Lo scatto di Emma Redaelli, tra strada e libri
È una delle veterane della squadra, essendo alla sua sesta stagione in maglia blue-fucsia; ma, paradossalmente, è anche una delle più giovani del roster, con i suoi 19 anni compiuti lo scorso 15 febbraio. Difficile quindi parlare di Emma Redaelli (nella foto di Flaviano Ossola) come un volto nuovo, anche se per l’atleta brianzola questa è la prima stagione tra le elite.
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Una stagione che le ha già regalato il debutto in Olanda (alla Drentse Acht van Westerveld), in Belgio (alla Nokere Koerse) e la soddisfazione di aver partecipato ai trionfi della squadra al Liberazione di Roma il 25 aprile e alla Dwars door de Westhoek il 5 giugno.
«Emozioni bellissime; ancora di più perché sono condivise con le compagne di squadra».
Ci sono differenze tra la vittoria di Roma e quella di domenica scorsa?
«Il primo posto di Silvia Persico a Roma è stato frutto di un lavoro incredibile di squadra, con tre atlete nella fuga decisiva e l’uno due nella volata finale. Vincere in Belgio è qualcosa di unico, impensabile per chi non ci ha mai corso: il pubblico è incredibile; tifa e sostiene chiunque abbia il numero attaccato sulla schiena».
Sono emozioni paragonabili alle vittorie nel settore giovanile?
«Può sembrare strano, ma sì, sono paragonabili. Certo ora i palcoscenici sono internazionali, ma quando si è giovani anche la vittoria in una gara tra le esordienti regala grandi emozioni».
Essendo al primo anno tra le elite, come sta andando l’ambientamento nella nuova categoria?
«Le gare sono di un altro livello rispetto a quelle della categoria Open in Italia, a cui avevo partecipato l’anno scorso. Comunque ero pronta a questo step: sapevo che per me sarebbe stato un anno di apprendistato».
Apprendistato significa maturare esperienza. Tu cosa stai imparando?
«Sto cercando di ‘rubare’ ogni dettaglio dalle mie compagne più esperte: come ci si muove in gruppo, come ci si alimenta, come gestire le energie e la tensione».
A proposito di tensione; oltre alla Dwars door het Hageland di sabato e allo SPAR Flanders Diamond Tour di domenica, si sta avvicinando un altro appuntamento importante…
«Gli esami di maturità del Liceo Artistico di Monza. Scatteranno dal 20 giugno con le due prove scritte».
Ti senti pronta?
«Sì, anche se quest’anno è stato più complicato degli altri: il ritiro di due settimane in Spagna, le trasferte al Nord. Insomma ho perso tanti giorni, ma con il programma studente-atleta ho avuto il sostegno da parte della scuola».
Come saranno articolati gli esami?
«Scatteranno il 20 giugno con le due prove scritte; poi ci saranno gli orali, in cui ci mostreranno una immagine e noi saremo chiamati a fare i collegamenti interdisciplinari».
Ripensando alla bicicletta, quale è l’immagine che ti viene in mente?
«La Kuota gialla e blu con cui ho iniziato a pedalare al Veloclub Sovico all’età di sette anni, seguendo l’esempio di mio nonno e mio papà».
Hai un’atleta di riferimento? E quale è la gara dei tuoi sogni?
«Marianne Vos è l’atleta che ammiro di più; tra l’altro detiene il record di vittorie al Giro, che è la corsa dei miei sogni. Spero un giorno, di poterla disputare».
Prima degli esami di maturità e di sognare il Giro, Emma Redaelli avrà due impegni agonistici in Belgio. Sabato la 19enne di Sovico parteciperà con Carlotta Cipressi, Chiara Consonni, Elena Pirrone, Ilaria Sanguineti e Margaux Vigié alla Dwars door het Hageland.
Domenica sarà la volta dello SPAR Flanders Diamond Tour, in cui il direttore sportivo Davide Arzeni schiererà le stesse ragazze della het Hageland.