Il ciclismo marchigiano piange la morte di Paolo Fratini, dirigente e promotore di lungo corso
PORTO SANT’ELPIDIO (FM) – Se n’è andato il dirigente illuminato, il promotore immaginifico. Alle 14 di questo ultimo martedì di maggio, nella propria abitazione della pedalatissima Porto S.Elpidio (‘Città in Bicicletta’), circondato dall’affetto dei suoi cari.
Ha lasciato la moglie Alma, le figlie Erika e Moira.
Ha lasciato in eredità a tutti l’esempio. Lo sport dal massimo profilo umano e civile ha perso Paolo Fratini. Lo ha perso soprattutto il ciclismo, di cui era decano e memoria storica.
Paolo (classe 1939) avrebbe tagliato il traguardo degli 82 anni il prossimo 10 giugno.
I funerali verranno celebrati oggi, mercoledì 26 maggio, alle 16,30, nella chiesa della Parrocchia SS. Annunziata, nel centro cittadino elpidiense.
Minato da una grave malattia, Fratini l’ha sostenuta con la dignità di sempre, in pieno riserbo (quasi contraddicendo quella sua strategia vincente di veicolatore e diffusore del miglior messaggio sportivo, promozionale, formativo).
Anche pioniere del basket (già cestista nella formazione S. Crispino), aveva particolarmente inviato innumerevoli iniziative a canestro nel mondo delle due ruote, quale ragioniere-imprenditore avanguardista e intuitivo (sapendo soprattutto ‘leggere’ il valore delle persone, da sostenere e indirizzare).
Primo marchigiano ad entrare nel Consiglio Nazionale della Federciclismo (caposcuola-presidente del Cicloturismo), uomo Coni, aveva spaziato in tutte le contrade della pedivella, quando ‘globalizzazione’ e ‘pluridisciplinarità” non esistevano in nessun dizionario.
Così le piccole e riservate Marche sarebbero diventate “regione-pilota” in vari ambiti (anche nell’amatorismo, anche con BiciScuola, anche con Ruote e Cultura).
Il Gran Premio Capodarco era la sua creatura privilegiata (“Perno essenziale dell’Internazionale” sottolinea patron Gaetano Gazzoli, rivivendo la leggenda più che la storia della Corsa per la Solidarietà fermana).
“Abbiamo mosso i primi passi insieme, negli anni Settanta” ribadisce Demetrio Iommi, presidente della Continental marco-veneto-toscana Work Service – Marchiol – Vega con sede ufficiale a Montappone.
Anche se nato sotto il segno del ‘gemelli’, sapeva declinare anche le caratteristiche del ‘toro’: sorridentemente “incornando” ogni tipo di ostacolo, sdrammatizzando e spendendo oltre mezzo secolo nel pedalare e far pedalare.
I ‘ciclismi’ odierni non esisterebbero senza l’anticipatore ‘ciclismo fratiniano’, da cui sarebbe scaturita una rete complessa, capace di far fruttificare ogni tipo di terreno e coinvolgere un numero elevatissimo di persone (“portandole dentro”), a partire dagli amici dei vari continenti.
Paolo era attentissimo alla persona, a ogni persona (umilmente).
La sua rete era vastissima.
Prendendo la sua ruota, la fuga era sempre giusta.
Lo ricordiamo in sintonia con Alfredo Martini, la famiglia Pantani, personalità, personaggi, ciclisti e ciclofili (pronto peraltro a defilarsi, sotto i riflettori).
Alla diffusione della mesta notizia, subito numerosi sono stati i messaggi di cordoglio, stima e affetto espressi alla famiglia Fratini, che ringrazia commossa.
(Servizio a cura di Umberto Martinelli)