerando quello che il ciclismo d’Oltremanica ha rappresentato a livello planetario negli ultimi decenni. Ormai da diversi giorni la stampa britannica si interroga se le numerose vittorie ottenute dall’allora Team Sky e da British Cycling (la Federciclismo britannica) siano state legittime o siano state ottenute barando.
Era la fine del 2009 quando veniva annunciata la nascita del Team Sky e in stretta collaborazione con British Cycling veniva avviato un ambizioso e grandioso progetto che avrebbe portato una vera e propria rivoluzione nel mondo del ciclismo, oltre che a innumerevoli e prestigiosi successi. Alla guida tecnica e manageriale di entrambi i progetti c’era Dave Brailsford.
Ne ha parlato questa mattina anche la Gazzetta dello Sport, riportando i titoli di alcuni dei principali giornali inglesi: il Daily Mail ha scritto che «c’erano da tempo crepe nell’edificio della British Cycling. Ora il tetto è crollato». Il Telegraph parla di «reputazione in frantumi» e il Guardian di «vicenda triste».
Per un decennio e oltre il patto tra Sky e Federazione (allora presieduta da Brian Cookson, poi diventato anche presidente UCI) ha dato i suoi frutti: 8 ori a Pechino 2008, 8 a Londra 2012 e 6 a Rio 2016, più 6 Tour dal 2012 al 2018: Wiggins, 4 Froome, Thomas. Come ha scritto sempre la Gazzetta dello Sport, il simbolo di questa superpotenza è Wiggins, 4 ori olimpici e 6 Mondiali in pista, primo britannico a vincere il Tour nel 2012, nominato Sir dalla Regina.
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Lo scorso venerdì l’ex medico del Team Sky e di British Cycling, Richard Freeman, è stato dichiarato colpevole dal Medical Practitioners Tribunal (MPTS) di aver ordinato testosterone “sapendo o credendo” che era a beneficio di un corridore per migliorare le sue prestazioni. Il corridore non è stato identificato, ma Brailsford ricopriva la posizione di senior management sia presso British Cycling e che Team Sky quando l’ordine è stato fatto e parliamo del 2011, in occasione del Giro del Delfinato.
La questione era già emersa qualche anno fa, Freeman si era dimesso da entrambi i suoi ruoli nel 2017 e anche se Brailsford non fa più parte di British Cycling, gestisce tutt’oggi la squadra britannica WorldTour Ineos Grenadiers che ha preso il posto del Team Sky.
Richard Freeman – medico del Team Sky e della Federazione britannica dal 2009 al 2015 e solo della Federazione fino al 2017, aveva precedentemente ammesso 18 delle 22 accuse mosse contro di lui – tra cui l’acquisto di 30 bustine di Testogel nel 2011, mentendo alla UK Anti-Doping circa l’acquisto – durante l’interrogatorio di venerdì ha affermato di non aver comprato il Testogel per drogare un corridore.
Freeman aveva inizialmente negato di aver ordinato il Testogel durante un’indagine antidoping, ma in seguito aveva ammesso di averlo fatto per errore, prima di sostenere una nuova tesi. Parlando al giornale Mail on Sunday, Freeman aveva dichiarato di aver acquistato quel farmaco per Shane Sutton, allora capo allenatore del Team Sky, per trattare una sua disfunzione erettile. Sutton ha negato il fatto accusando Freeman di dichiarare il falso e lo scorso venerdì è stato considerato un testimone credibile dal tribunale.
Freeman ha anche ribadito la sua innocenza riguardo al famigerato ‘Jiffy-bag’, il pacco sospetto arrivato dall’Inghilterra al Critérium du Dauphiné 2011, affermando di non aver dato a Bradley Wiggins il corticosteroide Triamcinolone, vietato in gara senza un’esenzione per uso terapeutico. “Ho detto sotto giuramento al GMC che non ho iniettato a Bradley Wiggins il Triamcinolone sul retro del bus nel giugno 2011 e questa mia posizione la difenderò fino al mio ultimo respiro”.
Il tribunale ha interpretato i continui tentativi di Freeman come azioni volte a nascondere la sua cattiva condotta, mentre il verdetto di 46 pagine conclude anche che nessuna prova è stata prodotta per dimostrare che Sutton aveva usato Testogel nel 2011. “Credo nel giusto processo”, ha detto Freeeman ancora al Mail on Sunday. “Credo nelle prove. Credo che la verità verrà fuori. Non sono un dopatore”.
Un membro del parlamento britannico e il comitato selezionato Digital, Culture, Media & Sport – come scrive anche Cyclingnews.com hanno chiesto alla Ineos di sospendere Dave Brailsford dal suo attuale ruolo nella squadra di ciclismo WorldTour e di avviare un’indagine completa dopo il verdetto schiacciante nell’udienza del dottor Richard Freeman.
L’attuale team Ineos-Grenadiers, che per forza di cose viene fortemente coinvolto dalla ficenda, ha subito preso le distanza da Freeman: “È rimasto sotto gli standard etici che gli venivano richiesti”, scrive la Gazzetta. Questa vicenda avrà probabilmente ancora molto da dire, ma è chiaro che il progetto del ciclismo più vincente degli ultimi anni è messo fortemente in discussione e con esso, ancora una volta, la credibilità del movimento ciclistico tutto.
(Servizio a cura di Giorgio Torre)