Le atlete della FAS Airport Services pronte per Zonhoven (Belgio)
BOTTANUCO (BG) – Nemmeno il tempo di disfare le valigie dopo la trasferta di Coppa del Mondo negli Stati Uniti e per le quattro atlete della FAS – Airport Services è già tempo di riattaccare il numero sulla schiera e dare l’assalto al quarto atto della Uci Cyclo-cross World Cup 2021/22.
Domenica il palcoscenico sarà quello di Zonhoven (Belgio) e per la squadra diretta da Luca Bramati sarà una gara speciale: per la prima volta al via ci saranno tutte e quattro le maglie fucsia della formazione orobica, visto che negli States Alice Maria Arzuffi ha difeso i colori azzurri della nazionale.
E per la brianzola classe 1994 si tratta di una sorta di ritorno nella sua seconda casa, visti i quattro inverni trascorsi in Belgio per affinare le proprie doti da crossista.
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«Sono stati importanti nel mio percorso di crescita – racconta Alice – e mi hanno regalato alcuni risultati importanti. Solo ora però posso dire di sentirmi a casa: la scelta di tornare in Italia e di vestire la maglia della FAS – Airport Services dipende dalla volontà di correre per un team ambizioso ma familiare, in cui respirare un clima piacevole e di fiducia che possa alleviare lo stress delle gare e delle trasferte».
Trasferte lunghe, come quella negli Stati Uniti che già ha portato in dote come risultato il decimo posto di Eva Lechner nella prova di Iowa City.
«Abbiamo avuto modo di cementare il rapporto tra di noi – spiega la bolzanina – i viaggi in camper, le serate davanti alla tv, gli scherzi tra compagne di squadre e i nomignoli che ci siamo affibbiati reciprocamente. Silvia e Lucia, essendo giovani, portano entusiasmo e spensieratezza; e nemmeno io mi tiro indietro: nonostante abbia qualche primavera in più alle spalle, questa è solo la quarta stagione che mi dedico al 100% al cross. E la voglio vivere al meglio».
Il merito di aver già trovato nomi e nomignoli alle neo compagne di squadre è di Silvia Persico, che ha messo sul campo una delle sue doti: fare gruppo e giocare di squadra.
«La mia esperienza nella Valcar – Travel & Service mi ha insegnato che la bontà dell’ambiente è importante, anche in una disciplina come il ciclocross in cui il gioco di squadra conta meno. Come è stato correre negli Stati Uniti in Coppa del Mondo? Se me l’avessero detto nel 2016, quando ho preso per la prima volta la bicicletta da cross per tenermi in allenamento, non avrei mai pensato che nel giro di cinque anni avrei potuto vivere esperienze simili».
Un’esperienza, quella di tornare in Coppa del Mondo, che è mancata anche a Lucia Bramati, la più giovane del gruppo con i suoi 18 anni.
«La pandemia mi ha impedito di vivere giornate come quella di Tabor del 29 novembre 2020, dove colsi il terzo posto tra le junior al debutto in Coppa. Per questo sono contenta di essere tornata a respirare quell’atmosfera; certo il livello tra le Under 23 è altissimo e, partendo nelle retrovie, è dura cogliere risultati eclatanti; ma sto imparando molto, anche dalle mie compagne di squadra: è la prima volta che milito in un team tutto femminile ed è bello potersi confrontare con ragazze con cui sento di potermi aprire completamente».