La FAS Airport Services firma un’altra doppietta al Ciclocross del Ponte con Lechner e Persico
FAÈ DI ODERZO (TV) – Tra i vigneti di Faé di Oderzo aveva già trionfato in tre occasioni, spesso accompagnata da un insolito sole di inizio dicembre. Ma, anche sotto la pioggia battente che ha caratterizzato la 19° edizione del Ciclocross Internazionale del Ponte, la più forte è stata ancora lei: Eva Lechner, al suo secondo successo in tre giorni dopo l’affermazione a San Colombano Certenoli.
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Magistrale la prova della bolzanina, capace di ‘surfare’ alla perfezione lungo i canali fangosi della prova trevigiana. L’atleta, che ha in bacheca 30 titoli italiani, è stata l’unica atleta delle prove femminili a percorrerli in bici, senza la minima imprecisione.
«Oggi mi sentivo bene, tanto da non patire il freddo», ha affermato la vincitrice dopo il traguardo; e che per imporsi a Faè non ha avuto bisogno di sfoderare dal cilindro nessuna variazione tecnica. «Ho cambiato qualcosa rispetto alla gara asciutta di Valfontanabuona? No, A livello meccanico si cambiano solo tubolari e pressioni. Il resto non è modificabile da una giornata all’altra».
Come in Liguria, alle spalle della bolzanina ha chiuso un’altra maglia fucsia della FAS Airport Services, quella di Silvia Persico.
La bergamasca si è messa alla ruota della più esperta compagna di squadra, cercando di copiarne le linee. Un tentativo riuscito a metà, visto che all’ultimo giro una scivolata in uno dei tratti tecnici del percorso ha costretto la stradista di Cene ad accontentarsi del secondo posto.
«Ma è stata comunque una giornata positiva», afferma Silvia Persico. «Ho fatto una gara pulita, con un’altra bella partenza, che è il mio punto forte, e cercando di rubare a Eva qualche segreto su come affrontare i tratti tecnici: ancora non so seguire le sue linee, ma stare con lei, anche in gara, mi può insegnare molto».
Buoni piazzamenti anche per Alice Maria Arzuffi, sesta e per Lucia Bramati, dodicesima e quarta di categoria alle spalle di Gaia Realini, Nicole Pesse e Carlotta Borello.