Miriam Vece torna in pista dopo il bronzo in Coppa del Mondo
Una delle atlete simbolo della Valcar – Travel & Service è Miriam Vece. Da sempre in maglia blu fucsia sin da quando aveva 13 anni, ora la pistard cremasca è una delle grandi speranze italiane per la conquista di una medaglia alle Olimpiadi di Parigi 2024. Sabato 4 e domenica 5 questa formidabile atleta tenterà di allungare il filotto di podi dopo quelli ottenuti nelle prime due prove dell’Uci Nations Cup, gareggiando in Germania.
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«Il Bahnen-Tournee, prova di livello C1, è il mio ritorno alle gare dopo il bronzo ottenuto in Canada», conferma la pistard cremasca, che da quattro anni vive nel World Cycling Centre di Aigle (Svizzera). «L’obiettivo sarà quello di trovare il feeling con il velodromo e divertirmi; se arriverà un buon risultato anche nel keirin tanto meglio».
È più facile divertirsi con al collo due medaglie sui 500 metri come quelle vinte in Glasgow e a Milton?
«I risultati alimentano autostima e morale, aspetti fondamentali per chi disputa le gare di velocità. E sono ancora più importanti per me: quest’inverno ho cambiato molto e lo stesso staff della nazionale è stato rinnovato».
Le avversarie, invece, sono sempre quelle…
«E sono forti; soprattutto la tedesca Pauline Grabosch ha una convinzione e una consapevolezza incredibile nei suoi mezzi. E può contare su una costituzione fisica invidiabile».
Come si chiude il gap?
«Con il lavoro quotidiano. Giorno dopo giorno spero di avvicinarmi ai livelli più alti».
A proposito di routine, qual è la giornata tipo nel centro di Aigle?
«Sveglia alle 8:30; poi rulli o lavori di potenza; pranzo alle 11:30 e tre ore in pista fino alle 17:00; poi cena alle 18:30 e serata libera con i tre pistard che sono con me nel centro».
Come è la convivenza con tre ragazzi?
«Ormai mi considerano una di loro e non hanno più filtri o remore ‘di genere’. Ma senza di loro sarebbe noioso: la sera giochiamo a carte, ping-pong, basket o volano; inoltre sono appassionati di fotografia e produzione video».
Anche tu hai ceduto al fascino della macchina fotografica?
«Non come loro. Io sono una patita dello shopping e, per colpa di Simona Frapporti, della cura delle unghie: anni fa ha visto che le mangiavo e me le ha sistemate. Da allora adoro tenerle curate».
Mangiarsi le unghie era un indice di stress?
«Non so se stress, timidezza o cosa. Era una cosa che mi veniva naturale prima le gare».
E ora come si gestisce la pressione?
«Ascoltando musica; ma non ho una playlist predefinita: passo dal latino-americano a Jovanotti, da Walking on a dream di Empire of the sun al rapper Pitbull. In pista invece ho la mia routine: dall’orario in cui vado al velodromo a quando provo i rapporti; meccanismi affinati in questi anni e che aiutano a calarsi nella gara; e a farmi sentire a mio agio».
Oltre all’appuntamento in pista di Miriam Vece, in questo weekend la Valcar – Travel & Service si presenterà ai nastri di partenza in altre tre gare.
Sabato 4 Carlotta Cipressi, Federica Piergiovanni ed Elena Pirrone si cimenteranno nella crono della Food Valley a Mezzani, in provincia di Parma; domenica 5 al Trofeo Città di Meldola (PR) si schiereranno al via Olivia Baril, Carlotta Cipressi, Eleonora Gasparrini, Silvia Persico, Federica Piergiovanni, Elena Pirrone e Lizzie Stannard. Trasferta in Belgio per la 13th Dwars door de Westhoek per Anastasia Carbonari, Chiara Consonni, Karolina Kumięga, Emma Redaelli, Ilaria Sanguineti e Margaux Vigié.