Lo Squalo Nibali al Tour of the Alps per mordere ancora
ARCO (TN) – Ha 36 anni ma la fame di un ragazzino. La determinazione è uno dei punti di forza di Vincenzo Nibali, che affronta il 2021 con un nuovo spirito e il desiderio di puntare a traguardi che ancora mancano alla sua sconfinata collezione: su tutti l’oro olimpico, ma anche la Liegi-Bastogne-Liegi, più volte sfiorata e sfuggitagli di un soffio. Oltre a questo, nel programma dello Squalo c’è un Giro d’Italia da vivere da protagonista: un obiettivo che passa per il Tour of the Alps (19-23 aprile 2021), da sempre banco di prova decisivo in vista della Corsa Rosa.
Nibali è infatti di casa nell’Euregio: nel 2008 e nel 2013 ha conquistato due successi finali in quello che all’epoca si chiamava Giro del Trentino e quest’anno può ambire al tris che lo porterebbe in vetta all’elenco dei plurivincitori in compagnia di Damiano Cunego.
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“Il Tour of the Alps e prima ancora il Giro del Trentino è sempre stato un appuntamento chiave della mia primavera” – spiega il siciliano -. “Il TotA è una di quelle brevi corse a tappe disegnate perfettamente per esaltare le caratteristiche dei corridori da grandi giri. Ogni anno la startlist è di alto livello: si tratta di un vero confronto in salita a poche settimane dal Giro d’Italia. Una gara importantissima per capire il livello di forma, e che può dare, in caso di buoni risultati, anche una spinta morale fondamentale per affrontare due appuntamenti prestigiosi come la Liegi-Bastogne-Liegi e il Giro“.
L’ultima apparizione di Vincenzo Nibali sulle strade di Tirolo, Alto Adige e Trentino risale al 2019, quando il siciliano riuscì a salire sul terzo gradino del podio finale alle spalle dei giovani Pavel Sivakov e Tao Geoghegan Hart, interpretando la corsa all’attacco. L’ultima edizione del Tour of the Alps è infatti coincisa con uno dei primi segnali dell’arrivo di una nuova generazione di atleti, pronta a rivoluzionare il mondo del ciclismo. Tuttavia, la “vecchia generazione” di campioni, di cui Nibali è uno dei massimi esponenti, non intende gettare la spugna e già sulle strade del Tour of the Alps intende dimostrare di poter dire ancora molto.
“Il ricambio generazionale è qualcosa di ciclico ma quella passata è stata una stagione anomala sotto molti punti di vista – spiega Nibali -. Credo che in condizioni normali, l’esperienza accumulata in tanti anni possa ancora avere un peso e un valore importante nella gestione di una corsa. I giovani hanno maggiore freschezza ed esplosività, ma noi siamo in grado di gestire meglio la pressione del risultato e conosciamo perfettamente il nostro fisico. Il confronto tra diverse generazioni è qualcosa che spinge tutti a tirare fuori il meglio: sarà un bel confronto anche al Tour of the Alps“.
L’esperienza di Nibali, unita alla capacità di gestire la pressione, potranno sicuramente essere d’insegnamento per Antonio Tiberi, uno dei giovani più promettenti del ciclismo italiano che al Tour of the Alps si misurerà per la prima volta coi migliori atleti a livello mondiale. Quel che è certo è che la Trek-Segafredo affronterà la corsa euro-regionale all’attacco, provando a mettere in difficoltà gli avversari, a partire da Bernal, Yates, Bardet, Hindley, Carthy, Pinot, senza dimenticare Chris Froome e Nairo Quintana. “Alla Trek-Segafredo conosciamo i nostri ruoli e siamo consapevoli di dover unire le forze per giocarcela“, chiarisce il vincitore del Tour de France 2014. Se non sa di avvertimento ai rivali, poco ci manca.